Mita Marra
Connessioni virtuose
DOI: 10.1401/9788815371126/c5
Il ragionamento fin qui condotto suggerisce almeno due conclusioni circa gli impatti occupazionali attesi a livello regionale – vale a dire – l’efficacia e la scalabilità dell’investimento in formazione digitale. Il caso osservato dimostra che l’intervento formativo in un’area urbana periferica di una regione moderatamente innovatrice genera benefici sociali a vantaggio dei destinatari. Si tratta di un investimento in capitale umano che crea lavoro qualificato con salari più elevati rispetto agli altri segmenti del mercato del lavoro [27]
. Ulteriori investimenti tesi alla formazione di forza lavoro qualificata sono suscettibili di generare sviluppo regionale [28]
a patto che l’università sia in grado di godere di autonomia
{p. 118}e capacità organizzative adeguate a realizzare investimenti in capitale umano e collaborare con le imprese che operano sui mercati regionali e globali. Supporre che le università in qualsiasi contesto possano attirare e attivare talenti e favorire, in tal modo, la creazione di posti di lavoro hi-tech è un’aspettativa che, da una parte, sopravvaluta l’incisività delle istituzioni universitarie nei mercati del lavoro regionali e, dall’altra, sottovaluta l’eterogeneità delle stesse università e le molteplici funzioni da loro svolte [29]
. Come già precedentemente sottolineato, il concetto di imprenditorialità interna aiuta a caratterizzare le variabili capacità dei ricercatori e del personale universitario di sviluppare pratiche innovative con elevato impatto su cui è utile approfondire le ricerche valutative future.
Il concetto di imprenditorialità è anche utile ad esplorare gli effetti più ambigui degli investimenti in capitale umano e R&S in contesti produttivi meno innovativi o periferici. La creazione di lavoro hi-tech può innescare processi di innovazione e sviluppo nelle circostanze in cui la mobilità dei lavoratori della conoscenza e le capacità imprenditoriali delle aziende incontrano un mercato del lavoro flessibile e un contesto produttivo tecnologicamente maturo da richiedere e apprezzare competenze qualificate. I prossimi capitoli indagano il contesto produttivo regionale al fine di comprendere in che modo la conoscenza digitale si diffonde e accelera i processi di innovazione delle imprese del territorio.
Note
[27] Cfr. anche OECD, Evaluation of the Academy for Smart Specialization. The Geography of Higher Education, Paris, 2020, https://www.oecd.org/cfe/smes/Evaluation_Academy_Smart_Specialisation.pdf?fbclid=IwAR0n5qfZhw_btf5ExQ4mN8XNPWhoLztDTIUHHv_pCaHDunSWuJ6M853lgFk; A. Rodríguez-Pose, The Revenge of the Places That Don’t Matter (and What to Do about It), in «Cambridge Journal of Regions, Economy and Society», 11, 2018, pp. 189-209; S. Iammarino, A. Rodriguez-Pose e M. Storper, Regional Inequality in Europe: Evidence, Theory and Policy Implications, in «Journal of Economic Geography», 19, 2019, pp. 273-298; S. Iammarino, A. Rodriguez-Pose e M. Storper, Regional Inequality in Europe: Evidence, Theory and Policy Implications, in «Journal of Economic Geography», 19, 2019, pp. 273-298.
[28] Ibidem; B. Clarysse, M. Wright, J. Bruneel e A. Mahajan, Creating Value in Ecosystems: Crossing the Chasm between Knowledge and Business Ecosystems, in «Research Policy», 43, 2014, pp. 1164-1176; C.W. Wessner e T.R. Howell, Regional Renaissance. How New York’s Capital Region Became a Nanotechnology Powerhouse, Springer, 2020.
[29] E. Uyarra, Conceptualizing the Regional Roles of Universities, Implications and Contradictions, in «European Planning Studies», 18, 8, 2010, pp. 1227-1246; P. Benneworth e L. Nieth, Universities and Regional Development in Peripheral Regions, Abingdon, Routledge, 2018.