Ludovico Albert, Daniele Marini (a cura di)
La valutazione dell'esperienza duale nell'istruzione e formazione professionale
DOI: 10.1401/9788815371225/c6

Capitolo sesto Proposte operative per lo sviluppo del sistema nazionale di IeFP duale
di Diego Fea, Michelangelo Penna e Roberto Vicini

Notizie Autori
Diego Fea è presidente di Dispositivi Tecniche Metodologie s.r.l.
Notizie Autori
Michelangelo Penna è amministratore delegato di Dispositivi Tecniche Metodologie s.r.l.
Notizie Autori
Roberto Vicini è esperto di sistemi di Istruzione e Formazione.
Abstract
Nonostante le grandi potenzialità espresse dai sistemi di formazione duale, e in particolar modo dalle IeFP, quest’ultime non possono ancora essere considerate come una realtà pienamente compita, sviluppata e riconosciuta a livello nazionale, essendo molto spesso ritenuta come non avente pari dignità rispetto agli ordinamenti scolastici tradizionali. Il capitolo prende in esame le motivazioni di tale disparità, per poi analizzare più nello specifico le nuove modalità e le nuove risorse stanziate per il finanziamento di tali sistemi offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si offrono, in conclusione, una serie di proposte finalizzate alla valorizzazione delle IeFP, sia a livello nazionale che regionale, come sistemi in grado di fronteggiare alcune delle principali problematiche connesse all’occupazione e alla dispersione scolastica.
Il segmento della IeFP e le istituzioni formative accreditate dalle regioni sono parte costitutiva del sistema educativo nazionale di istruzione e formazione di secondo ciclo. Questo è ormai certo, almeno dal punto di vista formale, in vigenza del quadro delineato dal combinato della legge cost. n. 3/2001 e della legge n. 53/2003, e quindi dai LEP del d.lgs. n. 226/2005 e dagli standard formativi definiti nell’ambito degli accordi del 2010, aggiornati nel 2019. Anche sul piano dei risultati, il segmento della IeFP si è ormai affermato come una componente dell’offerta educativa pubblica, di pari dignità rispetto ai percorsi dell’istruzione, ma con la specifica capacità di rispondere in modo flessibile e concreto alle esigenze convergenti di giovani e imprese.
Ciò nonostante, sul piano sostanziale la IeFP stenta a imporsi come realtà compiuta e riconosciuta di sistema. E questo per alcuni ordini di ragioni, tra loro interconnessi.
A livello nazionale, al riconoscimento della natura ordinamentale della IeFP continua a mancare, nei fatti, un pari trattamento economico delle istituzioni formative rispetto a quelle scolastiche (clamorosamente evidente nelle politiche di sostegno al rafforzamento e al miglioramento continuo, come ancora testimoniato dagli atti adottati durante l’epidemia Covid). Per assicurare il mantenimento e lo sviluppo dell’offerta formativa di IeFP le regioni ad oggi non dispongono ancora di risorse certe nei tempi di trasferimento da parte dello Stato, ma anche in quantità adeguata alla domanda effettiva dell’utenza. Le risorse nazionali destinate al finanziamento dei percorsi di IeFP sono soggette ogni anno all’alea di approvazione in fase di bilancio e il riparto di queste tra le regioni avviene sulla base di criteri soggetti a periodiche {p. 164}revisioni, che riducono ulteriormente la stabilità del sistema. Queste risorse derivano esclusivamente da trasferimenti del Ministero del Lavoro, giacché il Ministero dell’Istruzione dal 2009, dalla fine della fase sperimentale dei percorsi di IeFP ai sensi della legge n. 296/2006, non contribuisce più al finanziamento della IeFP, alimentando con ciò la diffusa convinzione che questi percorsi siano più afferenti alle politiche sociali e di coesione che a quelle dell’istruzione e formazione per i giovani.
Si tratta di una situazione in evidente contrasto con la previsione normativa per cui i percorsi di IeFP rientrano nei LEP e debbono essere quindi assicurati ad ogni cittadino. Come sottolineano G.M. Salerno e G. Zagardo:
le istituzioni formative operano nella IeFP non sulla base del pagamento di corrispettivi da parte dei soggetti che usufruiscono dei percorsi formativi – come accade, invece, nel caso delle scuole paritarie – ma sulla base del diretto finanziamento pubblico dell’offerta formativa effettuata e proprio in ragione del diretto operare come istituzioni formative che erogano un servizio pubblico. Se si vuole tenere ferma questa soluzione, che risponde appieno al carattere pubblico del servizio erogato dalle istituzioni formative, deve essere garantito uno stabile e adeguato finanziamento che assicuri certezza ed efficienza nell’erogazione del servizio formativo.
E più avanti:
affinché [...] la IeFP possa raggiungere sull’intero territorio nazionale indispensabile effettività, piena compiutezza e concreta rispondenza ai principi di eguaglianza e giustizia sociale, sono indispensabili ancora ulteriori passaggi, e tra questi è senz’altro centrale quello inerente alla definizione delle «giuste» risorse finanziarie [...] [1]
funzionali ad assicurare eguaglianza nell’esercizio del diritto all’istruzione e formazione professionalizzante da parte di tutti i giovani che la richiedono.{p. 165}
Anche gli interventi che il Ministero dell’Istruzione ha potuto mettere in campo negli anni avvalendosi del sostegno dei Fondi strutturali e di investimento europei, segnatamente con i Programmi operativi nazionali (PON) dedicati alla scuola, non hanno mai visto il coinvolgimento, se non marginale e meramente strumentale, delle istituzioni formative accreditate. Ciò è avvenuto recentemente anche nel periodo di programmazione 2014-2020, nonostante l’esplicita previsione della legge 27 dicembre 2017, n. 205, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020, che al comma 628 dell’art. 1 stabiliva precisamente che:
Alle misure del Programma operativo nazionale «Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento», relativo alla programmazione 2014/2020, di cui alla decisione C (2014) 9952 della Commissione, del 17 dicembre 2014, partecipano anche le istituzioni formative accreditate dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi del capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005 n. 266 che fanno parte della Rete nazionale delle scuole professionali, di cui all’articolo 7, comma 3, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61, per il raggiungimento degli scopi ivi indicati.
La motivazione di questa inadempienza rispetto al quadro ordinamentale e alla norma specifica è il combinato disposto di una reticenza strategico-organizzativa (un non pieno e accettato riconoscimento della pari dignità dell’offerta formativa proposta), assommata a una complessità – in realtà per nulla insormontabile – di natura procedurale: semplicemente il PON Scuola 2014-2020, nella sua prima redazione, non aveva previsto le istituzioni formative accreditate dalle regioni tra i beneficiari dei propri interventi, e le procedure di adeguamento sono state intraprese ormai allo scadere del periodo programmatorio.
Con le risorse messe a disposizione e con l’opportunità di cambiamento rappresentata dal PNRR ci troviamo ora in un momento privilegiato per porre rimedio anche all’insieme di queste mancanze, che si trascinano, più o meno inerzialmente (o volutamente), da troppi anni. Ciò è necessario {p. 166}anche per aggredire il paradosso di una domanda di lavoro non soddisfatta e di fenomeni di dispersione e inattività giovanile superiori alla media europea, presenti in tutto il nostro paese, seppur con forti differenze e caratterizzazioni territoriali.
Nelle pagine che seguono proviamo a delineare sia gli ambiti principali, sia alcune proposte ad oggi passibili di traduzione operativa, per agevolare un processo di valorizzazione e a un tempo di riconfigurazione del sistema di IeFP, come sistema «duale» e in rapporto alle nuove sfide imposte dai cambiamenti del contesto sociale ed economico.

1. Infrastrutturazione del sistema nazionale di IeFP

Il consolidamento del quadro ordinamentale a livello nazionale e regionale, da solo, rischia di essere insufficiente, se non poggia su un’adeguata rete nazionale di istituzioni capace di assicurare un’offerta formativa che risponde, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, alle effettive esigenze e alla domanda dell’utenza e dei territori di riferimento.
L’erogazione di questa offerta formativa richiede un sistema stabile di istituzioni formative in grado di modulare i servizi in funzione degli specifici contesti sociali ed economici e contemperare il sostegno al placement con il rafforzamento del capitale umano attraverso l’interlocuzione continua e concreta con gli enti locali e gli altri soggetti, pubblici e privati, che intervengono sul target group.
Sino ad oggi, l’intervento pubblico in materia di IeFP e di formazione professionale in genere, tanto a livello nazionale, quanto a livello regionale, si è focalizzato solo sulla promozione dell’offerta dei servizi (finanziamento della spesa corrente relativa alle attività formative), non intervenendo in maniera sistemica a incentivare gli investimenti per l’implementazione (laddove ancora assente), il consolidamento, l’innovazione organizzativa e tecnologica e l’aggiornamento continuo della rete degli erogatori, demandando a iniziative dei singoli l’adozione di strategie di miglioramento e il reperimento degli strumenti finanziari necessari.{p. 167}

1.1. Un treno che passa ora

Il riconoscimento del servizio pubblico garantito dalle istituzioni formative può essere fatto rifluire, dal punto di vista operativo procedurale, innanzitutto nell’attività di definizione dei contenuti e dei vincoli del Programma operativo nazionale per la scuola 2021-2027.
Concluso processo di elaborazione e negoziazione dell’accordo di partenariato, che rappresenta il quadro di riferimento per la programmazione dei fondi SIE per il periodo 2021-2027, gli uffici del Ministero dell’Istruzione, con il coordinamento della Direzione generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale, dovranno declinare la strategia e l’articolazione delle linee di intervento che saranno perseguiti con il PON Scuola e competenze 2021-2027, che potrà contare su una dotazione di oltre 3,8 miliardi di euro.
Anche in considerazione del fatto che l’obiettivo principale del PON sarà quello di contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, in particolare al Sud, e che questo è propriamente un ambito in cui le istituzioni formative dell’IeFP hanno saputo esprimere una particolare efficacia ed eccellenza, è indispensabile che anche esse siano previste, ab origine, quali possibili beneficiari.
I format per la redazione del Programma previsti dai regolamenti europei richiedono che per ciascuna linea di intervento che si prevede di poter attivare siano elencate anche le tipologie di soggetti che potranno beneficiare del sostegno: non si tratta di definire già ora volumi e oggetti delle risorse cui potranno attingere anche le istituzioni formative accreditate, ma semplicemente di rendere percorribile una possibilità la cui preclusione, oltre che incoerente con la norma e l’ordinamento, rappresenterebbe un grave danno ai giovani che a questo segmento formativo si riferiscono.
Occorre quindi assicurarsi che nell’indicazione dei potenziali beneficiari degli interventi, accanto alle istituzioni scolastiche (statali e paritarie, come già condiviso con la Commissione europea) siano previste anche le istituzioni
{p. 168}formative accreditate, così da dare fattivo sostegno allo sviluppo a quella Rete nazionale delle scuole professionali prevista dal d.lgs. 13 aprile 2017, n. 61 per la cui piena operatività è in corso di perfezionamento il decreto ministeriale di attivazione. Ciò sarebbe per altro organico e funzionale al processo, ancora incompiuto, di attuazione della riforma del sistema educativo del paese. Il consolidamento della filiera professionalizzante può essere sostenuto infatti anche attraverso la «Rete delle scuole» prevista dal d.lgs. n. 61/2017, in una logica di effettiva parità tra istituzioni scolastiche e istituzioni formative accreditate per la IeFP.
Note
[1] G.M. Salerno e G. Zagardo, Costruire e utilizzare i costi standard nella IeFP. Analisi, indicazioni e proposte, CNOSFAP-MLPS, 2020.