Andrea M. Maccarini (a cura di)
L'educazione socio-emotiva
DOI: 10.1401/9788815370327/c2

Capitolo secondo Le competenze sociali ed emotive degli alunni in un anno scolastico
di Daria Panebianco (parr. 3 e 4) e Giulia Maria Cavaletto (parr. 1 e 2)

Notizie Autori
Daria Panebianco insegna Sociologia e Analisi delle reti sociali nell’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni: Dipendenza e cultura delle relazioni. Social network analysis e capitale sociale nei servizi alla persona (2019), Se mi togliete il gioco divento matto. Una ricerca sul gioco d’azzardo a Bologna (2017).
Notizie Autori
Giulia Maria Cavaletto insegna Metodologia della ricerca sociale nell’Università di Padova e Sociologia dell’educazione nell’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni recenti: Emerging Platform Education? What Are the Implications of Education Processes’ Digitization? (2020), Overcoming the STEM Gender Gap. From School to Work (2020), Democrazia. Le sfide del presente tra rappresentanza e partecipazione (2020).
Abstract
Entrando nel vivo della ricerca introdotta nel precedente capitolo si fa qui riferimento anzitutto alle problematiche connesse alla situazione pandemica e alla conseguente adozione della didattica a distanza, tali da aver reso necessaria una rimodulazione sia delle pratiche di rilevamento dei dati che delle modalità con cui tali dati devono essere interpretati. In secondo luogo, si forniscono dei chiarimenti in merito alle principali caratteristiche che hanno condotto alla scelta di Torino come città campione, considerando quelle che sono le sue specificità territoriali, amministrative, demografiche e socio-economiche. Si fornisce, infine, una panoramica del profilo medio degli alunni coinvolti nella ricerca, evidenziando l’interesse nel partecipare al progetto, la composizione etnica, il livello di istruzione dei genitori, le lingue conosciute, l’impegno civico e le attività svolte sia in ambito scolastico che extrascolastico.

1. La ricerca e il suo contesto

L’anno scolastico 2019-2020 è stato molto peculiare; per la prima volta nella storia della Repubblica le scuole sono state costrette alla chiusura per ragioni legate alla pandemia di Covid-19. Al momento della progettazione della ricerca non era possibile immaginare una situazione così impattante sulle biografie, non soltanto scolastiche, dei bambini e delle loro famiglie. Per questa ragione, fatti salvi gli obiettivi conoscitivi della ricerca, alcuni aspetti hanno dovuto essere rimodulati alla luce delle nuove modalità di didattica e di interazione fuori dalle aule scolastiche. Ne renderemo conto nelle prossime pagine.
Il disegno di ricerca prevedeva la somministrazione di due questionari, all’inizio e alla conclusione dell’anno scolastico allora in corso, 2019-2020, al fine di rilevare le competenze socio-emotive dei soggetti intervistati e osservare se queste subissero delle variazioni nel tempo. La prima rilevazione dello studio si è svolta attraverso interviste in presenza nei mesi di settembre e ottobre dell’anno 2019. In particolare, si è chiesto agli alunni di compilare un questionario attraverso l’ausilio di dispositivi informatici, laddove possibile, e questo è stato completato da 651 soggetti. Il questionario si componeva di 4 sezioni. La prima includeva informazioni su alcune caratteristiche socio-demografiche degli alunni e dei loro genitori; la seconda era dedicata al contesto scolastico e non, le cui domande erano finalizzate alla conoscenza delle attività didattiche e ludiche svolte dagli alunni in ambito scolastico e fuori da esso; la terza verteva sul benessere e {p. 60}sulle relazioni sociali dei bambini con la famiglia, gli insegnanti e i compagni di classe; l’ultima, invece, indagava le competenze sociali ed emotive dei rispondenti.
Per quanto riguarda la seconda rilevazione, l’emergenza pandemica attuale non ha consentito la possibilità di un’intervista in presenza, a causa della chiusura delle scuole, e pertanto il questionario è stato compilato online nei mesi di maggio e giugno dell’anno 2020, da 400 bambini in tutto, grazie al supporto logistico delle docenti delle varie scuole [1]
. È stato utilizzato lo stesso questionario della prima somministrazione, seppure in una versione revisionata, che non includeva le variabili che rimangono immutate nel tempo così come le caratteristiche socio-demografiche, e con alcune variazioni su quegli aspetti della vita inficiati dalle restrizioni sociali a seguito della pandemia.
La città di Torino, con le sue scuole primarie, ha costituito il contesto territoriale e sociale a cui si è attinto per la selezione degli istituti comprensivi oggetto di investigazione del nostro studio. Si tratta di una città che presenta caratteristiche eterogenee tra quartieri, nella quale però, diversamente da altre città italiane di dimensioni medio-grandi, non vi sono polarizzazioni estreme. È indubbio che ci siano variazioni significative tra parti di territorio, ma complessivamente la tenuta del tessuto educativo è buona e molte sono le iniziative istituzionali volte a garantire a tutti i bambini e alle loro famiglie accoglienza e inclusività.
Entrando nel dettaglio della città, illustriamo in breve alcune sue caratteristiche che sono state ritenute utili ai fini della scelta delle scuole da osservare nella ricerca. La città di Torino è organizzata in Circoscrizioni, partizioni territoriali di tipo amministrativo sotto le quali ricadono {p. 61}diversi quartieri. Se amministrativamente è la Circoscrizione l’unità di riferimento, per i cittadini sono i quartieri il fattore qualificante le risorse e le criticità dei luoghi in cui si risiede, si va a scuola, si frequentano gli spazi verdi, si fruisce di servizi. Dal 2016 la città è suddivisa in 8 Circoscrizioni (fino al 2015 le Circoscrizioni erano 10, due di esse sono state accorpate ad altre contigue), le quali sono variamente popolate. Quelle che spiccano per numerosità di popolazione residente sono la 2, la 3, la 5 e la 8 [2]
. L’offerta di istruzione per le primarie e secondarie inferiori tiene conto della densità della popolazione nelle Circoscrizioni, in quanto le scelte scolastiche delle famiglie tendono a essere legate al quartiere di residenza.
Per la selezione delle scuole presenti sul territorio da includere nella ricerca sono stati individuati tre criteri: 1) proprietà culturali e sociali del contesto di riferimento; 2) caratteristiche delle scuole; 3) disponibilità di adesione da parte dei dirigenti scolastici a fronte di una campagna informativa sul progetto di ricerca realizzata in collaborazione con Fondazione per la Scuola e rivolta agli istituti scolastici primari della città di Torino.
Riguardo al territorio, gli elementi rilevanti [3]
per la sua qualificazione ai nostri fini sono stati i seguenti:
– livelli di istruzione;
– numerosità di residenti stranieri;
– condizione occupazionale dei residenti e conseguente status socio-economico.
Il primo dato, relativo alla percentuale di laureati sul totale della popolazione residente, evidenzia il profilo culturalmente forte delle Circoscrizioni 8 (soprattutto per la parte oltre il fiume Po, area collinare) e 1 (Centro Crocetta), che vede il 20% della popolazione con il possesso del titolo {p. 62}della laurea. Viceversa, le aree più deboli della città sono costituite dalle Circoscrizioni 5, 6 e 2 (soprattutto la parte dei quartieri Mirafiori Nord e Sud), con il 6% di soggetti laureati. Per quanto concerne la presenza di stranieri sul territorio, questa mostra variazioni significative sia nel tempo sia tra quartieri. Nel 2018 comprende circa il 15% della popolazione residente nella città e l’andamento migratorio evidenzia una stabilizzazione dell’afflusso di stranieri negli ultimi 4 anni. Se ci si sofferma sulla presenza di stranieri all’interno delle singole Circoscrizioni, è possibile fare alcune considerazioni in merito alla distribuzione per età. I dati istituzionali evidenziano una concentrazione di minori stranieri nelle Circoscrizioni 5 e 6; la Circoscrizione 8, invece, vede numeri più contenuti e circoscritti a due aree, precisamente in San Salvario e nella zona di Via Pio VII [4]
. Infine, relativamente alla condizione occupazionale, i dati indicano che il tasso di disoccupazione della città supera il 9% per uomini e donne (Istat 2018), ma questo eccede il 10% nelle Circoscrizioni 5 e 6, dove tra l’altro è più alta, rispetto alla media, anche la disoccupazione giovanile. La fragilità nel mercato del lavoro e l’inadeguatezza del reddito sono tra le cause primarie di condizioni di dipendenza dei soggetti più fragili dai servizi del territorio. Nello scenario che si sta tratteggiando, una riflessione a parte merita l’area di Mirafiori (sia Nord, sia Sud): si tratta di un’area che ha subito le trasformazioni della fabbrica, passando da quartiere operaio per eccellenza, collegato alla Fiat, a quartiere anziano e con livelli di reddito modesti. Tuttavia, si tratta anche di un contesto che sa attivare molte risorse e lo fa attraverso un partenariato tra soggetti privati (Compagnia di San Paolo con un progetto ad hoc per gli anziani «Essere anziani a Mirafiori Sud» e altri soggetti del Terzo settore e Fondazioni {p. 63}di Comunità) e pubblici. All’opposto si collocano invece le Circoscrizioni 1 e 8, cioè rispettivamente il Centro, area in cui convergono molte attività professionali, ma la quota di residenti è medio-bassa, e una delle zone pre-collinari.
È proprio tenendo in conto queste caratteristiche sociali e culturali che sono state individuate 11 scuole primarie per la partecipazione al nostro studio, variamente dislocate nella città di Torino [5]
. In dettaglio, tre scuole, che chiameremo Gelsomino, Dalia e Corniolo, sono collocate nella Circoscrizione 1 (due nel quartiere Centro e una nel quartiere Crocetta); una scuola, Camelia, nella Circoscrizione 3 (nel quartiere San Paolo); una scuola, Azalea, nella Circoscrizione 4 (quartiere Parella); due scuole, Lavanda e Mimosa, nella Circoscrizione 6 (quartieri Regio Parco e Barriera di Milano); una scuola, Ginestra, nella Circoscrizione 5 (quartiere Madonna di Campagna); una scuola, Magnolia, nella Circoscrizione 7 (quartiere Vanchiglia); una scuola, Primula,
{p. 64}nella Circoscrizione 2 (all’intersezione tra i quartieri Mirafiori e Santa Rita); una scuola, Ortensia, nella Circoscrizione 8 (quartiere Millefonti-Filadelfia). Nelle scuole selezionate, sono state coinvolte nella ricerca alcune delle classi quinte e i relativi insegnanti.
Note
[1] Si segnala che nella seconda rilevazione vi sono state alcune criticità legate alla disponibilità di dispositivi elettronici e di una connessione Internet a casa adeguati, incidendo ciò sul numero dei partecipanti e sulla precisione nella compilazione del questionario. In conseguenza di tali elementi, la seconda wave presenta una sovrarappresentazione delle scuole la cui utenza era maggiormente attrezzata, anche dal punto di vista tecnologico. Nella scuola Ortensia nessuna classe ha partecipato alla compilazione del secondo questionario per ragioni organizzative interne.
[2] Tutti i dati sono scaricabili e consultabili sul sito web del Servizio Statistico del Comune di Torino, http://www.comune.torino.it/statistica/sistema/ufficioto.htm
[4] In quest’area convergono due fattori: in primis le case dei Villaggi Olimpici sono diventate alloggi di edilizia pubblica e molti di questi sono stati assegnati a famiglie straniere, che hanno quindi mutato la composizione del quartiere; in secundis, proprio alcune delle palazzine olimpiche, mai assegnate, sono diventate luogo di occupazione abusiva da parte degli stranieri, con recenti interventi di sgombero da parte delle forze dell’ordine.
[5] In ottemperanza alle norme sulla tutela della privacy, i nomi reali dei plessi scolastici aderenti alla ricerca sono stati sostituiti da nickname. Poiché la serietà metodologica non deve essere per forza noiosa, il gruppo di ricerca ha dato spazio all’immaginazione (sociologica), individuando nomi che fossero evocativi delle caratteristiche tipiche delle scuole studiate o almeno di quella più evidente in ciascuna di esse. Si è così pensato di abbinare plessi scolastici a nomi di fiori/piante. Per quanto riguarda gli studi di caso (capp. 3, 4 e 5): la scuola Ginestra è stata così nominata per le caratteristiche di resistenza, adattabilità e al contempo di bellezza, che rispecchiano la realtà di quella scuola all’interno di un territorio difficile; il nome Gelsomino rimanda a un’origine «aristocratica» del rampicante (fu la famiglia dei Medici a coltivarla gelosamente per prima); la scuola Camelia evoca la pluralità di specie che vanno sotto questo nome, proprio in quanto l’ambiente scolastico in questione presenta un elevato livello di eterogeneità intra-classe e inter-classi. La stessa logica è stata applicata all’attribuzione dei nickname a tutte le altre scuole. Corniolo è simbolo di raffinatezza; Dalia implica uno spumeggiante splendore; Lavanda è simbolo di adattamento; Azalea si qualifica per le caratteristiche di delicatezza e fragilità; Mimosa per le caratteristiche di resistenza; Magnolia per la bellezza esplosiva; Ortensia come simbolo di adattamento estremo e facilità a fronteggiare le avversità; Primula per il suo essere un fiore semplice che annuncia la rinascita. Nel periodo duro e severo che stiamo vivendo, questo esercizio estetico non è un mero vezzo, ma vorrebbe essere un modesto invito a una visione vitale del nostro futuro – e di quello della scuola.