Andrea M. Maccarini (a cura di)
Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c5
Le motivazioni possono essere di varia natura: le basse competenze digitali dei docenti, oppure una dotazione tecnologica della scuola non particolarmente moderna e avanzata, con la mancanza di dispositivi o di collegamento Internet; oppure ancora il fatto che la scuola abbia scelto di seguire il più possibile un approccio misto: «presenza» e «tecnologia». L’altra metà dei docenti, invece, ha fatto uso della tecnologia in modo particolarmente intensivo. Osserviamo a questo punto quale uso della tecnologia hanno fatto i diversi tipi di docenti. Dalla tabella 5.10 possiamo osservare che coloro che hanno fatto un uso «medio-basso» della tecnologia sono i docenti «curiosi» (60%), un dato che appare contraddittorio, ma in realtà potrebbe anche signi
{p. 166}ficare la preferenza (o una decisione prevista dalla scuola) di un approccio «misto» (in presenza e a distanza), oppure semplicemente causato dal fatto che essere docenti curiosi, attivi e propositivi significa anche avere bisogno del contatto diretto con lo studente per la realizzazione del programma e/o per raggiungere gli obiettivi previsti.
Tab. 5.9. Uso della tecnologia da parte dei docenti (v.a. e %)
v.a.
%
Medio-Basso
70
50,0
Intensivo
70
50,0
Totale
140
100,0
 
 
 
Tab. 5.10. Uso della tecnologia e tipo docenti (v.a. e %)
Medio-Basso
Intensivo
Totale %
Totale v.a.
Curiosi
60,0%
0,0%
30,0%
42
Entusiasti
0,0%
40,0%
20,0%
28
Insicuri
0,0%
28,6%
14,3%
20
Immobili
40,0%
31,4%
35,7%
50
Totale
100,0%
100,0%
100,0%
140
 
 
 
 
 
D’altro canto, coloro che hanno fatto un uso intensivo della tecnologia sono i docenti che rientrano nella categoria degli «entusiasti» (40%). In questo caso, l’approccio alla didattica e all’insegnamento si basa molto sull’uso dello strumento digitale. Un uso intensivo della tecnologia si trova anche tra gli «insicuri» (28,6%), il che dipende forse dalle caratteristiche della scuola, nel caso cioè in cui questi insegnino laddove necessariamente si svolgono più attività di tipo laboratoriale. Infine, in una situazione mista, ovvero con un uso della tecnologia sia medio-basso (40%) sia intensivo (31,4%), troviamo gli «immobili».
Le ultime tabelle riguardano le variabili relative alle caratteristiche del team docente, che abbiamo caratterizzato come più o meno cooperativo, resistente allo stress e appassionato ai suoi obiettivi. Per i nostri fini attuali abbiamo selezionato una semplice modalità duale, definendo il gruppo insegnante {p. 167}come dotato oppure no delle competenze in parola, senza raffinare ulteriormente (e inutilmente, per ora) l’indagine.
Tab. 5.11. Team docente cooperativo, resistente allo stress, appassionato agli obiettivi (%)
Cooperazione
Resistenza allo stress
Passione per gli obiettivi
70,7
35,0
50,0
No
29,3
65,0
50,0
Totale
100,0
100,0
100,0
 
 
 
 
La tabella 5.11 mostra che i docenti si sono mostrati decisamente cooperativi nel 70,7% dei casi, mentre il 65% degli insegnanti non è stato in grado di gestire lo stress e le situazioni problematiche – benché evidentemente accentuate nel periodo della pandemia per la difficoltà di gestione e coordinamento. In effetti, solo un 35% è stato in grado di gestire situazioni stressanti. La situazione è invece fondamentalmente in equilibrio (50%) nel caso di gruppi d’insegnanti che hanno alta o bassa passione per il raggiungimento degli obiettivi.
Concludiamo il capitolo con un ultimo, ma non meno importante passo analitico. Anzitutto, gli indici additivi impiegati nel capitolo quarto, che fanno riferimento alle SES degli studenti, sono stati ripresi e incrociati con i tipi di docenti, per osservare se le caratteristiche e gli atteggiamenti degli insegnanti abbiano un effetto sulla resistenza allo stress, sulla cooperazione e sulla passione per gli obiettivi degli studenti appartenenti alle scuole osservate. La tabella 5.12 illustra schematicamente la situazione: avere insegnanti «entusiasti» si associa a una resistenza allo stress alta (30,4%) negli alunni, con un valore nettamente superiore a tutti gli altri; avere quindi docenti stimolanti, che sono attivi e propositivi, renderebbe gli studenti più sicuri e in grado di gestire situazioni problematiche. Al tempo stesso, se sommiamo i valori percentuali dell’indice «alto» e «medio», si raggiunge in questo caso circa il 78% dei casi. Viceversa, studenti con docenti «immobili» (72,2%) e docenti «insicuri» (64,3%) si trovano in una situazione intermedia nella gestione dello {p. 168}stress, mentre quasi il 30% ha un indice «basso» e pochissimi si collocano su valori «alti». In questo caso appare chiaro che la passività dei docenti non dà agli studenti la sicurezza utile ad affrontare situazioni che creano disagio. Infine, osserviamo, con relativa sorpresa, come gli studenti che hanno docenti «curiosi» siano fortemente sovrarappresentati nella «bassa» resistenza allo stress (37,9%) rispetto a tutti gli altri. Questo dato richiede approfondimento sia del nesso causale, sia di ciò che più specificamente comporta la categoria degli insegnanti «curiosi». Forse il fatto di essere docenti attivi o innovativi non è sufficiente a rendere lo studente in grado di gestire lo stress. Forse, ancora, la «curiosità» si associa a un certo grado di sperimentazione e dunque incertezza, che si trasmette come difficoltà agli studenti. Ma si tratta di ipotesi a questo punto del tutto prive di ulteriore conferma.
Nella tabella successiva si mostra in che modo i diversi tipi di docenti influiscano su un’altra competenza socio-emotiva degli studenti, cioè la cooperazione.
Rispetto al valore medio dell’indice non si manifestano differenze significative. È invece rispetto al valore «alto» che la divergenza compare in modo assolutamente netto. Di conseguenza, questa divergenza nell’impatto degli insegnanti si riflette sui valori «bassi». Nel caso di docenti «curiosi» osserviamo un alto livello di cooperazione nel 41,4% degli studenti, il dato più alto di tutti. In questo caso è probabile che il docente spinga verso una maggiore collaborazione e cooperazione tra gli studenti, magari favorendo attività di gruppo o laboratoriali in modo da permettere confronti e condivisioni. Subito dopo vengono gli studenti di insegnanti «entusiasti» (30,4%). Per converso, è ben visibile l’effetto negativo associato agli insegnanti «immobili» o «insicuri». Questi dati suggeriscono, tra l’altro, che l’impatto degli insegnanti sia più importante nello spingere verso l’alto o verso il basso, mentre incide meno sui valori mediani. L’idea che sembra profilarsi è che gli studenti mediamente dotati – in tutte le risorse, anche di capitale sociale e culturale – risentano meno delle azioni dei loro docenti, mentre questi sono fondamentali nell’impedire che qualcuno cada verso livelli bassi di competenze e nel promuovere il raggiungimento di {p. 169}valori eccellenti. Di qui possono partire varie considerazioni sul ruolo dell’insegnante e sul suo valore aggiunto.
Tab. 5.12. Tipo di docenti e indice di resistenza allo stress (v.a. e %)
Curiosi
Entusiasti
Insicuri
Immobili
Totale %
Totale v.a.
Basso
37,9%
21,7%
28,6%
27,8%
29,8%
25
Medio
37,9%
47,8%
64,3%
72,2%
52,4%
44
Alto
24,1%
30,4%
7,1%
0,0%
17,9%
15
Totale
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
84
 
 
 
 
 
 
 
Tab. 5.13. Tipo di docenti e indice di cooperazione (v.a. e %)
Curiosi
Entusiasti
Insicuri
Immobili
Totale %
Totale v.a.
Basso
13,8%
30,4%
57,1%
27,8%
28,6%
24
Medio
44,8%
39,1%
42,9%
50,0%
44,0%
37
Alto
41,4%
30,4%
0,0%
22,2%
27,4%
23
Totale
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
84
 
 
 
 
 
 
 
Tab. 5.14. Tipo di docenti e passione per gli obiettivi (v.a. e %)
Curiosi
Entusiasti
Insicuri
Immobili
Totale %
Totale v.a.
Basso
13,8%
26,1%
35,7%
33,3%
25,0%
21
Medio
55,2%
52,2%
35,7%
33,3%
46,4%
39
Alto
31,0%
21,7%
28,6%
33,3%
28,6%
24
Totale
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
84
 
 
 
 
 
 
 
Concentriamoci, infine, sull’ultima delle SES che abbiamo rilevato negli studenti, ovvero la passione per gli obiettivi. L’andamento in questo caso appare differente, a conferma che le SES non sono tutte uguali e non implicano tutte lo stesso modo di reagire agli stimoli educativi. Ciò naturalmente comporta una maggiore complessità analitica e pratica, ma lancia anche interessanti piste di lavoro da esplorare. In sintesi, questa SES presenta un andamento più ondivago, meno regolare. I valori alti dell’indice non sembrano variare in modo chiaramente interpretabile, essendo più diffusi tra gli alunni d’insegnanti «immobili» e comunque presentando una distribuzione non legata all’iniziativa o all’innovatività del docente. È sommando tra loro i valori medi-e-alti e, rispettivamente, medi-e-bassi che emerge un pattern relativamente sensato. Gli insegnanti «curiosi» ed «entusiasti» sono più efficaci nell’impedire la caduta a livelli bassi e a stimolare almeno un livello medio della Passione per gli obiettivi. Onde spiegare da che cosa dipenda essere davvero altamente «appassionati» è necessario, però, introdurre altre variabili.
Note