Note
  1. P. Reichel, Der tragische Kanzler. Hermann Müller und die SPD in der Weimarer Republik, München, dtv, 2018.
  2. B. Erenz, Die Verfemten. Die Kanzler der Weimarer Republik gelten als Versager und wurden nach dem Krieg vergessen gemacht. Zu Recht?, in «Die Zeit», 3 settembre 2017; https://www.zeit.de/2017/36/weimarer-republik-kanzler-demokratie (ultima consultazione 18 maggio 2020).
  3. A. Wirsching, Weimarer Verhältnisse? Appell an die Vernunft, in «Frank-furter Allgemeine Zeitung», 24 aprile 2017; https://www.faz.net/aktuell/politik/die-gegenwart/weimarer-verhaeltnisse-appell-an-die-vernunft-14985470.html?printPagedArticle=true#pageIndex_2 (ultima consultazione 3 aprile 2020).
  4. Così ancora una panoramica sulla ricerca nel 2000: «Su ogni lavoro riguardante questo periodo si librano come un cattivo presagio le conoscenze acquisite in merito al crollo della repubblica. Si moltiplicano le domande circa le cause e contemporaneamente si rafforza il desiderio di escludere qualcosa di analogo per il presente grazie al ricordo degli errori e delle omissioni dell’epoca weimariana»: A. Büssgen, Intellektuelle in der Weimarer Republik, in J. Schlich (ed), Intellektuelle im 20. Jahrhundert in Deutschland, Tübingen, Niemeyer, 2000, pp. 161-246, qui p. 161. Cfr. anche: K.D. Erdmann, Weimar. Selbstpreisgabe einer Demokratie. Eine Bilanz heute, Düsseldorf, Droste, 1984; F. Balke - B. Wagner (edd), Vom Nutzen und Nachteil historischer Vergleiche. Der Fall Bonn-Weimar, Frankfurt a.M. - New York, Campus, 1997.
  5. F.R. Allemann, Bonn ist nicht Weimar, Köln - Berlin, Kiepenheuer & Witsch, 1956.
  6. In un caso rimase coinvolto un precedente cancelliere (Gustav Bauer), che venne così sconfessato, nell’altro un potente borgomastro (Gustav Böß). Sul punto cfr. S. Malinowski, Politische Skandale als Zerrspiegel der Demokratie. Die Fälle Barmat und Sklarek im Kalkül der Weimarer Rechten, in «Jahrbuch für Antisemitismusforschung», 5, 1996, pp. 46-64.
  7. V. Wirtz, Flaggenstreit. Zur politischen Sinnlichkeit der Weimarer Demokratie, in M. Dreyer - A. Braune (edd), Republikanischer Alltag. Die Weimarer Demokratie und die Suche nach Normalität, Stuttgart, Franz Steiner, 2017, pp. 51-66, qui p. 52.
  8. Su Severing si veda un recente lavoro di: V. Köhler, Bürokratie, Politik und Klienten. Carl Severing als Patron und Parteigenosse, in M. Dreyer - A. Braune (edd), Republikanischer Alltag, pp. 119-134.
  9. H. Kiesel, Hässlich entstellt in den Untergang. Berlin ist nicht Weimar, heißt es. Zu Recht? Unheilvolle Tendenzen aus der Weimarer Republik kehren wieder. Man darf sie nicht unterschätzen, in «Frankfurter Allgemeine Zeitung», 15 ottobre 2018.
  10. «Noi anteponiamo il principio dello Stato di diritto, il rispetto dei patti e la legittimazione democratica all’azionismo di corto respiro e alla ricerca del facile effetto per scopi puramente elettorali», in Programm für Deutschland. Das Grundsatzprogramm der Alternative für Deutschland, Stuttgart 2016, pp. 18 s.
  11. S. Ullrich, Stabilitätsanker und Hysterisierungsagentur: Der Weimar-Komplex in der Geschichte der Bundesrepublik, in H. Hochmuth - M. Sabrow - T. Siebeneichner (edd), Weimars Wirkung. Das Nachleben der ersten deutschen Republik, Göttingen, Wallstein Verlag, 2020, pp. 182-196.
  12. «Dunque non si può presentare la rivoluzione del biennio 1918-1919 come fallita, bloccata o incompiuta. Al contrario. Essa è ancora in una situazione politica estremamente difficile, nonostante le migliaia di vittime causate dagli scontri nelle strade, la nascita della democrazia in Germania. Questa vittoria del progresso merita di essere apprezzata». L.-B. Keil - S.F. Kellerhoff, Lob der Revolution. Die Geburt der deutschen Demokratie, Darmstadt, wbg Theiss, 2018, p. 239.
  13. Si veda sulla questione: B. Schulz, Die Flagge der Weimarer Republik. Biografie eines Demokraten, in «Der Tagesspiegel», 25 settembre 2019.
  14. U. Di Fabio, Die Weimarer Verfassung. Aufbruch und Scheitern, München, C.H. Beck, 2018.
  15. Heinrich Wefing (a colloquio con Horst Dreier): Das Grundgesetz hat sehr viel Glück gehabt, in «Zeit Online», 24 maggio 2019: https://www.zeit.de/politik/deutschland/2019-05/horst-dreier-grundgesetz-weimarer-verfassung-jubilaeum-interview/komplettansicht (ultima consultazione 30 marzo 2020).
  16. T. Mergel, Propaganda in der Kultur des Schauens, in W. Hardtwig (ed), Ordnungen in der Krise. Zur politischen Kulturgeschichte Deutschlands 1900-1933, München, Duncker & Humblot, 2007, pp. 531-559.
  17. W. Mühlhausen, Im Visier der Fotografen. Reichspräsident Friedrich Ebert im Bild, Heidelberg, Stiftung Reichspräsident-Friedrich-Ebert-Gedenkstätte, 2009.
  18. Così «poetò» il «Kladderadatsch»: «Salve a te, sulla spiaggia / Sovrano in patria / Salve a te, Ebert! Tu hai i pantaloncini da bagno, / altrimenti non hai nient’altro che orna il tuo corpo, / Salve a te, Ebert!». La rivista «Satyr» azzardò perfino paragoni con animali: «L’Ebert è contento del suo prosciutto. Ed è soddisfatto!!! – e gli pose accanto un Noske raffigurato come una scimmia pelosa: «Privo di un Ordine, solo nuda pelle, senza cerimoniale di corte». U. Kulke, Wie zwei Badehosen zur Staatsaffäre wurden, in «Berliner Morgenpost», 18 giugno 2017.
  19. D. Dowe (ed), Friedrich Ebert 1871-1925. Vom Arbeiterführer zum Reichs- präsidenten, Bonn - Heidelberg, Friedrich-Ebert-Stiftung, 1995, p. 68.
  20. Cfr. A. Heffen, Der Reichskunstwart – Kunstpolitik in den Jahren 1920-1933. Zu den Bemühungen um eine offizielle Reichskunstpolitik in der Weimarer Republik, Essen, Die Blaue Eule, 1986, p. 128; G. Laube, Der Reichskunstwart. Geschichte einer Kulturbehörde 1919-1933, Frankfurt a.M. - New York, Peter Lang AG, 1997, pp. 61 ss.
  21. Si vedano a titolo di esempio gli allarmati commenti della pubblicistica politica dopo le elezioni del 2017 in merito alla formazione del governo: «C’è un aspetto che il fallimento delle trattative Giamaica [per la formazione di un governo nero-giallo-verde] hanno evidenziato con grande chiarezza: la rapidità con cui anche una democrazia consolidata come la nostra può essere condizionata nel suo funzionamento. Per la prima volta nei settant’anni di storia della Repubblica federale i politici eletti e i partiti non sono in grado di dare vita a una coalizione secondo la normale prassi politico-istituzionale e in tempi definiti. Questa non è ancora una crisi dello Stato, e Berlino è ben lungi dall’essere Weimar, ma resta comunque il fatto che siamo alle prese con una vera crisi con riguardo alla formazione democratica del governo». A. von Lucke, Nach Jamaika: Die fragile Demokratie, in «Blätter für deutsche und internationale Politik», 12, 2017, pp. 5-8, qui p. 5.