Federico Batini (a cura di)
La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/c3
Infine, da questa zona di confine tra studi letterari e scienze cognitive può arrivarci qualche ulteriore indicazione utile al caso di chi voglia affinare l’arte della lettura ad alta voce condivisa, soprattutto in merito alla scelta delle opere da proporre all’uditorio. La ricerca sperimentale, per esempio, ci sollecita a riflettere sulle differenze che si possono rilevare tra i diversi effetti ottenuti dalla lettura di narrativa popolare (da intendersi come paraletteratura [Spinazzola 2018, 13 ss.]) e di narrativa letteraria su tre distinte dimensioni della cognizione sociale: la complessità attribuzionale, il pregiudizio egocentrico e la precisione nella percezione sociale [Castano, Martingano e Perconti
{p. 118}2020]. In sintesi, senza entrare nel merito del metodo e degli strumenti adottati, il gruppo di ricerca guidato da Emanuele Castano ha lavorato alla conferma di alcune ipotesi circa l’esistenza di una correlazione tra la lettura di diversi tipi di opere narrative contemporanee, effettivamente reperibili sul mercato, e la capacità che le persone hanno di riconoscere le intenzioni degli altri, di decifrarne i comportamenti e di rappresentarne le opinioni e le credenze. Lungi dal voler individuare dei criteri per valutare la qualità dei testi, in questo lavoro viene mostrato come la lettura di diversi tipi di narrativa, «favorisce certi processi socio-cognitivi e stili cognitivi rispetto ad altri» [ibidem; trad. it. 2022, 110] e si avanza l’ipotesi che da una prospettiva psicologica – e, aggiungerei, educativa – una gerarchia della narrativa sia priva di significato, perché all’essere umano e alle sue comunità occorrono sia gli stili cognitivi allenati da quelle opere a cui la società attribuisce un valore letterario, che contribuiscono tra l’altro alla riduzione degli atteggiamenti pregiudizievoli, al miglioramento della capacità di comprensione delle intenzioni altrui, sia gli stili esercitati durante l’esposizione alla cosiddetta paraletteratura – i bestseller contemporanei che non vengono presi in considerazione dall’establishment letterario – utili a confermare le aspettative sul mondo e quindi, diversamente dalla narrativa letteraria, a ridurre l’ansia esistenziale [ibidem; trad. it. 2022, 113].
In attesa di ulteriori conferme da parte della ricerca empirica, possiamo provvisoriamente affermare che la scelta e la varietà dei libri proposti hanno un ruolo determinante sulla riuscita dell’esperienza estetica e, anche, sull’impatto della lettura ad alta voce condivisa, i cui effetti positivi sui processi cognitivi sono ampiamente documentati dalla ricerca educativa [per una sintesi si rinvia agli studi di Batini 2022]. Cominciare a scegliere le letture a partire dalla conoscenza dell’esperienza di chi ascolta, puntando all’individuazione di testi capaci di innescare il processo di comprensione, in modo che l’io leggente possa visualizzare o comunque accendere l’attenzione a partire dalle frasi ascoltate, è una delle indicazioni di buon senso che possiamo dare anche alla luce della letteratura sull’argomento [Batini e Giusti 2021a; 2022]. {p. 119}Occorrerebbe poi pensare a sessioni di lettura articolate su testi diversi per forma, genere e tema, a una progressione della complessità e della varietà delle esperienze e dei tipi umani rappresentati, pensando sempre alle straordinarie potenzialità offerte da un repertorio vastissimo di opere che – come qualsiasi tipo di artefatto letterario – devono essere conosciute direttamente, provandole prima su di sé, attraverso la lettura silenziosa, senza lasciarsi intimorire dai veti e dai pregiudizi che ancora persistono nei confronti dell’infanzia e della sua letteratura o dal pudore e la vera o falsa modestia di chi crede che la letteratura sia una questione da grandi e non si debba confondere con atteggiamenti giullareschi. D’altronde, se vogliamo tramandare quei comportamenti letterari che possono garantire alla letteratura qualche possibilità di esistenza – ed è uno dei compiti a cui presiedono esperte ed esperti di studi letterari – cosa possiamo fare di meglio che scommettere su bambini e bambine, ovvero, come ha spiegato il poeta Andrea Zanzotto [1999, 1189], su chi «sta già nel futuro»?