Connessioni virtuose
DOI: 10.1401/9788815371126/c1
Capitolo primo Una sequenza invertita di sviluppo
1. L’investimento sociale
Una sorprendente esperienza
d’innovazione sfida l’immaginario delle periferie urbane del Mezzogiorno d’Italia, ove
la vita delle comunità locali e le attività produttive scontano la distanza dai centri
più vitali delle economie nord-europee. L’esperienza del polo tecnologico
dell’Università «Federico II» di Napoli nel quartiere di San Giovanni a Teduccio della
città partenopea è difficilmente inquadrabile secondo un’unica lente interpretativa
[1]
. Da diversi angoli di visuale, l’attenzione può focalizzarsi sui processi di
innovazione tecnologica, organizzativa, pedagogica, socioeconomica e
politico-istituzionale che, a partire dalle branche del sapere ingegneristico, hanno
(ri)dato linfa vitale ad altri saperi scientifico-organizzativi e contestuali,
risvegliando le energie sopite nell’ex area industriale a est della città di Napoli.
L’investimento pluriennale da parte
dell’università integra le opere infrastrutturali di rigenerazione urbana iniziate nel
2008, con la creazione e la diffusione della conoscenza per l’attivazione dei giovani
talenti. Il progetto di ospitare la Scuola Politecnica per le Scienze di Base accoglie
nel 2015 un programma dedicato alla formazione delle competenze digitali per l’Industria
4.0. L’investimento infrastrutturale
[2]
sostenuto dalla Commissione europea e dall’amministrazione regionale
finanzia la costruzione di ¶{p. 32}una struttura modulare moderna, in un
quartiere degradato, luogo e simbolo dei processi di dismissione degli anni Novanta del
secolo scorso.
Con l’accordo di cooperazione
scientifica, siglato dall’allora governo Renzi con la multinazionale tecnologica Apple,
l’università dà vita, nel 2016, ad un’esperienza pedagogico-organizzativa non facilmente
replicabile in altre parti d’Europa e del mondo. La collaborazione tra l’università e la
società Apple conduce alla sperimentazione di un’academy per la formazione digitale
rivolta a laureati triennali, magistrali, professionisti in carriera; una formazione
aperta anche a partecipanti senza un titolo di studio universitario, in ragione delle
gravi carenze nel campo delle competenze digitali, segnalate dal sistema produttivo
nazionale e dalle agenzie di valutazione dell’apprendimento a livello internazionale
[3]
.
Saldamente radicata nella tradizione
degli studi ingegneristico-informatici dell’ateneo, la formazione erogata è parallela ai
corsi di studio triennali e magistrali e non conduce all’acquisizione di crediti
formativi universitari
[4]
. La frequenza dei corsi è gratuita per coloro che vengono ammessi e prevede
borse di studio ai meritevoli di un ¶{p. 33}sostegno finanziario, oltre
al supporto dei project work da effettuare direttamente in azienda
[5]
.
La prima edizione della Apple
Developer Academy riscuote consensi al di là delle più rosee aspettative
[6]
. Ne seguono altre cinque e oltre ai partecipanti provenienti da diverse
regioni italiane e nazioni del mondo, l’università attrae gli investimenti di altre
multinazionali tecnologiche e manifatturiere avanzate. Si amplia l’offerta formativa
diversificando le applicazioni digitali nelle specializzazioni produttive in campo
aerospaziale, farmaceutico, dell’ICT e nella consulenza per il management aziendale. In
collaborazione con Cisco, Deloitte, Capgemini, Nokia, Tim, Accenture e i grandi gruppi
nazionali e internazionali, come Leonardo Spa, FS-Ferrovie dello Stato, Medtronic, KPMG
e Autostrade per l’Italia, in meno di cinque anni, l’università dà vita a ben altre otto
accademie per la formazione digitale (cfr. tab. 1.1)
[7]
.
L’accordo originario tra
l’università, la società tecnologica Apple e il governo regionale approssima una tipica
configurazione a tripla elica – secondo il modello di Etzkowitz e Leydesdorff
[8]
– che diventa quadrupla o quintupla elica, man mano che aumentano i partner
per la formazione e i progetti di ricerca applicata nei laboratori congiunti all’interno
del campus. Nel periodo 2016-2020, l’investimento complessivo in formazione digitale
raggiunge i 30 milioni di euro con il cofinanziamento dell’università, della regione e
della multinazionale tecnologica Apple cui si aggiungono, in seguito, i contributi
minori degli altri partner (cfr. fig. 1.1; vedi più oltre fig. 3.1)
[9]
.¶{p. 34}
Il valore dell’investimento è,
tuttavia, decisamente più elevato se si considerano le infrastrutture, le competenze e
le prestazioni condivise. Gli input della formazione sono, in gran parte, inimitabili e
non facilmente quantificabili secondo specifici valori di mercato (cfr. capp. 3 e 5). La
produzione dei materiali didattici ha un alto contenuto di creatività. L’apporto dei
partner all’elaborazione dei materiali didattici è frutto della capacità di gestire
un’enorme diversità culturale che le multinazionali coltivano al proprio interno e nelle
relazioni di scambio a livello globale
[10]
. L’università adatta i programmi di studio tanto alle esigenze dei discenti
quanto alle priorità delle società che operano sui mercati internazionali.
In particolare, l’offerta delle
academy integra la ricerca e la didattica più avanzate nello sviluppo di strumenti e
servizi informatici e coinvolge docenti, dottorandi, laureati dell’ateneo e manager
d’azienda nell’insegnamento di conoscenze digitali (in media 450 ore all’anno) e
competenze trasversali in collaborazione con le imprese
[11]
. I curriculum ¶{p. 35}delle accademie presentano specifici
percorsi formativi. La Apple Developer Academy si concentra sui servizi e sugli
applicativi per la telefonia mobile attraverso processi di innovazione aperta; la Digita
Academy si rivolge ai laureati in ingegneria e in economia interessati a sviluppare
progetti di ricerca applicata all’interno delle aziende; la Cisco Networking Academy e
la CyberHacademy adattano la formazione digitale allo sviluppo degli applicativi per la
gestione e la sicurezza delle infrastrutture della rete Internet. I programmi delle
accademie Aerotech, 5G e Make interessano la sostenibilità aeronautica e le applicazioni
della tecnologia del 5G, anche in campo farmaceutico. La Smart Infrastrutture Academy –
l’ultima academy nata nel 2021 – in collaborazione con Autostrade per l’Italia, prevede
lo sviluppo della sensoristica digitale per il controllo e la manutenzione delle reti
infrastrutturali.
Con un’offerta formativa che
cresce, i dati segnalano una domanda elevata e altrettanto in crescita. Per le coorti
2016, 2017, 2018 e 2019 – prima dello scoppio della pandemia – i partecipanti sono in
totale 1.757, di cui circa l’80% frequenta la Apple Academy – benché non tutte le
accademie abbiano operato negli anni accademici considerati. Sin dalla prima edizione,
la Apple Developer Academy registra una domanda di partecipazione sostenuta: per l’anno
accademico 2016-17, il rapporto tra candidati e ammessi è di 20:1 per i 200 posti
disponibili; il rapporto scende a 5:1, grazie all’aumento dei posti fino a 378 messi a
bando nelle quattro edizioni successive.
Dall’anno accademico 2017-18,
cominciano a operare la Digita Academy e la Cisco Networking Academy, rispettivamente
con il 9% e il 5% del totale dei partecipanti e un rapporto candidati/ammessi pari a 6:1
e a 3:1. La rimanente platea di discenti si distribuisce tra le scuole attive a partire
dagli anni accademici 2018-19, 2019-20 e 2020-21: nel 2019,
¶{p. 36}l’Aerotech Academy seleziona 30 partecipanti su 220 con un
rapporto tra domande e ammissioni di 7:1 mentre la Cyber HackAdemy accoglie 20
partecipanti su 320 iscritti ai test di selezione con un rapporto di 16:1.
Note
[1] H. Pinto, E. Uyarra e M.F. Esquinas, University Roles in a Peripheral Southern European Region, in P. Bennetworth (a cura di), Universities and Regional Economic Development. Engaging with the Periphery, London, Routledge, 2018.
[2] Cfr. capitolo 2.
[3] Secondo il Rapporto OCSE-PISA del 2018, gli studenti della scuola secondaria italiana presentano gravi carenze nelle competenze digitali di base. Inoltre, secondo il Rapporto Istat 2019 I cittadini e l’ICT, solo il 33% degli utenti Internet ha competenze digitali elevate ed esiste una forte disomogeneità nella fascia di età 20-24 anni. In ultimo, mancano analisti e progettisti di software pari a circa il 64% delle richieste avanzate dalle aziende, di cui il 47% collegato al numero ridotto di canditati e il 15,7% all’inadeguatezza dei candidati. Si tratta di richieste di profili tecnici specializzati come l’ICT Account Manager, il Business Analyst, il Data Scientist, il Database Administrator, l’Application Developer, il Digital Media Specialist, l’ICT Consultant. Per queste figure, il 14% delle imprese sarebbe disposta a offrire una retribuzione superiore di almeno il 10% rispetto alla media per evitare di far fronte alle difficoltà di reperimento; cfr. Rapporto Union Camere 2020.
[4] Nelle Academy Digita e Aerotech il project work consente di ottenere crediti formativi nell’ambito di alcuni corsi di studio magistrali. Informazioni basate sulle interviste semi-strutturate.
[5] In particolare, per la Digita Academy e l’Aerotech Academy. Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[6] Informazioni basate su interviste semi-strutturate. Cfr. più oltre nel presente capitolo.
[7] Nel 2021 sono state create due nuove accademie: la Infrastrutture Smart Academy con Autostrade per l’Italia e la CoreAcademy con KPMG, DXC Tecnology e Exprivia.
[8] H. Etzkowitz e L. Leydesdorff, The Dynamics of Innovation: From National Systems and «Mode 2» to a Triple Helix of University-Industry- Government Relations, in «Research Policy», 29, 2, 2000, pp. 109-123.
[9] Cfr. dati amministrativi di fonte Coinor, Università di Napoli e stime basate su interviste semi-strutturate.
[10] Informazioni basate sulle interviste semi-strutturate; cfr. inoltre R. Rybnicek e R. Königsgruber, What Makes Industry-university Collaboration Succeed? A Systematic Review of the Literature, in «Journal of Business Economics», 2018, doi: 10.1007/s11573-018-0916-6.
[11] Sulla base delle interviste semi-strutturate, si stima che, in media tra docenti, tutor, mentor e amministrativi, siano coinvolti più di 30 addetti, con un costo che si aggira intorno ai 3 milioni di euro all’anno nel periodo 2016-2020. Non tutti i docenti sono contrattualizzati; alcuni sono interni all’università e il loro impegno è calcolato sulla base dei mesi/uomo imputati ai progetti formativi.