Edoardo Chiti, Alberto di Martino, Gianluigi Palombella (a cura di)
L'era dell'interlegalità
DOI: 10.1401/9788815370334/c15
Non pare, tuttavia, che la gestione di tale complessità giuridica possa essere sempre delegata al giudice, benché questi possa essere utilmente chiamato a tener conto di tutti i contrastanti regimi, diritti, obblighi e prerogative – riferibili a Stati, a organizzazioni o finanche a singoli individui – ai quali dovrà tentare di dare rilievo simultaneamente, collocando il caso concreto «nel mezzo» di tutti i regimi giuridici che vi convergono [95]
. L’analisi di alcune pronunce in casi
{p. 440}«interlegali» ha, per vero, dimostrato come, a fronte della complessità del panorama regolatorio esistente, le singole Corti possano preferire un atteggiamento di tendenziale autolimitazione, oppure possano giudicare casi analoghi con esiti discordanti, a seguito di una diversa «ricomposizione» delle varie legalità.
La regolazione di Internet potrebbe, allora, trarre dalla categoria dell’interlegalità utili spunti anche per la configurazione dei futuri strumenti di governance della rete. Archiviata, ormai, qualsiasi questione relativa all’individuazione dei soggetti legittimati a regolare il Web, l’interlegalità può infatti aiutare a comprendere sul piano giuridico ciò che è già stato messo in luce dal punto tecnico: su Internet, «siamo tutti così connessi da avere una responsabilità condivisa l’uno per l’altro, in modi mai immaginati in precedenza (…). L’uso di Internet e la sua governance dovrebbero tener conto delle prospettive di tutti coloro che vi partecipano» [96]
.
In altre parole, la prospettiva dell’interlegalità, oltre a fornire gli strumenti per gestire la sostanziale interconnessione tra i diversi regimi settoriali che intervengono su Internet, derivante dall’inevitabile correlazione tra le finalità che ciascun attore persegue, può orientarne anche l’evoluzione, affinché, nell’ottica della «responsabilità condivisa», ciascun regolatore riconosca (ed eventualmente tuteli) già ex ante anche gli interessi e gli scopi delle altre legalità concorrenti.
Note
[95] Nella medesima prospettiva sostanziale, Woods, Litigating Data Sovereignty, cit., p. 371; Pollicino e Bassini, The Law of the Internet between Globalisation and Localisation, cit., p. 362. Circa le difficoltà insite in tale approccio, Goldsmith, Sovereign Difference and Sovereign Deference on the Internet, cit., pp. 823 ss.
[96] Cerf, Internet Governance is Our Shared Responsibility, cit., p. 3. Anche de La Chapelle e Fehlinger, Jurisdiction on the Internet, cit., pp. 742 ss., suggeriscono di trarre ispirazione dal modello di governance tecnica di Internet e di concepire ogni questione regolatoria «as an issue of common concern for all actors».