Andrea M. Maccarini (a cura di)
L'educazione socio-emotiva
DOI: 10.1401/9788815370327/c8
Quanto al secondo punto, ossia la formazione specifica dei docenti su questo tema, i dirigenti concordano rimarcando la mancanza di preparazione sull’argomento e la difficoltà
{p. 293}a far acquisire una diversa prospettiva educativa ai docenti («Il fabbisogno formativo degli insegnanti è molto elevato perché i docenti hanno enormi problemi della gestione d’aula. Sono bravi come conoscenze ma non sanno fronteggiare le sfide dei bambini che sono adolescenti molto prima e meno che mai sanno fronteggiare le famiglie», Intervista a dirigente scuola Gelsomino). A questo si aggiungono le caratteristiche individuali che rendono un docente sensibile a dimensioni diverse da quelle strettamente curricolari e altri invece poco motivati («L’insegnante è centrale, anzi di più ma è ben difficile imparare le SES e l’empatia con i bambini. Insegnante ci nasci. Talvolta ci sono insegnanti non fenomenali dal punto di vista delle conoscenze, e si cerca di aggiornarli; questo è più facile. Però hanno capacità spiccate, infondono il piacere dello studio, sono sereni, comunicativi. Questo è quello che sviluppa e sostiene le competenze, oltre che gli apprendimenti», Intervista a dirigente scuola Ginestra). E il ruolo dell’insegnante si potenzia o depotenzia in riferimento anche al tipo di relazione con le famiglie. La relazione scuola-famiglia sarà oggetto di approfondimento negli studi di caso che si tratteranno oltre, ma è evidente che anche qui ne viene sottolineata l’importanza ai fini di un risultato educativo che vada oltre la valutazione e la performance («L’insegnante fa ciò che può peraltro, perché se non ha il sostegno della famiglia è difficilissimo», Intervista a dirigente scuola Corniolo).
Per quanto riguarda le competenze tutte le scuole riferiscono di una consistente presenza di progetti per ogni anno scolastico e per diversi aspetti cognitivi, educativi, in parte anche relazionali e affettivi. Tuttavia nulla è mai stato fatto in modo specifico sulle competenze socio-emotive, sebbene il bisogno fosse emerso in modo trasversale in tutti i contesti («indirettamente si fa molto, cioè non si fanno progetti ad hoc anche perché di fatto non si può insegnare con un corso o un laboratorio queste cose ai bambini. C’è una modalità di lavoro trasversale, è necessario lavorare con attenzione alle altre competenze non strettamente cognitive perché serve alle classi. Cioè alla fine credo che non esista un corso specifico per questo, esiste una metodologia didattica che {p. 294}più in generale può aiutare», Intervista a dirigente scuola Ortensia). Inoltre, la maggior parte dei progetti attivi che potrebbero avere ricadute anche sul piano delle competenze socio-emotive scontano due limiti: la disorganicità dei progetti e la discontinuità. In particolare sulle competenze socio-emotive sono indispensabili interventi coordinati e reiterati nel tempo.
Note