Connessioni virtuose
DOI: 10.1401/9788815371126/c6
Le interviste condotte con i
proprietari o gli amministratori delegati delle imprese manifatturiere più avanzate
suggeriscono che i processi innovativi sono finalizzati ad aumentare l’efficienza
organizzativa e/o a rispondere agli elevati standard qualitativi, ad esempio, nelle
forniture aerospaziali e della meccanica di precisione. Le aziende selezionate che
operano in questo settore sono nella fase di transizione alla quarta rivoluzione
industriale e presentano non solo grandi dimensioni con una scala di produzione elevata,
ma anche una presenza consolidata sul mercato globale, una forza lavoro altamente
qualificata, la capacità di reperire le competenze necessarie a livello internazionale e
una leadership aziendale orientata al continuo miglioramento della competitività. Il
machine learning, l’automazione e l’intelligenza artificiale
con la raccolta, il monitoraggio e l’analisi sistematica di Big Data da remoto, tramite
sensori, sono gli elementi chiave della digitalizzazione finalizzata a mantenere o
ampliare i vantaggi competitivi acquisiti. Le aziende selezionate nella meccanica di
precisione finanziano privatamente le attività di R&S o hanno sviluppato i
pro
¶{p. 124}pri dipartimenti di R&S nell’ultimo decennio. Non sono
soggette a vincoli finanziari o a carenze di capitale umano nell’adozione delle
tecnologie digitali, cui accedono con relativa facilità. Le interviste suggeriscono che
le aziende manifatturiere avanzate intendono integrare gli investimenti in R&S già
avviati con le migliori opportunità di innovazione offerte dal mercato, anche attraverso
la ricerca finanziata con fondi pubblici – soprattutto per lo sviluppo di software
gestionali o di servizi di digitalizzazione personalizzati per migliorare
l’organizzazione dei processi produttivi.
Le interviste suggeriscono,
inoltre, che le imprese più dinamiche sono interessate alla crescita del tessuto
imprenditoriale locale al fine di ridurre i costi delle tecnologie abilitanti ed
aumentare la disponibilità delle competenze qualificate a sostegno della
digitalizzazione. L’interesse espresso è di natura sistemica e rivolto al contesto in
cui cultura e pratica dell’innovazione scontano la mancanza di coordinamento da parte
delle associazioni di categoria e di cooperazione tra le aziende. Le sfide che le
aziende in esame affrontano riguardano la carenza di competenze disponibili a livello
locale utili a garantire standard di qualità certificati a livello internazionale. La
formazione on the job è, quindi, un fattore cruciale per alimentare
un flusso di conoscenze interne alla base del proprio vantaggio competitivo.
Diversamente, l’acquisizione di conoscenze esterne avviene attraverso le collaborazioni
già avviate con l’Università di Napoli, altre università campane e italiane o attraverso
il reperimento di competenze altamente qualificate sul mercato internazionale che, però,
difficilmente assicurano continuità e radicamento. Le collaborazioni scientifiche
avvengono attraverso convenzioni per progetti di ricerca applicata o attraverso la
creazione di laboratori congiunti per la sperimentazione, la misurazione e la
certificazione della qualità dei prodotti e dei processi di produzione.
Le start-up digitali selezionate
nello studio sono specializzate nel disegno e nello sviluppo di sistemi di software,
nella gestione e nella sperimentazione della sensoristica per il monitoraggio a distanza
e nella gestione dei problemi attraverso chatbot e altri strumenti informatici. Le
aziende di medio-grandi dimensioni sono centri di produzione
digi¶{p. 125}tale, ove l’innovazione è un prodotto o un servizio offerto
ai clienti – principalmente grandi aziende o organizzazioni del settore pubblico – per
cui le aziende sviluppano architetture di sistemi, progetti di digitalizzazione, servizi
digitali mobili e attività secondarie come la gestione e la manutenzione del software
per i propri clienti. Il mercato delle imprese tecnologiche selezionate è relativamente
stabile, protetto e segmentato: sia le imprese regionali che quelle controllate da
società multinazionali si specializzano in alcuni tipi di prodotti e servizi digitali a
vantaggio di altre aziende locali e internazionali con cui hanno commesse pluriennali.
Le interviste riportano, inoltre, una crescente mobilità del lavoro con una vivace
offerta, non sufficientemente soddisfatta dalla disponibilità di lavoratori qualificati
in regione. Per questo motivo, le imprese tecnologiche hanno più interesse a reclutare
forza lavoro hi-tech piuttosto che a realizzare progetti di innovazione, normalmente
sviluppati nei dipartimenti di R&S delle società da cui dipendono. Le imprese
tecnologiche investono, sovente, in innovazione aperta e le collaborazioni con le
accademie del polo tecnologico di San Giovanni offrono l’opportunità di formare o
aggiornare la propria forza lavoro o rinnovarla attraverso l’assunzione di tirocinanti e
laureati.
Le micro e piccole imprese
manifatturiere, localizzate nei dintorni del polo universitario, presentano evidenti
carenze sul piano dell’innovazione e richiedono formazione digitale per far fronte alle
pressioni del mercato e alle esigenze emergenti nelle catene di approvvigionamento.
L’imprenditorialità diffusa nell’area orientale della città è legata ad attività di
artigianato e ad aziende manifatturiere a conduzione familiare che non possiedono
capacità imprenditoriali tali da sostenere investimenti in R&S. Date le limitate
dimensioni e capacità organizzative e finanziarie, l’innovazione avviene principalmente
nell’ambito delle relazioni con i clienti e i fornitori, grazie all’imitazione o
all’adozione di nuove tecnologie attraverso processi aperti o attraverso l’utilizzo di
brevetti registrati. L’innovazione riguarda l’Internet of Things o gli applicativi e i
servizi mobili digitali che possono migliorare l’interfaccia con i clienti – come, ad
esempio, un imprenditore che produce camicie sartoriali con un’applicazione per la
visualizzazione ¶{p. 126}in 3D del capo da personalizzare.
L’introduzione di nuove tecnologie risponde all’esigenza di mantenere la propria
posizione di mercato e di ridurre i tempi e i costi della produzione, che, sovente,
costringono alla riorganizzazione dei processi o all’assunzione di nuovo personale. Le
maggiori difficoltà incontrate dalle aziende in esame emergono nel reclutamento di forza
lavoro qualificata e nel reperimento di figure consulenziali in grado di orientare e
accompagnare l’azienda nei processi di trasformazione interna.
Sulla base delle interviste e dei
sopralluoghi effettuati, l’innovazione delle imprese selezionate può caratterizzarsi in
base a cinque indici che definiscono il grado di maturità tecnologica rispetto agli
standard dell’Industria 4.0. Avendo personalmente visitato la quasi totalità delle
imprese selezionate nel campione, e visto all’opera impianti e software, dirigenti e
operai, a ciascuna impresa del campione viene assegnato un punteggio analitico e
sintetico secondo cinque scale di innovazione digitale, che focalizzando l’attenzione su
diversi aspetti dei processi di digitalizzazione, sono tra di loro complementari. La
tabella 6.2 descrive in dettaglio i cinque indici utilizzati, vale a dire, l’indice MISE
elaborato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2018; l’indice ACATech formulato dall’Accademia nazionale tedesca di
scienze e ingegneria
[11]
; il Digital Readiness Assessment elaborato dal Digital Innovation Hub della
Regione Piemonte nel 2017; l’indice Readiness (IMPULS) elaborato dalla federazione
tedesca di ingegneria della VDMA (Verband Deutscher Maschinenund Anlagenbau e.V.)
[12]
e l’indice SELFI 4.0 elaborato nel 2018 nei «Punti Impresa Digitale»
localizzati presso le Camere di Commercio e dedicati alla diffusione della cultura
digitale nelle micro, piccole e medie imprese. Sulla base delle classificazioni
proposte, i punteggi ¶{p. 127}sono frutto della verifica dei processi
interni all’azienda, della capacità di acquisire e mettere in atto tecnologie abilitanti
e innovazioni organizzative finalizzate al miglioramento della capacità produttiva,
delle competenze interne, nonché della cultura e del modello di business
adottato.¶{p. 128}
Indici |
Scale/livelli |
MISE Tecnologie
abilitanti acquisite dall’impresa |
Robot collaborativi e
interconnessi (Advanced Manufacturing Solutions) Integrazione
elettronica dei dati e delle informazioni lungo le diverse fasi
produttive dell’azienda (Horizontal Integration) Stampanti 3D
(Additive Manufacturing), condivisione elettronica con
clienti/fornitori delle informazioni sullo stato della catena di
distribuzione (inventario, tracking, ecc.) (Vertical Integration)
Realtà aumentata (Augmented Reality) Gestione di
elevate quantità di dati su sistemi aperti (Cloud)
Simulazioni di sperimentazione e test virtuali (Simulation)
Rilevazione e analisi di elevate quantità di dati (Big
Data/Analytics) Nanotecnologie e materiali intelligenti (Smart
Technology/Materials) Sicurezza informatica durante le
operazioni in rete e su sistemi aperti (Cyber Security)
Comunicazione elettronica in rete tra macchinari e prodotti
(Industrial Internet of Things) |
ACATECH Maturità
tecnologica e digitalizzazione |
Stadio 1 – Informatizzazione: è la
fase iniziale di digitalizzazione dell’impresa in cui le tecnologie
informatiche non sono connesse (ad es. le macchine a controllo
numerico) o non hanno ancora interfacce digitali di collegamento con
il sistema informatico aziendale Stadio 2 – Connettività: è la fase
in cui le applicazioni digitali sono interconnesse, anche se non si
è ancora raggiunta la completa integrazione tra la tecnologia
operativa e il sistema informatico Stadio 3 –
Visibilità: è la fase in cui la presenza di sensori consente di
monitorare i dati relativamente a tutti i processi che avvengono
all’interno dell’azienda Stadio 4 – Trasparenza: è la fase
in cui l’azienda utilizza tecnologie per l’analisi dei dati (ad es.
le tecnologie semantiche) finalizzate a comprendere le interazioni
presenti tra gli elementi digitali e le relazioni tra eventi ed
effetti Stadio 5 – Capacità predittiva: è la fase in cui
la comprensione delle relazioni tra gli elementi consente di
simulare scenari futuri in modo da anticipare gli eventi e
implementare misure idonee Stadio 6 – Adattabilità: è la fase
dell’automatizzazione del processo decisionale relativamente ad
alcune scelte assunte dal sistema informatico |
DIGITAL READINESS
ASSESSMENT Maturità dei processi aziendali del
sistema informativo, delle competenze,
della cultura aziendale e del modello di
business |
Livello 0, in cui le competenze
specializzate non sono presenti e i processi sono interamente
manuali Livello 1, in cui sono individuate le competenze
necessarie e la strategia digitale è da definire Livello 2, ove è
presente uno scambio di informazioni, ma di bassa entità e i
processi sono parzialmente pianificati Livello 3, ove le
competenze sono in formazione, ma la strategia digitale risulta
avviata e l’azienda è per lo più interconnessa Livello 4, in cui
i processi sono quasi tutti digitalizzati e l’uso delle tecnologie
abilitanti è significativo Livello 5, in cui l’azienda è
completamente digitalizzata con un elevato scambio di
informazioni |
IMPULS Potenziale
dell’impresa in termini di trasformazione
in Industria 4.0 |
Le nuove arrivate sono le aziende
che non hanno affrontato le problematiche dell’Industria 4.0 ma
cominciano ad avvicinarsi alle nuove tecnologie Le imprese
adottano le prime misure dell’Industria 4.0 Le imprese leader
sono in fase avanzata di attuazione delle misure dell’Industria 4.0
e costituiscono il gruppo di riferimento per tutte le
altre |
SELFI 4.0 Digitalizzazione
dei processi |
Livello 1 – Esordienti: sono
quelle aziende che per gestire e archiviare i propri dati utilizzano
ancora sistemi tradizionali Livello 2 – Apprendisti: sono
quelle aziende che usano solo gli strumenti informatici di base (ad
es. la posta elettronica) Livello 3 – Specialisti: sono
quelle imprese che hanno digitalizzato la maggior parte dei processi
Livello 4 – Esperti: sono quelle aziende che hanno digitalizzato
tutti i processi e applicano con successo i principi dell’Industria
4.0 Livello 5 – Campioni: sono quelle aziende nate
digitali o che sono riuscite a trasformarsi e ad adottare le
tecnologie più innovative nella gestione di tutte le fasi
aziendali |
Come
¶{p. 129}era da attendersi, il livello
di maturità tecnologica delle imprese selezionate è funzione della dimensione aziendale
(cfr. tab. A2 in appendice) e del settore di appartenenza. Le medie imprese
tecnologiche, ma anche le grandi imprese manifatturiere, presentano il più alto livello
tecnologico a differenza delle piccole imprese manifatturiere che hanno mediamente una
dotazione tecnologica inferiore. E le interviste suggeriscono che ad un punteggio alto o
medio-alto corrisponde un alto livello di qualificazione delle risorse umane. La qualità
e la preparazione delle risorse umane è particolarmente elevata nelle aziende
tecnologiche e nelle aziende manifatturiere avanzate di media e grande dimensione.
Diversamente, le microimprese manifatturiere sono classificate nella fascia più bassa
delle scale di innovazione cui corrispondono anche severe carenze di personale
qualificato.
Note
[11] G. Schuh, R. Anderl, R. Dumitrescu, A. Krüger e M. ten Hompel (a cura di), Industrie 4.0 Maturity Index Managing the Digital Transformation of Companies, Acatech Study, 2020.
[12] K. Lichtblau, V. Stich, R. Bertenrath, M. Blum, M. Bleider, A. Millack, K. Schmitt, E. Schmitz e M. Schröter, Industrie 4.0 Readiness, Cologne Institute for Economic Research, 2015.