Federico Batini (a cura di)
La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/c8
In questo modo si assiste all’attivazione di atteggiamenti collaborativi e cooperativi che rendono la scuola aperta e pronta alla stipula di un patto formativo con l’ambiente esterno, in grado di dar vita a esperienze diffuse e continue di reciprocità/interdipendenza culturale e sociale [Frabboni 2006].
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3. L’educazione alla lettura a scuola

3.1. Educare alla lettura nel contesto scolastico: la normativa nel primo e secondo ciclo

La scuola è chiamata, insieme alla famiglia e alle altre realtà educative, a dare il suo contributo a promuovere il piacere della lettura, favorendo l’incontro con i libri, così che questi ultimi siano compagni di viaggio familiari e fidati per tutta la vita [Cortiana, Garbo e Grotta 2020].
Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione [Miur 2012] evidenziano in più passaggi l’importanza di favorire l’incontro progressivo con i libri e la lettura a partire dalla scuola dell’infanzia:
L’incontro e la lettura di libri illustrati, l’analisi dei messaggi presenti nell’ambiente incoraggiano il progressivo avvicinarsi dei bambini alla lingua scritta, e motivano un rapporto positivo con la lettura e la scrittura [ibidem, 21].
A tale scopo assume un ruolo strategico la biblioteca scolastica:
[...] da intendersi come luogo privilegiato per la lettura e la scoperta di una pluralità di libri e di testi, che sostiene lo studio autonomo e l’apprendimento continuo; un luogo pubblico, fra scuola e territorio, che favorisce la partecipazione delle famiglie, agevola i percorsi di integrazione, crea ponti tra lingue, linguaggi, religioni e culture [ibidem, 26].
La pratica della lettura è proposta come una pratica
centrale in tutto il primo ciclo di istruzione, è proposta come momento di socializzazione e di discussione dell’apprendimento di contenuti, ma anche come momento di ricerca autonoma e individuale, in grado di sviluppare la capacità di concentrazione e di riflessione critica, quindi come attività particolarmente utile per favorire il processo di maturazione dell’allievo [ibidem, 28].
I benefici di questa pratica sono messi in evidenza successivamente:{p. 195}
La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé [ibidem, 28].
Costante è l’insistenza nella normativa alla consuetudine con i libri, indicata come fondamento per lo sviluppo del lettore autonomo lifelong e lifewide.
Le Indicazioni nazionali proseguono mettendo in rilievo come la lettura abbia tra i benefici quelli di contribuire a sviluppare l’autonomia, la concentrazione e la riflessione:
La consuetudine con i libri pone le basi per una pratica di lettura come attività autonoma e personale che duri per tutta la vita. Per questo occorre assicurare le condizioni (biblioteche scolastiche, accesso ai libri, itinerari di ricerca, uso costante sia dei libri che dei nuovi media ecc.) da cui sorgono bisogni e gusto di esplorazione dei testi scritti. La lettura connessa con lo studio e l’apprendimento e la lettura più spontanea, legata ad aspetti estetici o emotivi, vanno parimenti praticate in quanto rispondono a bisogni presenti nella persona. In questa prospettiva ruolo primario assume il leggere per soddisfare il piacere estetico dell’incontro con il testo letterario e il gusto intellettuale della ricerca di risposte a domande di senso, come premessa a una prima educazione letteraria, che non si esaurisce certo nel primo ciclo di istruzione [ibidem, 29].
Allo stesso tempo si evidenzia come la lettura favorisca l’esercizio di comprensione verbale, lo sviluppo della fantasia e il confronto con il diverso da sé, ma anche il piacere della lettura.
Saper leggere, quindi, diventa essenziale non solo in una logica di reperimento delle informazioni, di ampliamento delle conoscenze e di ricerca di risposte significative ma anche per favorire le capacità argomentative in un’ottica di esercizio del diritto di parola, attraverso il dibattito e il dialogo intorno ai testi presentati – è esercizio di fondamentale importanza.
La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni {p. 196}civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé. Tutte queste esperienze sono componenti imprescindibili per il raggiungimento di una solida competenza nella lettura e per lo sviluppo di ogni futura conoscenza.
È dunque compito della scuola l’apprendimento della strumentalità del leggere e l’attivazione di numerosi processi cognitivi necessari alla comprensione.
La lettura, tuttavia, come specificano le Indicazioni nazionali:
[...] va costantemente praticata su un’ampia gamma di testi appartenenti ai vari tipi e forme testuali [da testi continui a moduli, orari, grafici, mappe ecc.] per scopi diversi e con strategie funzionali al compito, senza mai tralasciare la pratica della lettura personale e dell’ascolto di testi letti dall’insegnante realizzata abitualmente senza alcuna finalizzazione, al solo scopo di alimentare il piacere di leggere [ibidem, 29].
Fondamentale, dunque, è la bibliovarietà [Batini 2022b, 115-116], per favorire lo sviluppo di punti di vista e visioni diverse, per garantire la molteplicità e la pluralità di voci e paesaggi.
Un’attenzione particolare è riservata all’ascolto di testi letti, ovvero alla lettura ad alta voce condivisa [ibidem]. Allo stesso tempo è necessario che la lettura sia vissuta dalla scuola come una pratica non di uso esclusivo del docente di italiano:
Lo sviluppo della competenza di lettura riguarda tutte le discipline. È compito di ciascun insegnante favorire con apposite attività il superamento degli ostacoli alla comprensione dei testi che possono annidarsi a livello lessicale o sintattico oppure al livello della strutturazione logico-concettuale [Miur 2012, 29].
Centrale diventa la necessità di creare luoghi accessibili che favoriscano l’incontro con i libri:
Per questo occorre assicurare le condizioni [biblioteche scolastiche, accesso ai libri, itinerari di ricerca, uso costante sia dei libri che dei nuovi media ecc.] da cui sorgono bisogni e gusto di esplorazione dei testi scritti [ibidem, 29].{p. 197}
In questa direzione e in continuità si pongono i riferimenti alla lettura presenti nella documentazione delle scuole secondarie di II grado.
Tra le competenze di base del primo biennio, il legislatore indica semplicemente: «leggere, comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo» [Ministero della Pubblica Istruzione 2007, 14], ma poi il discorso si allarga, riprendendo quanto in maniera più articolata e specifica era stato formulato per gli istituti tecnici (d.p.r. n. 89/2010):
Il docente tiene conto, nel progettare il percorso dello studente, dell’apporto di altre discipline, con i loro linguaggi specifici − in particolare quelli scientifici, tecnici e professionali − e favorisce la lettura come espressione di autonoma curiosità intellettuale anche attraverso la proposta di testi significativi, selezionati in base agli interessi manifestati dagli studenti [Miur 2010, 39].
Lo sviluppo del piacere e del gusto per la lettura resta prioritario e viene anteposto a tutti gli altri contenuti. Nelle Indicazioni per i licei (d.p.r. n. 89/2010) ad esempio si riporta:
Il gusto per la lettura resta un obiettivo primario dell’intero percorso di istruzione, da non compromettere attraverso un’indebita e astratta insistenza sulle griglie interpretative e sugli aspetti metodologici, la cui acquisizione avverrà progressivamente lungo l’intero quinquennio, sempre a contatto con i testi e con i problemi concretamente sollevati dalla loro esegesi [ibidem, 11].
L’obiettivo è quello di coltivare negli anni il piacere di leggere, al fine di formare i lettori autonomi di domani. In questa direzione la normativa riconosce il valore dell’esperienza della lettura per favorire lo sviluppo della personalità, la capacità di confronto e il pensiero critico. Competenze queste alla base della cittadinanza attiva.
La lettura diventa strumento di conoscenza di sé e dell’alterità, opportunità per poter disporre di repertori e modelli di vissuti da utilizzare e riorganizzare nella definizione della propria identità.
Leggere, dunque, costituisce una delle premesse su cui la scuola deve investire nel suo curricolo non solo in un’ot{p. 198}tica di sviluppo delle competenze linguistiche, ma anche in un’ottica di empowerment personale e sociale [Batini e Bartolucci 2019].

3.2. Educare alla lettura nel contesto scolastico: costruzione dell’identità e autonomia di indagine

All’interno del contesto scolastico l’educazione alla lettura deve porsi come didattica intenzionale non finalizzata all’accesso allo studio «specialistico», riservato a pochi adepti, ma come strumento equitativo e pratica da portare avanti per tutto l’arco della vita. In fondo, se intendiamo la scuola come dispositivo educativo pedagogico esperienziale [Massa 1987], la sua prima finalità non può che essere la formazione integrale del cittadino, pienamente responsabile, in grado di offrire il proprio contributo nella trasformazione della comunità. In tale processo di costruzione identitaria, l’esperienza della lettura e della lettura ad alta voce condivisa non solo agisce sullo sviluppo delle abilità sociali, ma anche su quelle metacognitive e riflessive in una logica di apprendimento per tutto l’arco della vita [Boschi e Pinto 1979].
Il processo di educazione alla lettura a scuola è un processo che attraversa una rete di obiettivi multilivello che ne definiscono a seconda delle esperienze il senso stesso. In primis certamente un curricolo educativo che prevede la lettura consente agli studenti di costruire significati sulla base della loro esperienza e dei loro vissuti. Allo stesso tempo favorisce la costruzione di nuove conoscenze e migliora i processi di apprendimento con numerosi benefici [González Medina e Treviño Villarreal 2020]. Con la lettura ad alta voce ad esempio si sviluppa la competenza adattiva, ovvero quella competenza di routine basata sul richiamo automatico della conoscenza dichiarativa memorizzata, ma da cui dipende l’acquisizione di conoscenza significativa. Educare alla lettura in modo sistemico consente di facilitare la creazione di connessioni tra le conoscenze, di sintetizzare gruppi di conoscenze per dare un significato a nuovi modi di risolvere problemi inaspettati o nuovi [Hatano 1988].
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