Mita Marra
Connessioni virtuose
DOI: 10.1401/9788815371126/c2
Dal punto di vista strutturale, l’università interviene nel quartiere attraverso una costruzione modulare su un’area di circa 60 mila metri quadrati [15]
. La progettazione preliminare e definitiva dell’intero complesso viene affidata, a seguito di una gara internazionale [16]
, al progettista Ishimoto, che suddivide la costruzione dei nuovi edifici in lotti funzionali, denominati moduli, distinti per laboratori leggeri e pesanti (moduli L1, L2 e L3), parcheggio (modulo P), sala congressi (modulo C), aule-laboratori e dipartimenti (moduli A1-A2, A3-D, A4-A5, A6-A7) [17]
. I moduli denominati L1, L2, L3 e
{p. 58}P sono appaltati nel 2008 e terminati nel 2013. Il modulo C è consegnato nel 2015 ma il progetto si amplia e le opere di costruzione proseguono (cfr. figg. 2.1 e 2.2) [18]
.
Gli interventi sul patrimonio fisico e ambientale convertono un’area dismessa in un complesso moderno e funzionale, aperto alla cittadinanza senza barriere fisiche all’ingresso. Il parco interno al campus è disegnato per facilitarne la fruibilità – tant’è che diventa lo sfondo delle fotografie dei giovani sposi del quartiere [19]
– e accoglie i simboli della produzione industriale un tempo in essere, come la ciminiera o la statua del Cristo donata dalla CGIL Cirio; simboli che vengono conservati e vivificati. Le aule universitarie realizzate secondo gli standard di ultima generazione ospitano i corsi di studio di ingegneria, le accademie e i laboratori di ricerca applicata in una periferia degradata che, a partire dal 2015, si ripopola con la presenza di studenti e ricercatori. Si stima che il campus coinvolga circa 2.500 persone e i flussi di lavoro sono sostenuti anche grazie alla rete dei treni e tram metropolitani che servono il complesso universitario [20]
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Il completamento (di una parte) dell’intervento strutturale apre la strada alla didattica dei corsi di studio di ingegneria, ai laboratori di misurazione e certificazione della qualità, ai laboratori congiunti per la ricerca applicata e, dal 2016, alla didattica innovativa delle accademie per la formazione digitale [21]
. La {p. 59}rigenerazione delle aree dismesse progredisce grazie alla creazione e alla condivisione di conoscenze che de-costruiscono i confini disciplinari, professionali e territoriali per agire in uno spazio che aspira a superare le segregazioni socioeconomiche, tuttora persistenti in una periferia del Mezzogiorno d’Italia [22]
. All’interno e all’esterno delle aule del campus e nei cantieri ancora in corso, i professionisti, i decisori, i manager, i docenti e i discenti condividono sapere tecnico-scientifico e contestuale creando valore non esclusivamente misurabile in termini monetari. Gli studenti della Digita Academy, ad esempio, insieme ai ragazzi del quartiere, realizzano prodotti digitali aventi come oggetto il quartiere di San Giovanni a Teduccio, i suoi luoghi e le sue storie, in uno scambio tra generazioni e competenze [23]
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Nell’ambito del campus, i circa 30 laboratori dediti alla misurazione e alla certificazione della qualità sperimentano tecnologie avanzate nelle branche delle scienze naturali e ingegneristiche e innovano le modalità di costruzione della conoscenza tecno-scientifica, come riferisce una responsabile intervistata:
Il Cesma è servito a mettersi in discussione anche nell’ottica della certificazione per la qualità. Ogni docente è sempre convinto di avere in sé tutto il sapere e non è disponibile a mettere in discussione il proprio modo di operare. La certificazione per la qualità migliora i processi della ricerca e rende confrontabili i risultati. I laboratori del Cesma sono un luogo di opportunità per i docenti e per gli altri che vi lavorano o che collaborano con {p. 60}i laboratori perché hanno creato l’occasione per confrontarsi e creare interazioni interno-interno e interno-esterno. La struttura del Cesma è organizzata per sostenere il lavoro di tutti [24]
.
I laboratori per la misurazione della qualità della vita e della salute hanno un campo di azione molto ampio che va dallo studio dei fenomeni biologici a quelli genetici e biochimici. Il laboratorio sulla radioattività, ad esempio, opera nell’ambito della radioprotezione dell’ambiente e della salute, forma gli ispettori dell’ASL e verifica l’applicazione delle normative regionali e nazionali da parte delle imprese [25]
. I laboratori per il monitoraggio dell’ambiente e del territorio intervengono nel campo dell’edilizia sostenibile e dell’energia e, con il distretto Stress – una struttura consortile pubblico-privata che si occupa di ricerca sulle costruzioni – sono impegnati in un progetto di riqualificazione urbana proprio nell’ex area Corradini poco distante dal campus di San Giovanni [26]
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I laboratori per la qualificazione dei processi e dei prodotti industriali investono i settori dell’aeronautica, della cantieristica navale, della meccanica, della chimica, dell’ICT e dell’energia. I laboratori per le misure delle reti e degli impianti lavorano nel campo dei trasporti e dell’ICT e si focalizzano su strutture distribuite e ramificate per la sicurezza e il Future Internet. Le aree disciplinari si intersecano e si ibridano – dalla fisica alla chimica, dalla biologia alle specializzazioni ingegneristiche – negli spazi assegnati in funzione delle specifiche necessità tecniche, quali ad esempio, l’ingombro delle apparecchiature usate per l’esecuzione delle prestazioni specializzate. La struttura accoglie aree comuni per le riunioni in videoconferenza, ma anche aree destinate a ospitare le dotazioni tecnologiche necessarie al funzionamento della infrastruttura della rete di collegamento {p. 61}fra i laboratori interni ed esterni agli insediamenti del campus, e fra il campus e i committenti presso i quali vengono effettuate le misure in remoto [27]
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Oltre ai laboratori di ricerca applicata, i laboratori congiunti – come Spin-Off Ala, Inwit, Tim WCAP, Materias, Italcertifier, Imast Scarl giusto per citarne alcuni – aprono gli spazi dell’università al capitale umano, fisico e finanziario delle imprese del territorio e delle imprese nazionali e internazionali che sviluppano progetti di innovazione tecnologica in collaborazione con il polo. I ricercatori universitari e il personale delle aziende lavorano nell’ambito di programmi avanzati di ricerca e sviluppo di interesse comune. Il laboratorio sui materiali, ad esempio, si occupa della caratterizzazione meccanica, strutturale ed elettrochimica dei metalli al servizio di aziende manifatturiere come FCA e il suo indotto, il sistema ferroviario italiano. A tal proposito, il responsabile intervistato riferisce che:
Ci sono molte aziende che collaborano con CRC (società cinese) o con Boeing che si avvalgono per i loro progetti del nostro laboratorio. Attualmente stanno portando avanti un progetto in collaborazione con Leonardo e un’azienda campana di 3D per realizzare un nuovo macchinario a stampa 3D a fibra lunga (una delle poche in Italia) [28]
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Come istituzione riconosciuta e rispettata nel contesto regionale, l’università opera come sistema di regole e relazioni capaci di orientare i comportamenti e le interazioni tra attori pubblici e privati, in ambiti via via più estesi, dal micro al macro ambiente. L’università tesse reti tra imprese, centri di ricerca, enti locali e fondazioni per risolvere problemi concreti e raggiungere gli obiettivi di riqualificazione urbana e territoriale. L’innovazione è nell’azione di trasformazione del contesto attraverso una conoscenza multidisciplinare. {p. 62}
Schön [29]
sostiene che la multidisciplinarietà permette di integrare sapere descrittivo, normativo e teorico/causale per leggere criticamente i problemi della rigenerazione urbana e dello sviluppo, i processi e le soluzioni in relazione agli obiettivi di cambiamento e ai criteri valutativi per analizzare i risultati concretamente conseguiti. L’approccio multidisciplinare risponde anche all’esigenza di sviluppare la conoscenza delle condizioni e delle strategie necessarie a modificare i processi indesiderati e a far rispettare i processi desiderati [30]
. Le università tradizionalmente individuano la natura disciplinare dei problemi da affrontare e tendono a interpretare i compiti da realizzare attraverso la lente delle loro materie e dei loro corsi. Quando un problema attraversa le province dei dipartimenti universitari o delle professioni, esso richiede un trattamento multidisciplinare, che è tutt’altro che facile da realizzare [31]
. E poiché le province accademiche sono anche territori politici, i progetti multidisciplinari vengono rapidamente politicizzati e anche l’esperienza dei professionisti e le loro teorie finiscono per rispecchiare i punti di vista dominanti [32]
.
Come sarà esaminato nel capitolo 4, grazie al consenso interno e con il coinvolgimento dei docenti seriamente interessati a trasformare l’ambiente fisico e sociale [33]
e i
{p. 63}metodi di insegnamento, si avviano, nell’ambito del polo di San Giovanni, iniziative di innovazione tecnologica, didattica, organizzativa e politico-istituzionale. L’università crea uno spazio di sperimentazione, che attenua la politicizzazione dei processi di cambiamento all’interno dell’istituzione e frena le resistenze esterne [34]
. Non è un caso che nessun atto vandalico sia stato perpetrato a danno delle strutture universitarie, in un quartiere, in cui insistono nello stesso tempo criminalità organizzata e baby gang. Si intensificano, invece, le iniziative di collaborazione con le scuole della municipalità, proseguite anche durante le fasi pandemiche più severe [35]
. Nelle relazioni di collaborazione, si genera apprendimento attraverso un sistema di produzione della conoscenza aperto, complesso e non lineare [36]
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Note
[15] L’intervento rientra in un protocollo di intesa stipulato sin dal 1998 tra il Ministero della Ricerca e dell’Università, dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli e dall’Università di Napoli. In particolare, con il protocollo e i vari atti successivi, il Ministero e la Regione si impegnarono al finanziamento dell’opera, il Comune a realizzare le varianti urbanistiche e l’Università all’acquisto dell’area dal curatore fallimentare dell’ex Cirio. Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[16] Il progetto è realizzato dal gruppo guidato da Ishimoto Architectural & Engineering Firm nel 2007. Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[17] Il progetto esecutivo è stato curato dall’Ufficio Ripartizione Edilizia dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II» con il coordinamento del prof. ing. E. Cosenza; capo progetto: arch. M.R. Vecchiarini; Consulenza per la progettazione tecnologica e ambientale: prof. arch. S. Russo Ermolli, prof. arch. M. Losasso, arch. L. Ambrosini (Dip. Architettura); Consulenza per la progettazione acustica: prof. ing. R.A. Romano (Dip. Ingegneria Industriale); Consulenza per la progettazione ICT: prof. ing. S. Avallone (Dip. Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione). Cfr. S. Russo Ermolli, La digitalizzazione dei flussi informativi per la fase operativa: il caso della Apple Developer Academy, in «Techné», 18, 2019, pp. 235-245.
[18] Gli ulteriori moduli in fase di ultimazione/costruzione formano un lotto autonomo e funzionale e costituiscono un’altra parte della superficie disponibile recentemente acquisita. Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[19] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[20] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[21] Per i lavori di installazione dell’academy, gli uffici tecnici dell’ateneo richiedono una specifica consulenza di progettazione tecnologica e ambientale al Dipartimento di Architettura. Tale lavoro ha fornito indicazioni tecnico-processuali per alcuni compiti progettuali che sono stati sviluppati attraverso un approccio algoritmico e parametrico. L’impiego di strumentazioni IT, basate su piattaforme Visual Programming Language e simultaneamente in ambiente Revit, ha permesso lo sviluppo di procedure di interoperabilità strumentali all’interno del flusso di lavoro, i cui esiti si sono tradotti in linee guida e documentazioni progettuali a supporto della fase di construction management, svolta dall’Uffico tecnico dell’università. Cfr. Russo Ermolli, La digitalizzazione dei flussi informativi, cit.
[22] E. Wenger-Trayner e B. Wenger-Trayner, Learning to Make a Difference: Value Creation in Social Learning Spaces, Cambridge, Cambridge University Press, 2020.
[23] Si tratta del progetto San Giovanni Digitale realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia di Maria: informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[24] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[25] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[26] Informazioni basate su interviste semi-strutturate. Cfr. anche A. Bottone, Corradini, 20 milioni non ancora spesi: cade a pezzi l’ex industria di San Giovanni, in «Il Mattino», 12 luglio 2021.
[27] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[28] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[29] D.A. Schön, Educating the Reflective Practitioner: Toward a New Design for Teaching and Learning in the Professions, San Francisco, Jossey Bass, 1987, trad. mia.
[30] Cfr. G. Hirsch Hadorn, Ch. Pohl e M. Scheringer, Unity of Knowledge in Transdisciplinary Research for Sustainability, vol. II, Methodology of Transdisciplinary Research, in Encyclopedia of Life Support Systems, EOLSS, 2009.
[31] Wenger-Trayner e Wenger-Trayner, Learning to Make a Difference, cit.
[32] Schön, Educating the Reflective Practitioner, cit., p. 310, trad. mia.
[33] Come emerge da uno stralcio di un’intervista all’allora preside della Facoltà di Ingegneria, in seguito delegato del rettore per il complesso di San Giovanni, prof. Edoardo Cosenza: «Ed è solo con una grande continuità istituzionale che si possono condurre imprese enormi, come quella del nuovo insediamento universitario nell’ex Cirio. Infatti si devono conquistare grandi quantità di finanziamenti, sviluppare delicate progettazioni, ottenere pareri di complicate conferenze di servizio, avviare complessi processi realizzativi. Il tutto in una zona post industriale con notevoli problemi ambientali. Ed allora emerge la grande forza dell’Ateneo, e cioè la continuità temporale dell’indirizzo complessivo. Rettori che si susseguono sempre in accordo sui grandi principi strategici. Una grande caratteristica che, a mio parere, fornisce alla «Federico II» una straordinaria affidabilità». Cfr. Ordine degli Ingegneri, Polo High-Tech di Napoli Est. Analisi del territorio e del suo comparto industriale: storia, proposte e potenzialità, 2008, http://www.ordineingegnerinapoli.it/news/documenti/polohightech.pdf.
[34] Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[35] Ad esempio, la Cisco Networking Academy rende disponibile gratuitamente la piattaforma Webex, e uno sportello informativo e di confronto con gli insegnanti; contemporaneamente progetta una modalità di erogazione della didattica a distanza, offrendo accesso a 100 mila studenti della regione e 166 scuole. Informazioni basate su interviste semi-strutturate.
[36] E.G. Carayannis, E. Grigoroudis, D.F. Campbell, D. Meissner e D. Stamati, The Ecosystem as Helix: An Exploratory Theory-building Study of Regional Competitive Entrepreneurial Ecosystems as Quadruple/quintuple Helix Innovation Models, in «R&D Management», 48, 1, 2018, pp. 148-162, trad. mia.