Note
  1. E.A. Hanushek e Ludger Woessmann, Do Better Schools Lead to Causation, NBER Working Paper n. 14633, 2009.
  2. Cfr. A. Schleicher, Una scuola di prima classe. Come costruire un sistema scolastico per il XXI secolo, Bologna, Il Mulino, 2020, p. 299.
  3. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, 2014.
  4. Già nel 2006 il Parlamento europeo ha emanato una prima Raccomandazione relativa alle «competenze chiave» (key-competences), ritenute necessarie per far fronte alle continue sfide di una società globalizzata e di un mondo in rapido mutamento e caratterizzato da forti interconnessioni. Una seconda Raccomandazione del Consiglio d’Europa (Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente, 22 maggio 2018), ha aggiornato il testo. Le competenze chiave dell’UE sono le seguenti: alfabetica funzionale; multilinguistica; competenza matematica e la competenza in scienza, tecnologie e ingegneria; digitale; competenza personale, sociale e la capacità di «imparare ad imparare»; competenza in materia di cittadinanza, competenza «imprenditoriale», competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale.
  5. M. Pellerey, Soft skill e orientamento professionale, in «Rassegna Cnos», 3, 2017, p. 5.
  6. I Neet sono il 22,2% dei 15-29enni vs. una media UE del 12,5%.
  7. Dati Eurostat 2020 riferiti al 2018.
  8. Secondo OECD da noi è il 38,2%, a fronte di una media UE del 33,5%.
  9. Sistema informativo Excelsior, La domanda di professioni e di formazione delle imprese italiane nel 2019. Monitoraggio dei flussi e delle competenze per favorire l’occupabilità, Roma, Unioncamere, 2020, p. 16.
  10. Ibidem, p. 49.
  11. Rapporto World Economic Forum, presentato a Davos nel 2018.
  12. J.J. Heckman e T. Kautz, Formazione e valutazione del capitale umano. L’importanza dei character skills nell’apprendimento scolastico, Bologna, Il Mulino, 2017.
  13. N. Pearson, Il futuro delle competenze. L’occupazione nel 2030, Milano, 2019, https://it.pearson.com/futuro-competenze.html; OECD, Skills Outlook 2019. Thriving in a Digital World, 2019, https://www.oecd-ilibrary.org/education/oecd-skills-outlook-2019_df80bc12-en.
  14. Unioncamere Excelsior, Le competenze che valgono un lavoro, 2015.
  15. La definizione di Eurostat specifica «nelle quattro settimane precedenti l’intervista».
  16. Secondo l’Istat nel 2020, sono 2 milioni, un quinto dei 15-29enni, e in alcune regioni del Sud sfiorano il 50%.
  17. Cfr. L. Abburrà, L. Donato e C. Nanni, Neet: né a scuola, né al lavoro. Una categoria statistica, diverse condizioni sociali, Torino, Ires Piemonte, 2016, Cfr. anche ANPAL, I Neet in Italia. La distanza dal lavoro e il rapporto con i Servizi pubblici per l’impiego, Roma, Nota statistica 1/2018; cfr. anche G. Lazzarini, L. Bollani, F.S. Rota e M. Santagati (a cura di), From Neet to Need. Il cortocircuito sociale dei giovani che non studiano e non lavorano, Milano, Franco Angeli, 2020.
  18. ANPAL, I Neet in Italia, cit. propone di prendere in considerazione: le «persone in cerca di occupazione» (disoccupati di lunga e breve durata), gli «individui in cerca di opportunità», impegnati in attività formative informali e che mantengono un elevato livello di attachment al mercato del lavoro (essendo in attesa di rientrarvi) e al sistema di istruzione, gli «individui indisponibili» alla vita attiva perché impegnati in responsabilità familiari o per problemi afferenti alle condizioni di salute e infine gli «individui disimpegnati» che non cercano lavoro, non partecipano ad attività formative anche informali, non sono toccati da obblighi sociofamiliari o da impedimenti di varia natura e per lo più caratterizzati da una visione pessimistica delle condizioni occupazionali (i cosiddetti scoraggiati).
  19. M. Mascherini e S. Ledermaier, Exploring the Diversity of Neets, Luxembourg, Publications Office of the European Union, Eurofound 2016, https://www.eurofound.europa.eu/it/publications/report/2016/labour-market-social-policies/exploring-the-diversity-of-neets.
  20. Istat, Livelli di istruzione e ritorni occupazionali. Anno 2019, Report, Roma, luglio 2020.
  21. Early Leavers from Education and Training; la quota di 18-24enni che possiede al più un titolo secondario inferiore ed è già fuori dal sistema di istruzione e formazione è uno degli indicatori della Strategia Europa 2020; per il quale il benchmark europeo è stato fissato al 10%. Una percentuale del 13,5% significa circa 561.000 giovani.
  22. D. Mesa, G.L. Battilocchi e P. Triani, L’impatto della povertà educativa sulle traiettorie di vita dei giovani, in Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2019, cit., p. 90.
  23. Goldman-Mellor, Caspi, Arseneault, Ajala, Ambler, Danese Wong, Committed to Work but Vulnerable: Self-perceptions and Mental Health in NEET 18-year Olds from a Contemporary British Cohort, in «The Journal of Child, Psycology and Psychiatry», 57, 2016.
  24. S. Poy, A. Rosina e E. Sironi, Il valore delle soft skills per le nuove generazioni, in Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2018, Bologna, Il Mulino, 2018.
  25. D. Marziana, S. Poy, A. Rosina e E. Sironi, Alternanza scuola-lavoro e sviluppo delle soft skills: un’indagine sulle attese dichiarate dei giovani,in «RicercAzione», 10, 2, 2018, p. 193.
  26. S. Poy, A. Rosina e E. Sironi, Il valore delle soft skills per le nuove generazioni, cit., p. 99.
  27. A. Rosina, Un ritratto dell’adulto italiano da giovane,in Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2019, cit.
  28. S. Alfieri, M. Migliavacca e E. Sironi, Neet in una prospettiva dinamica: come si entra ed esce dal «tunnel», in Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2019, cit., p. 70.
  29. A. Schleicher, Una scuola di prima classe, cit., p. 39.
  30. M. Pellerey, Soft skill e orientamento professionale, cit., p. 27.
  31. Commissione europea, Education and Training Monitor, Luxembourg, 2015.
  32. Che peraltro in quell’anno ha associato alla misurazione delle competenze proprie delle discipline di base anche una prima misurazione delle competenze sociali.
  33. A. Luciano e S. Romanò, Università e lavoro, in «Scuola democratica», 2, 2017, p. 321.
  34. Dal 19,6 del 2008 la percentuale di dispersi (Elet) in Italia si è ridotta al 13,5 del 2019, a fronte nello stesso anno di una media UE del 10,3%.
  35. R. Ricci, La dispersione scolastica implicita, in «INVALSI Open», 1.
  36. Ibidem.
  37. A. Martini (a cura di), L’effetto scuola (valore aggiunto) nelle prove INVALSI 2018. L’effetto scuola nelle istituzioni scolastiche del I e II ciclo d’istruzione, Roma, INVALSI, 2019.
  38. A. Rosina (coordinatore), Giovani e soft skill tra scuola e lavoro, Indagine promossa da McDonald’s Italia insieme all’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, ottobre 2016, https://www.rapportogiovani.it//new/wp-content/uploads/2016/11/Giovani-e-Soft-Skill-tra-scuola-e-lavoro.pdf. Cfr. anche D. Marziana, S. Poy, A. Rosina e E. Sironi, Alternanza scuola-lavoro e sviluppo delle soft skills, cit., p. 196.
  39. Ibidem.
  40. Unioncamere Excelsior, Le competenze che valgono un lavoro, cit.
  41. M. Pellerey, Soft skill e orientamento professionale, cit.
  42. D. Marini, Fuori classe. Dal movimento operaio ai lavoratori imprenditivi della Quarta rivoluzione industriale, Bologna, Il Mulino, 2018.
  43. G. Lazzarini, L. Bollani, F.S. Rota e M. Santagati (a cura di), From Neet to Need, cit., p. 29.