Note
  1. Si segnala che nella seconda rilevazione vi sono state alcune criticità legate alla disponibilità di dispositivi elettronici e di una connessione Internet a casa adeguati, incidendo ciò sul numero dei partecipanti e sulla precisione nella compilazione del questionario. In conseguenza di tali elementi, la seconda wave presenta una sovrarappresentazione delle scuole la cui utenza era maggiormente attrezzata, anche dal punto di vista tecnologico. Nella scuola Ortensia nessuna classe ha partecipato alla compilazione del secondo questionario per ragioni organizzative interne.
  2. Tutti i dati sono scaricabili e consultabili sul sito web del Servizio Statistico del Comune di Torino, http://www.comune.torino.it/statistica/sistema/ufficioto.htm
  3. In quest’area convergono due fattori: in primis le case dei Villaggi Olimpici sono diventate alloggi di edilizia pubblica e molti di questi sono stati assegnati a famiglie straniere, che hanno quindi mutato la composizione del quartiere; in secundis, proprio alcune delle palazzine olimpiche, mai assegnate, sono diventate luogo di occupazione abusiva da parte degli stranieri, con recenti interventi di sgombero da parte delle forze dell’ordine.
  4. In ottemperanza alle norme sulla tutela della privacy, i nomi reali dei plessi scolastici aderenti alla ricerca sono stati sostituiti da nickname. Poiché la serietà metodologica non deve essere per forza noiosa, il gruppo di ricerca ha dato spazio all’immaginazione (sociologica), individuando nomi che fossero evocativi delle caratteristiche tipiche delle scuole studiate o almeno di quella più evidente in ciascuna di esse. Si è così pensato di abbinare plessi scolastici a nomi di fiori/piante. Per quanto riguarda gli studi di caso (capp. 3, 4 e 5): la scuola Ginestra è stata così nominata per le caratteristiche di resistenza, adattabilità e al contempo di bellezza, che rispecchiano la realtà di quella scuola all’interno di un territorio difficile; il nome Gelsomino rimanda a un’origine «aristocratica» del rampicante (fu la famiglia dei Medici a coltivarla gelosamente per prima); la scuola Camelia evoca la pluralità di specie che vanno sotto questo nome, proprio in quanto l’ambiente scolastico in questione presenta un elevato livello di eterogeneità intra-classe e inter-classi. La stessa logica è stata applicata all’attribuzione dei nickname a tutte le altre scuole. Corniolo è simbolo di raffinatezza; Dalia implica uno spumeggiante splendore; Lavanda è simbolo di adattamento; Azalea si qualifica per le caratteristiche di delicatezza e fragilità; Mimosa per le caratteristiche di resistenza; Magnolia per la bellezza esplosiva; Ortensia come simbolo di adattamento estremo e facilità a fronteggiare le avversità; Primula per il suo essere un fiore semplice che annuncia la rinascita. Nel periodo duro e severo che stiamo vivendo, questo esercizio estetico non è un mero vezzo, ma vorrebbe essere un modesto invito a una visione vitale del nostro futuro – e di quello della scuola.
  5. La classe sociale è stata ricostruita attraverso la classificazione delle professioni dei genitori, così come riportate dai bambini, secondo il modello proposto da Goldthorpe [2000].
  6. Per un approfondimento sul tema si rimanda al capitolo 8 del presente volume.
  7. La variabile della vicinanza emotiva è stata misurata e codificata nel modo seguente: 1 «molto distante», 2 «abbastanza distante», 3 «abbastanza vicino», 4 «molto vicino».
  8. Gli item non estratti (valori < .40) sono: 1 «Sono rilassato e gestisco bene lo stress»; 6 «Di solito parlo molto»; 18 «Faccio fatica a immaginare le cose»; 25 «Mi fermo quando la cosa che sto facendo diventa troppo difficile».
  9. Il questionario della seconda rilevazione includeva i soli item sottostanti le cinque competenze dello studio secondo gli esiti dell’analisi delle componenti principali eseguite sulla matrice dati della prima rilevazione.