Giorgia Pavani, Stefania Profeti, Claudia Tubertini
Le città collaborative ed eco-sostenibili
DOI: 10.1401/9788815410221/c3
Nell’ambito degli studi politologici sull’amministrazione pubblica, le pratiche di collaborazione tra amministrazione e cittadini rappresentano una delle possibili declinazioni della prospettiva della New Public Governance, ponendosi al crocevia di fenomeni più generali (e contigui) come la governance collaborativa e la coproduzione. Per un approccio al tema della New Public Governance, si veda S.P. Osborne (a cura di), The New Public Governance? Emerging Perspectives on the Theory and Practice of Public Governance, London, Routledge, 2009. Una discussione critica sulla genesi e sugli sviluppi della governance collaborativa è offerta in C. Ansell, Collaborative Governance, in D. Levi-Faur (a cura di), The Oxford Handbook of Governance, Oxford, Oxford University Press, 2012, e K. Emerson e T. Nabatchi, Collaborative Governance Regimes, Washington, Georgetown University Press, 2015.
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Sempre nell’ambito della governance collaborativa, vari contributi si sono soffermati sulla natura multilivello dei processi di coinvolgimento di cittadini e degli stakeholders nei processi decisionali, come ad esempio C. Ansell e J. Torfing, How does collaborative governance scale?, in «Policy & Politics», n. 3/2015; M. Hamilton e M. Lubell, Collaborative Governance of Climate Change Adaptation Across Spatial and Institutional Scales, in «The Policy Studies Journal», n. 2/2018; G. Peters, J. Pierre, E. Sorensen e J. Torfing, A Research Agenda for Governance, Cheltenham, Edward Elgar, 2022. Altrettanta attenzione hanno ricevuto le tecniche e gli strumenti per favorire la partecipazione e l’inclusione nelle pratiche di governance collaborativa, come in E.W. Johnston, D. Hicksy, N. Nanz e J.C. Auer, Managing the Inclusion Process in Collaborative Governance, in «Journal of Public Administration Research and Theory», n. 4/2011; C. Ansell, C. Doberstein, H. Henderson, S. Siddiki e P. ‘t Hart, Understanding inclusion in collaborative governance: A mixed methods approach, in «Policy and Society», n. 4/2020; C. Bianchi, G. Nasib e W.C. Rivenbarkc, Implementing collaborative governance: Models, experiences, and challenges, in «Public Management Review», n. 11/2021.
Per una panoramica sul concetto e sulle pratiche di coproduzione, un’utile rassegna (nonché una proposta analitica tra le più consolidate) è offerta in T. Nabatchi, A. Sancino e M. Sicilia, Varieties of Participation in Public Services: The Who, When, and What of Coproduction, in «Public Administration Review», n. 5/2017. Sullo stesso tema, numerosi sono anche i contributi che analizzano le ragioni della diffusione del fenomeno, nonché i potenziali vantaggi e rischi legati ad esso. Tra questi, si segnalano J.L. Brudney, Coproduction. Issues in Implementation, in «Administration and Society», n. 3/1985; C. Needham, Realising the Potential of Co-production: Negotiating Improvements in Public Services, in «Social Policy & Society», n. 2/2007; M. Jakobsen e S. Calmar Andersen, Coproduction and Equity in Public Service Delivery, in «Public Administration Review», n. 5/2013; L. Cataldi, Coproduzione: uno strumento di riforma in tempi di austerity?, in «Rivista Italiana di Politiche Pubbliche», n. 1/2015. Per un inquadramento {p. 149}delle pratiche collaborative tra amministrazione e cittadini rispetto alla coproduzione di servizi a livello locale, si rinvia a S. Profeti e V. Tarditi, Le pratiche collaborative per la co-produzione di beni e servizi: quale ruolo per gli Enti locali?, in «Le Istituzioni del Federalismo», n. 4/2019.
Strumenti di policy
Gli strumenti di policy sono uno dei temi di ricerca più consolidati nell’ambito dell’analisi delle politiche pubbliche. Sul piano teorico-analitico, numerosissimi sono stati i tentativi di procedere a una loro classificazione. Tra i contributi più rilevanti, alcuni utilizzano come fundamentum divisionis le risorse a disposizione dei governi, come ad esempio C. Hood, The tools of government, London, MacMillan, 1983, e L.M. McDonnel e R.F. Elmore, Getting the job done: Alternative policy instruments, in «Educational Evaluation and Policy Analysis», n. 2/1987; altri il grado di coercizione associabile alle misure di policy prescelte, come E. Vedung, Policy instruments: Typologies and Theories, in M.L. Bemelmans-Videc, R.C. Rist e E. Vedung (a cura di), Carrots, Sticks & Sermons: Policy Instruments and Their Evaluation, Piscataway, NJ, Transaction Publishers, 1998; altri ancora gli assunti comportamentali sulla base dei quali gli strumenti vengono scelti, come A. Schneider e H. Ingram, Behavioral assumptions of policy tools, in «The Journal of Politics», n. 2/1990. Una rassegna critica delle diverse ipotesi classificatorie è offerta in G. Capano e I. Engeli, Using instrument typologies in comparative research: Conceptual and methodological trade-offs, in «Journal of Comparative Policy Analysis», n. 2/2022.
La letteratura più recente ha inoltre preso in considerazione la tendenza, da parte dei governi, a combinare diversi tipi di strumenti di policy per la risoluzione di singoli problemi; per un inquadramento base dei come e dei perché di questo fenomeno, etichettato come instrument mix (o policy mix, in alcuni casi), si vedano M. Howlett, Designing public policy, London, Routledge 2019, e G. Capano e M. Howlett, The Knowns and Unknowns of Policy Instrument
Analysis: Policy Tools and the Current Research Agenda on Policy Mixes
, in «SAGE Open», n. 1/2020.
Ulteriori riflessioni hanno infine riguardato la valutazione degli strumenti, o dei mix di strumenti, adottati dai decisori pubblici: da un lato, mettendo a confronto la loro dimensione tecnico-strumentale, ovvero i loro requisiti di efficienza ed efficacia, e la loro legittimità (percepita) sul piano politico e sociale, come in L. Salamon (a cura di), The Tools of Government. A Guide to New Governance, Oxford, Oxford University Press, 2002, e G. Capano e A. Lippi, How policy instruments are chosen: Patterns of decision makers’ choices, in «Policy Sciences», n. 2/2017; dall’altro lato, esaminandone la coerenza nel corso del tempo e rispetto agli obiettivi di policy che si intendevano raggiungere, come in K. S. Rogge e K. Reichardt, Policy mixes for sustainability transitions: An extended concept and framework for analysis, in «Research Policy», n. 8/2016.
Note