Christoph Cornelissen, Gabriele D'Ottavio (a cura di)
La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
DOI: 10.1401/9788815370228/c6
Il secondo intenso ciclo di proteste, che prese avviò nel 1931-1932 soprattutto nelle provincie settentrionali e orientali, questa volta era influenzato dall’Agrarpolitischer Apparat (ApA) della NSDAP, da poco fondato da Darré, trasformandosi in voti per il partito di Adolf Hitler. Richard Walther Darré [38]
nacque nel 1895 a Belgrano (Argentina) da una famiglia della borghesia commerciale, emigrata per affari. Da bambino rientrò
{p. 158}in Germania. Allo scoppio della guerra si arruolò volontario, distinguendosi per coraggio. Apparteneva a quella generazione di figli della borghesia segnati dall’esperienza della guerra. Nel dopoguerra Darré ebbe problemi di inserimento professionale. Riuscì comunque a completare gli studi di agronomia presso l’Università di Halle. Il suo interesse andava alle leggi dell’ereditarietà, che dal regno animale egli voleva estendere al genere umano. Si distinse per una fitta attività pubblicistica, che gli valse consensi nella destra ultra-nazionalistica. I due libri teorici scritti da Darré, rispettivamente Das Bauerntum als Lebensquell der nordischen Rasse (1929) e Neuadel aus Blut und Boden (1930) avevano l’ambizione di definire i tratti di una Weltanschauung costruita su un intreccio fra elementi presenti nella cultura della destra nazionalista e razzista e motivi più radicali, che sarebbero emersi dopo la presa del potere. Nel primo Darré intendeva dimostrare come la distinzione qualitativa più rilevante fra la razza ariana e le altre fossero la stanzialità e il carattere contadino. Nel libro successivo egli definiva l’articolazione interna dell’antica (e mitica) società germanica, fra nobiltà (Adel) e contadini (Bauern), fondata sull’armonica distinzione di ruoli. Per contrastare il declino razziale del popolo germanico, frutto di industrialismo e urbanismo, era necessario ripristinare i suoi tratti rurali. Allo stato spettava di selezionare una nuova aristocrazia (da non confondersi con lo Junkertum) e un nuovo ceto contadino, garantendo loro la sicurezza economica e l’auto-governo. La Weltanschauung di Darré si richiamava a filoni diffusi nella cultura tedesca, che si contrapponevano al predominio della grande città e dell’industria.
Hitler, che aveva bisogno di esperti, nel maggio 1930 affidò a Darré il ruolo di consulente per le questioni agricole, cui finora aveva dedicato un’attenzione ridotta. Darré costruì una rete capillare di consulenti, attivi nella propaganda, ai quali spettava anche il compito di assumere il controllo delle organizzazioni esistenti. Con la costituzione dell’ApA il movimento nazionalsocialista conseguì un vantaggio nel rivolgersi alla popolazione rurale con una propaganda mirata. A molti parve che «la NSDAP si impegnasse più di qualsiasi altro {p. 159}partito per gli interessi contadini» [39]
. È probabile che gli effetti dell’azione dell’ApA sulle elezioni del settembre 1930 sia stata scarsa, dato che era appena stato costituito. L’effetto si vedrà nelle tornate elettorali successive. I risultati elettorali del 1930 rappresentarono un terremoto per le sorti della Repubblica. Gli equilibri elettorali si modificarono profondamente a danno dei partiti moderati e conservatori. Mantennero in buona misura il proprio perimetro elettorale sia la SPD che i due partiti cattolici. Ma i successi più eclatanti li ebbe il partito di Hitler, che moltiplicò per otto i suoi voti: da 810.127 (1928) a 6.409.610.
Le indagini compiute sulle elezioni dal 1930 al 1933 per comprendere i motivi dell’ascesa della NSDAP hanno evidenziato come questa strappò consensi sia ai partiti di centro che di destra, con risultati particolarmente buoni nelle circoscrizioni rurali. «La NSDAP era senza dubbio, già nel 1930, un partito popolare più di qualunque altro nella prima repubblica tedesca» [40]
. Nel voto di protesta la latente sfiducia verso le istituzioni democratiche poté sfogarsi in connessione con la crisi agraria e con la crisi economica generale. Nello Schleswig-Holstein, cuore della Landvolkbewegung, la NSDAP divenne il partito di maggioranza relativa, con il 27%.
Dopo l’inatteso successo, l’ApA di Darré entrò a pieno regime. Attraverso marce, comizi e pubblicazioni promosse un’intensa attività di disseminazione delle parole d’ordine della cosid- detta «Blut-und-Boden-Ideologie». In pari tempo, Darré perseguì la «conquista» delle associazioni rappresentative dell’agricoltura, come le camere provinciali (Landwirtschaftskammern). Le successive elezioni del luglio 1932 portarono a un raddoppio della percentuale di voto per la NSDAP: da 18,3% al 37,4%. Divenne così il primo partito nel Reichstag con 230 deputati. Come ha dimostrato Falter, la correlazione «quanto più elevata la quota di popolazione rurale, tanto mediamente più forte il partito nazionalsocialista» [41]
, pur accettabile, deve {p. 160}essere sfumata tenendo conto di svariati fattori socio-economici e confessionali.
In parallelo – sebbene in modo meno pubblico – Darré coltivava idee razziste di una selezione all’interno dello stesso popolo germanico. Strinse uno stretto rapporto (fino al 1938) con Heinrich Himmler. Questi gli affidò la guida del Rasseamt. Il principale provvedimento che scaturì dall’attività di Darré in seno alle SS fu il codice matrimoniale per le SS (31 dicembre 1931). L’ufficio diretto nei primi anni da Darré si sarebbe poi distinto nelle politiche di ingegneria sociale e razziale nei territori orientali occupati durante la guerra [42]
. Applicando l’interpretazione di Franz Neumann [43]
, l’angoscia del mondo contadino veniva acutizzata dalla propaganda attraverso la radicale condanna del presente, per poi essere ribaltata nella martellante ripetizione delle poche certezze contenute nel messaggio propagandistico: l’individualità del produttore (in opposizione all’economia mondiale), la comunità rurale tenuta assieme dal «buon costume antico» (in opposizione alla massificazione urbana), l’armonia fra sfera familiare e produttiva (contrapposta all’alienazione e al conflitto, tipici della società industriale).

2. La politica agraria dei governi presidenziali

La crisi economica mondiale innescata dal crollo della borsa di New York nell’ottobre del 1929 e la cesura politica del 27 marzo 1930, con l’insediamento del primo gabinetto presidenziale guidato da Heinrich Brüning, rappresentano tornanti decisivi. Ciò vale anche per la politica agraria. Da quel momento mutarono le modalità di intervento del governo nella politica economica: la decretazione d’urgenza sostituì la dialettica parlamentare. Non è casuale che il 1930-1933 venga spesso analizzato come {p. 161}un periodo a sé stante [44]
. Il nuovo cancelliere, capogruppo del Zentrum, era un patriota fervente e soprattutto un esperto di questioni finanziarie: la persona giusta in quel momento. La nomina di Martin Schiele a ministro dell’agricoltura nel suo governo era scontata. Applicando i poteri straordinari conferitigli dall’articolo 48 della vigente Costituzione, l’obiettivo di Hindenburg era di escludere la SPD coinvolgendo i partiti conservatori, Deutsche Volkspartei (DVP) e Deutschnationale Volkspartei (DNVP). D’altro canto, «l’agricoltura si aspettava da un governo Hindenburg massicci interventi statali a favore dell’agricoltura che si trovava in una crisi profonda» [45]
. Il programma del nuovo ministro era il consueto: politica doganale e interventi per le regioni orientali.
La crisi di sovrapproduzione che si registrava sul mercato mondiale e il crollo del commercio internazionale enfatizzavano problemi strutturali già presenti. Secondo un rapporto ministeriale della primavera del 1930, la redditività delle aziende, già precaria nel quadriennio precedente, veniva messa a dura prova dalla crisi. Una delle ragioni era data dalla caduta del prezzo mondiale della segale, che deprimeva il prezzo di tutti i cereali [46]
. In questo contesto, il ministero si muoveva all’interno degli schemi rodati dal 1928. Schiele riconosceva che i mezzi messi a disposizione finora erano inadeguati e che occorreva realizzare una barriera doganale proibitiva. Il secondo punto della sua azione prevedeva provvedimenti straordinari in aiuto dell’agricoltura orientale. In aprile furono emanate nuove disposizioni per innalzare i tetti massimi per i dazi vigenti, soprattutto per il bestiame. Furono anche varate disposizioni per sostenere il prezzo dei cereali, in particolare compiendo massicci acquisti di segale da sottrarre al mercato.{p. 162}
Il 1° aprile 1930 iniziò a operare la Reichsmaisstelle, importando 185.000 tonnellate annue e fissando un prezzo di monopolio. Nello stesso mese furono preparati provvedimenti per la concessione di crediti alle aziende orientali, in forma di garanzie (300 milioni) e di denaro liquido (250). Erano i primi passi della più incisiva Osthilfe, che ampliava l’ambito territoriale e accresceva lo stanziamento della Ostpreussenhilfe. In autunno seguirono ordinanze per restringere le importazioni di orzo e mangimi con certificati d’importazione più flessibili. Furono altresì varate azioni di rastrellamento di prodotti eccedenti, per sostenere il prezzo. Verso fine anno, di fronte alla flessione del prezzo del burro e derivati fu avviato un intervento sul mercato, che offrisse incentivi alla produzione e al consumo di grassi prodotti all’interno, scoraggiando le importazioni, ad esempio di margarina. Si delineava pertanto una tendenza alla regolazione del mercato, che veniva incontro alle richieste degli Agrarverbände e riecheggiava le politiche perseguite durante la guerra: ad esempio, la miscela di farine di segale e di patate al grano per la panificazione. Operare attraverso ordinanze presidenziali era più rapido, ma rendeva l’azione ministeriale vieppiù dipendente dai Verbände.
Nonostante gli sforzi del governo, «il clima nelle province orientali era molto nervoso; se non saranno presi tempestivamente provvedimenti davvero incisivi, si dovrà fare i conti con estesi disordini nelle campagne». Così notava il cancelliere, rilevando uno scollamento tra masse contadine e partiti [47]
. Brüning stesso, nell’incontro con i rappresentanti della Grüne Front del 19 dicembre, reagiva con fastidio, osservando che il governo non poteva occuparsi esclusivamente dei problemi dell’agricoltura. La frattura rispecchiava il crescente malessere da parte dei gruppi d’interesse dell’industria e della finanza. In piena crisi economica la linea deflattiva del governo era contraddetta, infatti, dagli aiuti elargiti al settore primario.
Il provvedimento che più di tutti evidenzia l’intervento statale a favore dell’agricoltura è senz’altro la già citata Osthilfe, ema
{p. 163}nata il 31 marzo 1931. La visione di Hindenburg, più volte enunciata in pubblico, faceva da sfondo della nuova legge. Per lui, le province orientali erano un baluardo nazionale [48]
.
Note
[38] Cfr. il primo volume della fondamentale biografia di H. Gies, Richard Walther Darré. Der Reichsbauernführer, die nationalsozialistische Blut-und-Boden Ideologie und Hitlers Machteroberung, Köln - Wien, Bohlau, 2019.
[39] R. Heberle, Landbevölkerung und Nationalsozialismus, p. 163.
[40] H.A. Winkler, Weimar 1918-1933. Die Geschichte der ersten deutschen Demokratie, München, C.H. Beck, 1993, p. 390.
[41] J.W. Falter, Hitlers Wähler, München, C.H. Beck, 1991, p. 258.
[42] I. Heinemann, Rasse, Siedlung, deutsches Blut. Das Rasse- und Siedlungs-hauptamt der SS und die rassenpolitische Neuordnung Europas, Göttingen, Wallstein, 2003.
[43] F. Neumann, The Democratic and the Authoritarian State, New York, The Free Press, 1957, pp. 97 ss.
[44] D. Gessner, Agrardepression und Praßsidialregierungen in Deutschland 1930 bis 1933, Düsseldorf, Droste, 1977, pp. 9-101.
[45] W. Pyta, Hindenburg. Herrschaft zwischen Hohenzollern und Hitler, München, Siedler, 2007, p. 557.
[46] A. Roidl, Die «Osthilfe» unter der Regierung der Reichskanzler Müller und Brüning, p. 99.
[47] BArchB, R 43-I/2544, Bl. 364, Protocollo della riunione del governo, 24 ottobre 1930.
[48] W. Pyta, Hindenburg, p. 563.