Christoph Cornelissen, Gabriele D'Ottavio (a cura di)
La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
DOI: 10.1401/9788815370228/c6
Nel successivo governo presidenziale guidato dal generale Kurt von Schleicher, insediatosi il 2 dicembre 1932, alla guida del RMEL fu mantenuto von Braun. I Verbände gli presentarono subito i loro desiderata. Le promesse non mantenute avevano determinato una «radicalizzazione della popolazione rurale». Il tempo disponibile per invertire la rotta si stava esaurendo [55]
. Ottennero sì qualche risultato, ma non ne erano soddisfatti. In particolare, l’ordinanza emanata il 23 dicembre favorì gli interessi dell’agricoltura, imponendo un obbligo di mescolare burro e margarina per bloccare la caduta del prezzo del burro [56]
. Ne seguirono proteste da parte dei sindacati e dei gruppi di pressione industriali e del commercio. Pochi giorni dopo il RLB chiese addirittura il blocco totale
{p. 168}delle importazioni da Olanda e Danimarca per proteggere la zootecnia nazionale.
Fin qui, il governo Schleicher si era mosso su terreni consolidati: politica doganale e interventi di regolazione del mercato, per stabilizzare i prezzi interni. Una nota originale dell’ultimo governo repubblicano è rappresentata invece dalla visione che Schleicher aveva della colonizzazione. Intendeva svilupparla sia per creare posti di lavoro, che per realizzare sui confini orientali un vallo umano fatto di contadini autonomi. Dell’ambizioso progetto Schleicher parlò nel discorso radiofonico del 15 dicembre: ben 400.000 ettari avrebbero dovuto essere parcellizzati.
Il progetto sovrastimava gli effetti di sostegno all’occupazione e sottostimava invece gli ostacoli che sarebbero stati frapposti. Bastarono alcuni accenni sulla stampa, per scatenare una seconda volta la reazione degli agrari. Il presidente del RLB Eberhard von Kalckreuth minacciò il ricorso all’«autodifesa» mettendosi «fuori dall’ordinamento statale» [57]
. La stampa bollò il governo come «marxista puro» [58]
. La campagna di diffamazione vide la collaborazione fra i conservatori e Darré. Dei progetti di politica agraria di Schleicher nessuno divenne realtà. Poche settimane dopo, isolato, il cancelliere si vide revocata la fiducia da Hindenburg. Al suo posto – sotto la regia di von Papen – nacque un governo con Adolf Hitler come cancelliere e Papen come vice e «custode» del Führer.
Non v’è dubbio che tra il 1930 e il 1933 sia cresciuto il peso politico dei Verbände agrari sull’azione di governo, anche se non si può affermare che siano stati i temi di politica agraria a determinare la crisi della Repubblica di Weimar. Certo è significativo che in uno dei Paesi più moderni all’inizio degli anni Trenta questi temi siano stati così rilevanti.
Le principali decisioni politiche che portarono alla costituzione del governo Hitler nella tarda mattinata del 30 gennaio 1933 {p. 169}sembravano saldamente nelle mani di Hindenburg e di von Papen, dei militari e di ristretti circoli. Nell’allearsi con il movimento di massa guidato da Adolf Hitler essi, però, non ne avevano colto la radicale novità.
Note
[55] BArchB, R 43-I/1275, p. 411, Brandes al cancelliere Schleicher, 10 dicembre 1932.
[56] «Reichsgesetzblatt Teil I», 1932, I, p. 575.
[57] ARK, doc. n. 50, 31 gennaio 1933, pp. 206-214.
[58] A. Müller, «Fällt der Bauer, stürzt der Staat». Deutschnationale Agrarpolitik 1928-1933, München, Utz, 2003, pp. 376 s.