Giuseppe Antonelli, Giacomo Micheletti, Anna Stella Poli (a cura di)
Verso il museo multimediale della lingua italiana
DOI: 10.1401/9788815410283/c4
In una valutazione di lungo periodo possiamo considerare la tavola rotonda di Santiago come una delle radici della Convenzione europea di Faro [10]
, e in particolare della proposta di costituire comunità di patrimonio e di coinvolgere le comunità nell’identificazione delle eredità culturali materiali e immateriali da conservare e valorizzare. È a questa visione sociale di museo che guarda il museo della lingua italiana.
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3. Il museo della lingua italiana nella nuova normalità del post-pandemia: partecipazione e innovazione

La pandemia da Covid-19 è ancora una terribile realtà. I musei di molti paesi hanno riaperto, sia pure con persistenti limitazioni, altri rimangono chiusi. Anche il nostro settore ha attraversato una delle crisi più drammatiche dei tempi moderni, con gravi ripercussioni economiche, sociali e psicologiche. La situazione sta migliorando grazie alle campagne di vaccinazione, ma grandi sfide sono ancora innanzi a noi. Lo scenario è caratterizzato dalla crisi della mobilità e del turismo internazionale, dalla scarsità di risorse e dalle restrizioni sanitarie. Molti musei devono ripensare il tradizionale modello gestionale e le loro attività sociali ed educative. Quando l’emergenza sarà terminata bisognerà affrontare un mondo diverso. I rapporti con i cittadini e le comunità devono essere ricostruiti: non basterà riaprire le porte e illudersi che tutto tornerà come prima. Dovremo riconquistare il nostro pubblico e acquisirne di nuovi: per farlo occorre innovare e cambiare. L’emergenza Covid-19 ha messo in crisi la coesione sociale, la partecipazione e l’accesso alla cultura. Il patrimonio culturale materiale è stato conservato, ma il patrimonio immateriale delle nostre comunità è stato colpito in profondità.
Il lockdown, il distanziamento e i protocolli sanitari di sicurezza hanno ferito la vita sociale e le relazioni interpersonali. Hanno impedito eventi e manifestazioni collettive, religiose e laiche, che sono parte essenziale dell’identità e della diversità delle nostre comunità. Rilanciare il patrimonio immateriale identitario delle comunità, riannodare i fili di una comunicazione sociale interrottasi bruscamente sono importanti compiti dei musei.
Il museo della lingua italiana che vogliamo creare sarà un motore di partecipazione attiva. Il libero accesso alla cultura e alla vita culturale è uno dei diritti umani riconosciuti dalle Nazioni Unite e dall’UNESCO, è un indicatore chiave della giustizia sociale e del benessere dei cittadini. Le comunità non chiedono solo di essere ascoltate o consultate, domandano di essere coinvolte nei processi decisionali e nella definizione delle priorità.{p. 47}

4. Il museo della lingua italiana nel mondo del digitale e dell’ibridazione

Il Museo multimediale della lingua italiana non prevede né una sede, né una collezione fisica. Auspico che abbia l’ambizione di essere non solo un museo virtuale e sappia affrontare la sfida dell’ibridazione. Un museo che racconta la lingua italiana come testimonianza di civiltà deve diventare il centro proattivo di un network di luoghi fisici e digitali di incontro delle comunità, il perno di una rete di spazi di esposizione permanente e temporanea, di centri culturali di promozione e di formazione. Il MULTI deve prefiggersi di interagire con la storia e la vita sia delle comunità di lingua italiana ovunque esse siano, sia di quanti nel mondo si interessano alla lingua italiana.
Ho fatto parte per anni, sino alla sua chiusura nel 2012, della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero del ministero per gli Affari esteri. Ho così potuto verificare quanto l’italiano sia una lingua studiata e apprezzata, popolare in tutto il mondo [11]
. L’italiano è solo al 21o posto al mondo per numero di persone che lo parlano, 67 milioni. Ma ha il primato di essere parlato come lingua madre in 26 paesi, grazie al nostro passato di emigranti. E la nostra lingua è al 4o posto nel mondo come lingua studiata da non madrelingua, dopo l’inglese, lo spagnolo e il cinese mandarino, e prima del francese.
Purtroppo, la pandemia ha impedito che il settimo centenario della scomparsa di Dante Alighieri diventasse un grande evento popolare, multimediale, diversificato. Malgrado le difficoltà, il 16 maggio 2021 a Ravenna è stato inaugurato il nuovo Museo Dante, con la missione di valorizzare la Commedia e il lascito dantesco. La collaborazione con musei come questo sarà essenziale per il MULTI.
Viviamo in un mondo ibrido dove le attività digitali e virtuali si integrano con l’interazione fisica tra le persone. La sfida dell’innovazione digitale per consolidare i pubblici {p. 48}tradizionali e per raggiungerne di nuovi è ben presente nel dibattito della comunità museale internazionale. L’ICOM ha condotto tre ricerche globali sull’impatto della pandemia sui musei [12]
: la prima nel maggio 2020 quando il 95% dei musei era chiuso; la seconda nell’ottobre 2020 quando la metà dei musei aveva riaperto, sia pure con limitazioni; la terza nel maggio 2021, quando il 60% dei musei ha dovuto richiudere.
Questa fonte unica di informazioni provenienti dai direttori ha evidenziato i trend globali e i punti di forza e di debolezza dei musei. Tali dati mostrano che le attività digitali dei musei sono cresciute considerevolmente in tutto il mondo. Come sempre i tempi di crisi e di difficoltà sono un’occasione di innovazione e di miglioramento. Le difficoltà aguzzano l’ingegno.
La pandemia ha modificato la percezione nei confronti del mondo digitale da parte di quanti lavorano nei musei. C’è diffusa consapevolezza che internet e le tecnologie digitali offrono una «età dell’oro» di opportunità per raggiungere nuovi pubblici e sperimentare nuove forme ibride di comunicazione e di partecipazione. Tuttavia, non possiamo dimenticare le persone che non hanno accesso al mondo digitale. Nel 2020 il 41% della popolazione mondiale non era un utente internet attivo. In Italia 3,5 milioni di famiglie sono senza connessioni internet funzionali. La pandemia ha aumentato il digital divide. La mancanza di infrastrutture digitali e l’analfabetismo digitale hanno esacerbato l’esclusione sociale, culturale ed economica di un numero crescente di cittadini di ogni età.
Durante il lockdown milioni di studenti e insegnanti hanno sperimentato per la prima volta l’apprendimento a distanza. Ciò ha aumentato le competenze e le conoscenze di molti studenti, ma tanti altri sono stati emarginati a causa della mancanza di risorse culturali e tecnologiche.{p. 49}

5. Conclusioni

Il successo della comunicazione digitale dei musei in tempo di lockdown è stato più il frutto di un impegno straordinario nell’innovazione tecnologica e culturale da parte di quanti lavorano nei musei che di nuovi investimenti (che tuttora latitano).
Un messaggio di speranza viene dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che colloca saggiamente e con lungimiranza gli interventi per la cultura nella Missione 1 relativa alla digitalizzazione, innovazione, competitività. Auspico che il Museo multimediale della lingua italiana abbia la possibilità di far parte di questo grande piano europeo di innovazione e di rilancio.
L’ambizioso obiettivo è costruire un museo della lingua italiana multidimensionale e multimediale, un hub collegato con antenne sul territorio nazionale e all’estero, nei luoghi in cui la lingua italiana è studiata e ammirata. Pensiamo a un museo dove la nostra lingua diventi evento, spettacolo, letteratura, vita. Un museo che sappia interagire con le tante e diverse esperienze museali e culturali che in Italia e nel mondo documentano, ricercano, studiano e trasmettono la storia della nostra lingua e di quanti l’hanno sviluppata in tutte le arti per secoli.
Note
[10] Consiglio d’Europa, Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, Faro, 27 ottobre 2005: http://www.musei.beniculturali.it/wp-content/uploads/2016/01/Convenzione-di-Faro.pdf (ultimo accesso: gennaio 2023).
[11] Si vedano i dati pubblicati da Ethnologue Languages of the World: https://www.ethnologue.com/about (ultimo accesso: gennaio 2023).