Andrea M. Maccarini (a cura di)
Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c3
Questo impatto sulle biografie individuali è stato l’esito di una molteplicità di eventi: e tra di essi un posto rilevante spetta alla comunicazione mediatica e alla rappresentazione socialmente costruita della pandemia. La classe 3, anche se minoritaria rispetto alle precedenti, occupa questo spazio. In essa le parole ricorrenti sono: virus, duemilaventi, telegiornali, emergenza, chiusure, morti, Cina, supermercato, per citare alcune delle maggiormente significative. Dapprima compaiono le parole che contestualizzano l’evento: il 2020
{p. 88}è l’anno del virus; da qui a catena discendono una serie di conseguenze. L’informazione viene monopolizzata da questo unico tema, diventa pervasivo; seguono le misure restrittive, le regole per il distanziamento, gli interventi del governo nel tentativo di arginare il dilagare dell’epidemia. E poi la quotidianità di ciascuno, fatta di vacanze mancate, di code al supermercato e misure igienico sanitarie da osservare scrupolosamente.
Per ogni classe è possibile osservare come si distribuiscano le parole tipiche. Attraverso la rappresentazione grafica dei dischi di distribuzione, è possibile osservare la strettezza della relazione delle parole tipiche della classe con quella classe; la misura che indica tale relazione, com’è noto, è il χ2.
Relativamente alla classe 1, i risultati sono illustrati nella figura 3.3. La rappresentazione grafica indica che la parola associata alla classe 1 con maggiore forza è lezione, seguita da compiti. Ciò sollecita due riflessioni: la prima riguarda il modo in cui si riempie il tempo a casa durante la pandemia. Le lezioni a distanza sono l’unico elemento che tiene agganciati a un mondo «quasi normale», non perdere la scuola diventa un elemento che preserva non soltanto la propria biografia di studente ma la propria identità. È un modo per occupare il tempo senza sprecarlo. Si fa lezione, magari con fatica, magari male, magari anche con problemi tecnici propri e degli insegnanti, ma intanto la si fa. E lo stesso con i compiti. Il resto del tempo si distribuisce tra il sonno, l’alimentazione, i momenti di gioco. L’attenzione è rivolta ai bisogni primari, dai quali sono stati improvvisamente eliminati la socialità, le relazioni, gli affetti extrafamiliari.
La seconda riflessione riguarda invece il significato profondo della scuola e dello studio: passato un iniziale momento di euforia, in cui pareva che un virus temporaneo consentisse di allungare le vacanze di carnevale, gli studenti hanno sviluppato una consapevolezza profonda e a tratti tragica di che cosa stava accadendo nelle loro vite. Non andare a scuola, non studiare, non imparare, non significa soltanto perdere la socialità e le proprie piacevoli abitudini, ma fa correre il rischio di perdere un’opportunità; perdere un anno di scuola, o completare in modo superficiale un anno {p. 89}di scuola non sarà senza conseguenze. E sebbene i nostri studenti abbiano soltanto 15 anni, la consapevolezza di un evento fuori da loro, fuori dalla scuola, fuori dai comuni perimetri in cui ci si muoveva si fa strada in loro e diviene un pungolo, prima per loro che non per i loro insegnanti.
Fig. 3.1. Classi di significato, output generale.
Fig. 3.1. Classi di significato, output generale.
Fig. 3.2. Dettaglio delle classi di significato per presenze e assenze statisticamente significative.
Fig. 3.2. Dettaglio delle classi di significato per presenze e assenze statisticamente significative.
Fig. 3.3. Disco delle forme testuali per classe di significato relativo alla classe 1 (Organizzazione e scansione del tempo).
Fig. 3.3. Disco delle forme testuali per classe di significato relativo alla classe 1 (Organizzazione e scansione del tempo).
La figura 3.4 si riferisce alla classe 2 di significato che è stata sopra etichettata come «l’evento pandemia». In questo contenitore troviamo tre tipi di parole tipiche: un primo gruppo di parole che situano cronologicamente gli eventi (duemilaventi, febbraio, marzo), un secondo gruppo che situa spazialmente gli eventi (Italia, Cina) e infine un gruppo che richiama il mondo della comunicazione (notizia, telegiornali) nonché i contenuti veicolati dai mezzi di comunicazione (emergenza, morti, casi).
L’evento pandemia è profondamente radicato nella memoria dei ragazzi; essi possiedono una perfetta scansione e successione degli eventi e associano a ognuna delle fasi, anche rappresentate con toni diversi dalla comunicazione, {p. 92}gli stati d’animo che emergono nella classe 3. La notizia del virus, la sua diffusione, la perdita di controllo e l’incapacità di arginare un fenomeno su scala planetaria scandiscono non soltanto le tappe di un fenomeno epidemiologico ma costituiscono il punto di svolta delle biografie adolescenziali, nelle quali ha fatto irruzione un evento imprevedibile.
Fig. 3.4. Disco delle forme testuali per classe di significato relativo alla classe 2 (L’evento pandemia).
Fig. 3.4. Disco delle forme testuali per classe di significato relativo alla classe 2 (L’evento pandemia).
Fig. 3.5. Disco delle forme testuali per classe di significato relativo alla classe 3 (Relazioni, emozioni, stati d’animo).
Fig. 3.5. Disco delle forme testuali per classe di significato relativo alla classe 3 (Relazioni, emozioni, stati d’animo).