Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi, Giorgio Vittadini (a cura di)
Viaggio nelle character skills
DOI: 10.1401/9788815366962/c3
Gradevolezza. La gradevolezza spiega il grado di fiducia sociale posta negli altri. Essa riflette la tendenza ad avere condotte altruistiche e prosociali opposte a comportamenti antagonisti e antisociali. Nel contesto scolastico, la gradevolezza aiuta gli studenti a stabilire relazioni positive che
{p. 72}potenzialmente possono facilitare l’apprendimento. Il fattore è correlato con la motivazione estrinseca: gli studenti più gradevoli tendono a dare valore a ciò che si «deve fare» piuttosto che a ciò che «piace fare». Tali studenti a) si impegnano nei compiti a casa; b) gestiscono bene il tempo dello studio; c) amano cooperare con i compagni sotto la guida degli insegnanti; d) hanno il senso del dovere.
Tab. 1. Schema costitutivo dei Big Five
Dimensione generale
Sottodimensioni
Descrizione (polarità positiva)
Estroversione
• Dinamismo
• Dominanza
La persona è amichevole, entusiasta, ama parlare e stare in compagnia
Amicalità (o gradevolezza sociale)
• Cooperatività/Empatia
• Cordialità/Atteggiamento amichevole
La persona è gentile, affettuosa, corretta, altruista, accomodante
Coscienziosità
• Scrupolosità
• Perseveranza
La persona è diligente, impegnata, fiduciosa, rispettosa
Stabilità emotiva
• Controllo delle emozioni
• Controllo degli impulsi
La persona è spesso calma, positiva, e stabile dal punto di vista emotivo
Apertura mentale
• Apertura alla cultura
• Apertura all’esperienza
La persona è curiosa, creativa, aperta intellettualmente
 
 
 
Estroversione. L’estroversione e il suo contrario, l’«introversione», colgono il grado di chiusura e apertura sociale di una persona. Tale fattore correla bene con aspetti temperamentali quali la scarsa inibizione, la ricerca di novità e di compagnia, l’impulsività, l’attivismo.
Stabilità emotiva. La stabilità emotiva ha a che fare con la gestione della rabbia e dell’ansia, comunque con la tendenza ad avere un approccio positivo nei confronti della realtà e degli altri, mentre il suo opposto, il nevroticismo è la tendenza a reagire a certi stimoli con intense emozioni negative (ad es. ansia). Una bassa stabilità emotiva (quindi un alto nevroticismo) è correlata con una bassa disponibilità ad imparare dagli errori. Un’alta stabilità emotiva aiuta gli studenti a concentrarsi sui compiti, a portarli a termine, ad ottenere dei buoni risultati scolastici.{p. 73}
Coscienziosità. La coscienziosità è collegata teoricamente e praticamente con la capacità di «controllo dello sforzo». Le funzioni esecutive del cervello dedicate all’attenzione e una serie di marcatori genetici costituiscono le basi organiche della coscienziosità. Più semplicemente, essa riguarda la disponibilità della persona a fare bene i compiti che le sono stati assegnati o le attività che ha scelto di svolgere. Per gli studenti coscienziosi essere impegnati nello studio è aspetto cruciale della loro riuscita scolastica. Che cosa fanno questi studenti: a) pianificano lo studio; b) elaborano strategicamente i contenuti; c) gestiscono lo stress modificando i loro obiettivi (risultati versus apprendimento); d) lavorano sui dettagli; e) limitano le fonti di distrazione; f) revisionano il lavoro al fine di individuare gli errori. In sintesi autoregolano l’apprendimento e hanno un approccio strategico allo studio.
Apertura mentale. L’apertura mentale riflette due componenti: a) l’interesse per l’arte, l’estetica, l’immaginazione, la fantasia e la creatività; b) l’impegno in attività intellettuali caratterizzate da ricerca, curiosità, astrazione, ragionamento. Questo secondo aspetto si collega alle misure sull’intelligenza. Gli studenti che dimostrano apertura mentale sono: a) motivati dalla curiosità; b) desiderano accrescere le loro qualità; c) si focalizzano sull’apprendimento piuttosto che sui voti; d) cercano la comprensione accurata di ciò che hanno studiato piuttosto che imparare a memoria; e) sviluppano punti di vista personali; f) amano leggere. Sovente l’apertura mentale si correla con l’uso di strategie metacognitive, il pensiero critico, la gestione del tempo e la regolazione dello sforzo.
Recenti studi e metanalisi hanno evidenziato il ruolo dei fattori di personalità nell’apprendimento [16]
. Considerando i Big Five, si osserva che la personalità può avere un’influenza bassa, moderata e alta sul rendimento scolastico. I bambini della scuola primaria fanno registrare, in genere, correlazioni più elevate nei cinque fattori di personalità. Questa tendenza {p. 74}non si osserva negli altri gradi di istruzione. Nel passaggio dalla scuola primaria alla secondaria le correlazioni subiscono una sorta di «declino evolutivo»: la crescita riduce l’intensità del legame tra fattori e rendimento scolastico.

3. Capitale psicologico

Il capitale psicologico è costituito da un insieme di caratteristiche psicologiche positive dell’individuo. Sono relativamente stabili, ma nello stesso tempo sensibili alle esperienze (successo e fallimento) e alle caratteristiche del contesto. Si tratta di dimensioni derivate dalla cosiddetta «psicologia positiva» che si focalizza sull’individuazione di fattori di successo e sulle risorse individuali che favoriscono la riuscita sociale, il benessere e la piena realizzazione di sé. Alcune delle dimensioni individuate dal modello di Luthans e colleghi [17]
si rifanno a concetti provenienti da altre teorie, come ad esempio il costrutto banduriano di self-efficacy (la percezione di essere capace di...) o il concetto molto in uso oggi di resilienza.
Il modello proposto da Luthans e colleghi, denominato anche PSYCAP o HERO (riprendendo le iniziali di ciascuna componente in lingua inglese) prende in considerazione quattro dimensioni (quattro tipi di risorse), sintetizzate nella tabella 2.
Vediamo le caratteristiche delle singole dimensioni di capitale psicologico considerate dal modello.
Speranza. Nel modello di Snyder e colleghi [18]
viene definita come uno stato motivazionale positivo basato sull’interazione tra agenticità e pianificazione per raggiungere gli obiettivi.{p. 75} L’agenticità si riferisce alla determinazione sia nell’iniziare a perseguire un obiettivo sia nel portarlo a termine mentre il focus sugli obiettivi fa riferimento alla capacità di elaborare diversi percorsi e strategie possibili per raggiungerli: insieme quindi permettono di generare più alternative per riuscire a portare a termine ciò che ci si è prefissato, di scegliere la strada più efficace e di essere in grado di cambiare la stessa strada in corso d’opera nel caso in cui quella iniziale non sia più adatta. In poche parole, lo studente con alti livelli di speranza è colui che riesce a immaginarsi, e poi effettivamente realizzare, un percorso di studio in preparazione, ad esempio, all’esame di stato, fatto di step intermedi e di costanza e perseveranza nel raggiungerli. Vede dunque con più facilità la strada per il successo [19]
.
Tab. 2. Schema generale del modello di capitale psicologico HERO
Dimensione generale
Descrizione
Speranza
La persona è determinata e orientata verso il raggiungimento di un obiettivo, pianificandone il percorso
Autoefficacia percepita
La persona ha fiducia nelle proprie capacità di raggiungere un obiettivo specifico in una situazione specifica
Resilienza
La persona affronta le avversità o il disagio, ed è in grado di recuperare dallo stress, di superare i conflitti, i fallimenti, i cambiamenti e di far fronte a un aumento della responsabilità
Ottimismo
La persona rende interne attribuzioni fisse e globali per eventi positivi e attribuzioni esterne e specifiche a eventi negativi
 
 
Autoefficacia. Luthans e colleghi riprendono questo concetto dalla teoria di Bandura e lo definiscono come la fiducia delle persone nella loro capacità di raggiungere un obiettivo specifico in una situazione specifica. Le persone autoefficaci sono capaci di organizzare e di eseguire le azioni richieste per raggiungere i loro obiettivi e tendono a scegliere {p. 76}compiti più difficili e obiettivi più sfidanti perché hanno la convinzione di riuscire a portare a termine il compito con successo: una volta che ci riescono, hanno una maggiore fiducia in loro stessi e di conseguenza la convinzione che li spinge cresce ancora come anche la capacità di superare gli ostacoli, instaurando un circolo virtuoso. Questa modalità di sviluppo dell’autoefficacia è solo una delle quattro proposte originariamente nel modello di Bandura: troviamo infatti anche l’apprendimento vicario, in cui la propria autoefficacia può aumentare osservando e studiando un modello che porta a termine quel compito (più esso è simile e importante per la persona, più sarà efficace); la possibilità di essere persuasi da qualcuno di rilevante ad avere più fiducia in sé stessi; e infine l’influenza dell’arousal psicologico, fisiologico, emotivo e del benessere sui livelli della propria autoefficacia [20]
. Lo studente dunque diventa autoefficace anche in base ai modelli scolastici (ad es. i docenti) e il feedback che ne riceve, e più è forte l’impatto di tali modelli, maggiore sarà l’impegno e la costanza nel portare a termine un compito.
Resilienza. Nella sua applicazione legata al mondo del lavoro e delle organizzazioni, Luthans e colleghi [21]
la definiscono come la capacità di resistere alle avversità, di superare gli ostacoli, di rialzarsi più forti di prima in seguito ad esperienze negative (malattie, infortuni, sconfitte, esclusioni, ecc.) perseverando nell’obiettivo di riuscire. Una persona resiliente quindi è in grado, di fronte alle avversità, di recuperare velocemente e anche di crescere, mentre invece chi non lo è (o lo è poco) tenderà ad abbattersi facilmente e a sentirsi bloccato. Una particolarità di questa risorsa psicologica è il fatto che si sviluppa in modo autonomo nel tempo mano a mano che sfide e difficoltà si presentano e permette di reagire a esse con una forza sempre maggiore: si può quindi diventare più resilienti e migliorare di conseguenza la propria
{p. 77}performance di fronte a ostacoli e problemi. Nel contesto educativo e formativo questo significa riuscire in caso di situazioni stressanti o cambiamenti non solo a recuperare rapidamente ma anche a incrementare la propria prestazione e crescere. Può essere il caso degli studenti che, dopo un percorso di apprendimento non efficace nella scuola primaria, riescono ad aumentare il rendimento scolastico nella scuola secondaria [22]
.
Note
[16] A.E. Poropat, Beyond the Shadows. The Role of Personality and Temperament in Learning, in L. Corno e E.M. Anderman (a cura di), Handbook of Educational Psychology, New York, Routledge, 2016, 3a ed.
[17] F. Luthans, J.B. Avey, B.J. Avolio e S.J. Peterson, The Development and Resulting Performance Impact of Positive Psychological Capital, in «Human Resource Development Quaterly», 21, 1, 2010, pp. 41-67.
[18] C.R. Snyder, C. Harris, J.R. Anderson, S.A. Holleran, L.M. Irving, S.T. Sigmon, L. Yoshinobu, J. Gibb, C. Langelle e P. Harney, The Will and the Ways: Development and Validation of an Individual-differences Measure of Hope, in «Journal of Personality and Social Psychology», 60, 4, 1991, pp. 570-585.
[19] C. Consiglio e V. La Mura, Lo PsyCap secondo Luthans, in A. Rolandi (a cura di), Capitale psicologico. Un asset chiave del terzo millennio, Milano, Franco Angeli, 2016.
[20] F. Luthans, J.B. Avey, B.J. Avolio e S.J. Peterson, The Development and Resulting Performance Impact of Positive Psychological Capital, cit., pp. 41-67.
[21] F. Luthans, B.J. Avolio, J.B. Avey e S.M. Norman, Positive Psychological Capital: Measurement and Relationship with Performance and Satisfaction, cit., pp. 541-572.
[22] C. Consiglio e V. La Mura, Lo PsyCap secondo Luthans, cit.