Mita Marra
Connessioni virtuose
DOI: 10.1401/9788815371126/c1
L’analisi si concentra su un livello meso – come rappresentato nella figura 1.4 – per esaminare la genesi e l’evoluzione dell’esperienza di innovazione del polo tecnologico di San Giovanni. Un modello di inferenza causale di livello meso [35]
ha il vantaggio di poter considerare tanto i micro-fondamenti dei processi di causazione – nella relazione tra x2 e y1 – quanto le interazioni sociali che, propagandosi nel tempo e nello spazio, possono generare impatti di livello aggregato (macro) – nella relazione tra x1 e y2. La lente valutativa di livello meso permette di intercettare il cambiamento individuale (micro) a partire dagli apprendimenti dei partecipanti e di indagare le conseguenze di scala più elevata, frutto delle collaborazioni tra l’università e le imprese. Ricostruendo la sequenza di sviluppo rappresentata in figura 1.4 (x1x2y1y2), l’analisi identifica gli effetti sociali della formazione digitale sulla base del coinvolgimento di diversi gruppi di attori e beneficiari e, con la tecnica del Social Return on Investment (SROI), ne stima il valore economico-finanziario prodotto. Diversamente dalla maggior parte dei costi degli investimenti, che hanno un valore di mercato, l’analisi dei rendimenti sociali pone numerose sfide sul piano della misurazione. In mancanza di valori di mer
{p. 46}cato, l’analisi ricorre a valutazioni contingenti che stimano i benefici percepiti dagli attori coinvolti, verificandone gli effetti correlati (cfr. cap. 5) [36]
.
Fig. 1.4. Effetti micro, meso e macro della formazione nell’ecosistema digitale.
Fig. 1.4. Effetti micro, meso e macro della formazione nell’ecosistema digitale.
Fonte: Rielaborazione da P. Uusikylä (2019).
Tab. 1.2. Profilo degli intervistati
n.
Decisore in ambito universitario
3
Manager delle academy
5
Personale amministrativo universitario
3
Mentor e tutor aziendali
5
Manager e tutor delle aziende partner
3
Discente
10
Proprietario e/o dirigente d’azienda
54
Totale
83
 
 
Lo studio mette a fuoco la fenomenologia dell’ecosistema di San Giovanni, secondo una teoria del cambiamento che collega input, output e risultati di medio periodo. La teoria del cambiamento è frutto di un approccio interpretativo: l’analisi esplora le interazioni tra gli attori coinvolti a partire dalle prospettive dei partecipanti alla ricerca, attraverso l’osservazione partecipante e le interviste in profondità. Il gruppo di lavoro ha condotto 83 interviste semi-strutturate (cfr. tab. 1.2), tra giugno 2019 e marzo 2021 per sondare le percezioni e le motivazioni dei beneficiari della formazione e degli attori che operano nel polo tecnologico di San Giovanni dell’Università di Napoli.
Le interviste hanno, inoltre, coinvolto i proprietari e/o gli amministratori delegati di un campione selezionato di aziende regionali (54) per comprendere i fattori che spiegano il livello tecnologico raggiunto dalle imprese, le lacune nella digitalizzazione e le motivazioni che sottendono le collaborazioni con l’università nelle strategie di innovazione. Le interviste hanno permesso di interagire con gli interlocutori a più riprese al fine di ricostruire, ad esempio, la crescita delle collaborazioni tra l’università e le imprese tecnologiche, {p. 48}anche durante la crisi pandemica (cfr. tab. 1.3). Un database analitico traduce le informazioni qualitative in variabili quantitative che concernono il profilo dell’imprenditore, le caratteristiche delle aziende e del contesto territoriale, il livello tecnologico raggiunto e le collaborazioni delle imprese con l’università (o le disponibilità a collaborare).
Tab. 1.3. Categorie di analisi e traccia di intervista
Categorie di analisi
e interpretazione
Traccia di intervista
Interdipendenze
– Economie di scala
– Economie di scopo
– Economie di rete
Quali sono le caratteristiche delle academy?
In che modo il flusso di attività è cambiato nel tempo?
In che modo i costi di investimento e funzionamento sono stati distribuiti negli accordi partenariali?
Come sono cambiati gli accordi nel tempo?
Quali complementarità sono emerse tra i partner?
Perché è richiesta la formazione digitale?
Chi richiede formazione digitale?
Relazioni ecosistemiche
– Leader
– Follower
– Radicamento
– Adattamento
– Emergenza
– Cooperazione vs. concorrenza
Quali sono le priorità per ciascun partner?
Quali sono gli incentivi per i partner?
Come vengono assegnati i ruoli?
Come vengono valutati i risultati?
Come cambiano i ruoli tra i partner?
Chi ha accesso all’ecosistema?
Qual è il contributo di ciascun partner?
Strategia di creazione
del valore basato
sulla conoscenza
– Ricerca
– Sfruttamento
– Commercializzazione
Open innovation vs. innovazione di prodotto
Quali sono i benefici delle partnership di formazione?
Perché la conoscenza è innovativa?
In che modo i partner partecipano alla creazione della conoscenza?
In che modo i partner collaborano nella formazione digitale?
In che modo i partner sono in concorrenza?
In che modo i partner collaborano con l’università?
 
 
La trascrizione delle interviste attinge alle categorie teoriche dell’«ecosistema» come strategia di creazione del valore (cfr. cap. 3) [37]
. I costrutti della teoria economica – quali {p. 49}le economie di scopo, di scala e di rete – orientano l’analisi sul processo di creazione del valore nell’ambito delle organizzazioni complesse [38]
. Le informazioni qualitative e i dati amministrativi sostengono il processo di stima dei costi e dei benefici sociali associati alla formazione digitale {p. 50}e contribuiscono a valutare la scalabilità del programma e i potenziali effetti regionali secondo gli orientamenti degli studi sulle economie regionali (cfr. cap. 5).
Tab. 1.4. Vantaggi e svantaggi dell’approccio metodologico
Metodi misti
Vantaggi
Limiti
Studio di caso
Ricostruzione delle relazioni ecosistemiche tra l’università e le imprese partner
Analisi contingenti rispetto al contesto e ai testimoni privilegiati intervistati
Social Return on
Investment (SROI)
Quantificazione finanziaria del valore degli investimenti
Attribuzione (analisi di causalità) e affidabilità delle stime
Campionamento
Selezione delle imprese per settore e dimensione per esplorare diversi processi di innovazione
Generalizzabilità limitata
Interviste
semi-strutturate
Analisi dei fattori aziendali e di contesto dell’innovazione delle imprese locali. Analisi delle collaborazioni tra università e imprese
Costruzione del database
quali-quantitativo
Traduzione in variabili dicotomiche delle informazioni qualitative
Errori di misurazione
Cluster analysis
Analisi dei gruppi di imprese con caratteristiche simili in relazione alle variabili di interesse
Network analysis
Misurazione dell’intensità delle relazioni tra imprese e università
Limitata caratterizzazione della relazione
Analisi di regressione
Identificazione delle determinanti delle performance innovative
Relazione di associazione di tipo lineare
Analisi
e interpretazione
dei dati
Integrazione di diverse unità di analisi e risultati della ricerca
Incompatibilità dei risultati dei dati e incongruenze
 
 
 
Sulla base delle interviste agli imprenditori, la ricerca ha esplorato i processi di innovazione aziendale mettendo a fuoco le conoscenze tecno-scientifiche che le imprese richiedono per sostenere la trasformazione digitale. La ricerca ha, inoltre, analizzato, dal punto di vista quantitativo, le variabili aziendali statisticamente significative nonché le collaborazioni scientifiche che spiegano le performance innovative delle aziende osservate.
La tabella 1.4 riassume i passaggi chiave dello studio, i metodi di raccolta e analisi dei dati, i vantaggi e i limiti collegati alle scelte metodologiche operate. Si tratta di un processo replicabile nell’impianto e nell’attuazione che può condurre, però, a risultati differenti, in considerazione della natura prevalentemente qualitativa della ricerca. Le analisi quantitative integrano le dimensioni qualitative [39]
dell’indagine empirica, ma la ricerca è, essenzialmente, uno studio di caso. Come tale, l’analisi approfondisce la multidimensionalità delle relazioni di collaborazione attraverso informazioni di natura esplorativa che non sarebbero state disponibili attraverso altre modalità di raccolta dei dati [40]
.
L’analisi di un unico caso non è esente da limiti metodologici: le risultanze della ricerca sono contingenti rispetto agli intervistati e al contesto indagato. È noto che, nella conduzione delle interviste, la dissonanza cognitiva può indurre gli interlocutori a rievocare esperienze e condividere opinioni e percezioni retrospettive in linea con le proprie convinzioni. Ne può scaturire un potenziale pregiudizio che sovrastima (o sottostima) le pratiche e gli esiti delle collaborazioni tra l’università e le imprese, ad esempio. Ciò nondimeno, la pluralità di prove empiriche raccolte permette di triangolare le informazioni acquisite e
{p. 51}di avanzare conclusioni robuste, ancorché non generalizzabili, sui meccanismi causali e sui problemi e sulle politiche della co-innovazione che le università possono realizzare a vantaggio dei contesti meno avanzati.
Note
[35] Elsner, Why Meso?, cit.; cfr. anche M. Marra, Assessing Meso-Level Dimensions of Complex Policies, in «Rivista Italiana di Politiche Pubbliche», 14, 2014, pp. 141-166 e Ead., Meso Evaluation for SDGs’ Complexity and Ethics, in «Ethics, Policy & Environment», 2021, doi: 10.1080/21550085.2021.1940450.
[36] L’analisi prende in considerazione gli effetti di displacement, dead-weight e di drop-off. Cfr. J. Nicholls et al., A Guide to Social Return on Investment, London, Office of the Third Sector, Cabinet Office, 2009.
[37] R. Adner, Ecosystem as Structure: An Actionable Construct for Strategy, in «Journal of Management», 43, 1, 2019, pp. 39-58.
[38] P. Milgrom e J. Roberts, The Economics of Modern Manufacturing: Technology, Strategy, and Organization, in «American Economic Review», 80, 1990, pp. 511-528.
[39] C. Donovan, The Qualitative Future of Research Evaluation, in «Science and Public Policy», 34, 8, 2007, pp. 585-597.
[40] Cfr. de Jong, Barker, Cox, Sveinsdottir e Van den Besselaar, Understanding Societal Impact through Productive Interactions, cit.