Andrea M. Maccarini (a cura di)
L'educazione socio-emotiva
DOI: 10.1401/9788815370327/c1
È ancor oggi oggetto di dibattito se l’apprendimento delle SES debba o no essere valutato, e se sì in che modo e in che senso. L’inclusione nei processi di valutazione potrebbe accrescerne la rilevanza e permetterne il miglioramento, ma potrebbe anche condurre a restringere e irrigidire la nozione stessa delle competenze in questione, promuovendone una
{p. 46}più o meno consapevole standardizzazione trans-culturale, nella prassi oltre che nella teoria. Naturalmente non era questa la nostra intenzione nel somministrare questionari contenenti scale per la misurazione dei livelli di SES. Quali scelte abbiamo compiuto nella nostra indagine?
Per quanto riguarda la misurazione delle SES, la ricerca si è basata sull’assessment diretto e precisamente su questionari di autovalutazione da parte dei soggetti – alunni e insegnanti. Abbiamo assunto la possibilità di tale valutazione, basandoci sulle numerose scale disponibili nel vasto corpus di ricerca empirica su SES e SEL e precisamente ispirandoci, come già accennato, al questionario studenti dell’indagine OECD-SSES. Quest’ultimo ha, tra l’altro, il vantaggio di essere stato validato a livello internazionale quanto alla sua comprensibilità con alunni della stessa età dei soggetti da noi intervistati. Un questionario di autovalutazione può fornire informazioni sia sulla dimensione della comprensione che dell’esecuzione delle SES, cioè i) su quanto i soggetti capiscano e come interpretino le caratteristiche in questione e ii) sulla frequenza di comportamenti ispirati a tali competenze. I self-report – anche quando includono indicatori di comportamento – accertano il modo in cui un soggetto percepisce e valuta sé stesso. Non offrono invece informazioni esterne all’autorappresentazione dei soggetti, né sui contesti in cui i comportamenti hanno luogo. Quest’ultimo problema è soltanto parzialmente risolto dalle osservazioni dirette dei comportamenti a scuola, poiché le SES implicano un’applicazione in molteplici contesti, che non è possibile osservare per evidenti limiti di tempo e risorse. Una metodologia ancor oggi relativamente innovativa e non frequentemente applicata, che affronta almeno parzialmente queste problematiche, consiste nella triangolazione, cioè nella valutazione dello stesso soggetto-target (per esempio un alunno) da parte di soggetti diversi – per esempio l’alunno stesso, un insegnante e un genitore [Kankaraš, Feron e Renbarger 2019]. Nel nostro caso, i limiti di tempo e risorse non hanno consentito d’impiegare questo approccio, che sarebbe stato ulteriormente complicato dalla chiusura delle scuole che ha caratterizzato buona parte del secondo {p. 47}quadrimestre dell’anno scolastico 2019-2020. In ogni caso, la valutazione diretta tramite self-report corrisponde a una prassi ampiamente diffusa in buona parte delle indagini internazionali, specialmente quelle su vasta scala.
Le osservazioni condotte attraverso gli studi di caso hanno permesso di esaminare gli ambienti educativi scolastici e di arricchire e precisare le nostre interpretazioni delle risposte dei soggetti ai questionari, grazie alla più approfondita conoscenza di come un sotto-campione di soggetti stessi pensa e comprende le questioni oggetto delle domande del questionario. Tuttavia, osserviamo en passant che, in questo contesto, abbiamo scelto di non impiegare il cosiddetto formative assessment [Marzano 2015], che comporta lo studio del progressivo apprendimento delle SES lungo un periodo di tempo, integrando comprensione ed esecuzione. Oltre che molto intensivo dal punto di vista temporale e delle risorse umane necessarie, questo approccio manifesta infatti a nostro giudizio qualche limite di eccessiva complessità rispetto all’età dei nostri soggetti, che ricordiamo essere alunni di quinta primaria.
I questionari sono stati somministrati online e compilati via tablet o pc fissi, di proprietà delle scuole oppure forniti dalla Fondazione, in modalità assistita da una ricercatrice e dall’insegnante presenti. Per tutte le 11 scuole, la prima somministrazione si è svolta tra l’inizio delle lezioni a settembre e la metà di ottobre. Il tasso di risposta ha superato il 90%, per un totale di 651 rispondenti, tenendo conto di bambini assenti nei giorni della somministrazione oppure di alunni con disabilità talmente grave da impedire la partecipazione all’attività proposta.
Più problematica è stata la somministrazione ai docenti, per cui abbiamo avuto soltanto 66 rispondenti. Ciò ha limitato la possibilità di effettuare analisi statistiche in merito, come vedremo nel capitolo a essi dedicato. Il questionario per i docenti comprendeva sezioni relative alle informazioni anagrafiche e professionali, alla pratica professionale e alle SES.
Per la seconda somministrazione è stato, naturalmente, molto problematico raggiungere gli alunni, che erano a {p. 48}casa e – nei casi migliori – frequentavano regolarmente le lezioni tramite didattica a distanza. Si è fatto ricorso qui alla collaborazione degli insegnanti, proponendo la compilazione come un’attività facente parte della stessa giornata scolastica e predisponendo modalità adeguate a compilare il questionario, attraverso la piattaforma LimeSurvey, sia su pc che su smartphone. Il prevedibile risultato è stato un calo dei rispondenti. Ma soprattutto, la qualità dei questionari, compilati da casa e in situazioni talora precarie, ha richiesto un notevole sforzo di pulizia del dato. È stata privilegiata l’affidabilità dei dati, preferendo eliminare i questionari che restituivano risultati dubbi sul piano dell’autenticità, della correttezza o dell’accuratezza. Le relative questioni tecniche saranno discusse nel capitolo dedicato all’analisi di questi dati e nell’Appendice metodologica.

3.3. Breve itinerario: i capitoli del volume

Il testo è strutturato nel modo seguente. Nel capitolo 2 si presenta un profilo degli alunni intervistati, proponendo alcune analisi descrittive sui vari aspetti indagati dal questionario: si illustrano inoltre i risultati della misurazione delle loro SES, all’inizio e alla fine dell’anno scolastico. I capitoli 3, 4 e 5 presentano i principali risultati degli studi di caso, evidenziando gli aspetti più rilevanti in termini di dinamiche e relazioni, di stili di insegnamento e di tutto ciò che costituisce il clima scolastico, che possano essere connessi alle SES. Nel capitolo 6 si presenta una riflessione sintetica sugli stili di insegnamento, e da questo punto di vista si procede a identificare le variabili più interessanti da impiegare nei modelli statistici del capitolo successivo, per essere studiate insieme alla matrice dei dati di survey. Il capitolo 7 elabora alcuni modelli di regressione, sia per le SES nel loro complesso, sia per ciascuna delle SES singolarmente presa, identificando i maggiori predittori di SES nel contesto da noi indagato. Il capitolo 8 presenta i dati emergenti dal questionario somministrato agli insegnanti e si concentra successivamente sulle SES di questi ultimi, sia {p. 49}pure attraverso analisi non raffinate, a causa della scarsa numerosità delle risposte, come sarà spiegato dettagliatamente nel testo. Esamina, inoltre, l’esito delle interviste condotte con gli insegnanti durante il periodo di quarantena. L’obiettivo è di aggiungere un dato che getti almeno una luce parziale, in via molto preliminare, su come la pandemia stia trasformando l’esperienza scolastica stessa.
Infine, il capitolo 9 sintetizza le principali conclusioni che si possono trarre da questo studio e tratteggia alcune ulteriori linee di ricerca che si potrebbero sviluppare a partire da esso.
Note