Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi, Giorgio Vittadini (a cura di)
Viaggio nelle character skills
DOI: 10.1401/9788815366962/c10
Nella versione attuale, la guida operativa su carattere e personalità approfondisce sei strategie di apprendimento {p. 261}{p. 262}considerate utili per lo sviluppo delle competenze non cognitive nelle attività didattiche in classe. Tali strategie sono collegate con la tradizione empirica della valutazione formativa, del feedback in situazioni educative, anche tra pari [11]
, del reasoning e del questioning [12]
e sullo sviluppo della creatività con la didattica [13]
. Complessivamente sono presentate 14 attività, con per ciascuna una breve introduzione e la sequenza di passi per la loro realizzazione in classe.
{p. 263}
Box 3.

Attività su carattere e personalità «Un semaforo per pensare»

Quest’attività è un adattamento di una delle strategie suggerite da Black e colleghi1 per attuare in classe l’approccio della valutazione per l’apprendimento. La consegna è piuttosto semplice e si realizza nelle seguenti fasi: 1) gli studenti dotati di tre bollini di colore diverso valutano complessivamente il lavoro che hanno svolto; 2) assegnano il bollino «verde» se il lavoro è stato fatto bene, giallo se è parzialmente fatto bene, rosso se il compito non è stato svolto bene. Si possono usare gli stessi criteri nel caso gli alunni siano chiamati ad autovalutare la propria comprensione di una lettura, di una lezione, di una spiegazione, di un problema, di una serie di procedure, ecc. I bollini colorati sono dei mezzi semplici per comunicare ai compagni, in una fase successiva, la propria autovalutazione; 3) dopo questa fase l’insegnante forma gruppi di 4 alunni. Nei gruppi ciascuno è chiamato a giustificare il proprio giudizio ai compagni portando prove di quanto dice. L’attività nasce come tentativo di collegare la valutazione tra pari con l’autovalutazione individuale.
1 P. Black, C. Harrison, C. Lee, B. Marshal e D. Wiliam, Working Inside the Black Box: Assessment for Learning in the Classroom, in «Phi Delta Kappan», 86, 1, 2004, pp. 8-21.
La guida operativa per il capitale psicologico presenta tre strategie di apprendimento e di attivazione, mutuate dal proficuo filone di studi e di attività della psicologia positiva [14]
. La guida descrive 10 attività, e fornisce inoltre uno studio di caso sullo sviluppo del capitale sociale attraverso l’educazione motoria.
Box 4.

Attività su capitale psicologico «Piano intelligente, risultato assicurato!»

L’attività può agire simultaneamente sulla speranza e sul senso di efficacia personale. L’articolazione è la seguente: 1) si individui con la classe un obiettivo importante, ambizioso che vale la pena realizzare in un progetto durante l’anno scolastico; 2) si discuta come rendere lo scopo realistico, raggiungibile e misurabile; 3) si chieda di redigere la lista degli ostacoli che possono impedire il raggiungimento dello scopo; 4) si chieda di definire piani A, B, C, ecc. per il superamento degli ostacoli; 5) si chieda di mettere in atto i piani e di valutare i risultati: «Hanno funzionato? Ci diamo un premio», «Non hanno funzionato? Ci premiamo lo stesso per averci PROVATO, non perdiamo la SPERANZA!». L’attività può essere generalizzata alle seguente situazioni didattiche: percorso di orientamento, recupero insufficienze, preparazione verifica, pianificazione lavoro di gruppo, realizzazione di prodotti/progetti.
La guida operativa per la motivazione presenta quattro strategie di apprendimento che si basano sui principali modelli motivazionali presenti oggi in ambito educativo, come la Self Determination Theory [15]
, e inoltre sul filone di studi a cavallo tra psicologia, educazione e neuroscienze, che si occupa di un particolare tipo di competenza non {p. 264}cognitiva chiamata growth mindset [16]
, che esplora i correlati motivazionali del credere di essere in grado di migliorare ad esempio nei propri rendimenti scolastici. La guida offre l’approfondimento di 10 attività didattiche per lo sviluppo della motivazione in classe. {p. 265}
Box 5.

Attività sulla motivazione «A che cosa mi serve?»

Attraverso una semplice pianificazione didattica, si può evidenziare a chi e a cosa serve la lezione o l’unità che si sta per affrontare. Di seguito un esempio di attività di storia, che si può applicare sia alla fine del primo ciclo, che nel secondo ciclo di istruzione. Il suo obiettivo è rendere maggiormente significativo il seguente argomento: «la prima metà del XX secolo». Per tale ragione, il docente prima di iniziare il lavoro, avvia un sondaggio e una discussione sulle scuole superiori, oppure sugli indirizzi universitari che sceglieranno o hanno intenzione di sceglier gli studenti. Connettendo l’argomento agli interessi di studio degli alunni decide di articolare l’attività in questi termini: 1) presentazione delle linee generali che caratterizzano il periodo storico. Tutti devono possederle; 2) successivamente, si procede nello studio affrontando questioni materiali di approfondimento secondo gli indirizzi scolastici o universitari e gli interessi di studio degli alunni; 3) a coloro che, ad esempio, sono indirizzati verso curricoli scientifici e tecnologici consegna questioni legate allo sviluppo scientifico e tecnico, alle scoperte e alle conseguenze sociali di certe conquiste tecnologiche; 4) a quelli orientati verso materie economiche assegna lo studio delle teorie economiche, e della distribuzione del reddito; 5) ai futuri giuristi o agli studenti che intendono scegliere percorsi di studio con discipline giuridiche, propone il tema delle riforme che hanno permesso la nascita delle democrazie rappresentative e dei movimenti e delle dottrine politiche presenti in quel periodo storico. L’esempio dimostra come specifici contenuti potrebbero risultare di valore se connessi agli interessi degli studenti, favorendo una percezione diretta della rilevanza dell’argomento. Tale connessione crea le condizioni per attribuire un senso, un’utilità e un valore a ciò che sarà appreso.
Le guide forniscono inoltre strumenti per riflettere sulla congruenza tra attività e competenze non cognitive, spingendo i docenti ad avere un approccio plurale nella loro attività didattica da questo punto di vista: ad esempio le attività sulla coscienziosità sono frequentemente collegate all’apertura mentale, oppure alla gradevolezza; oppure le attività sulla motivazione sono frequentemente collegate alle attività sul capitale psicologico, visto che un certo tipo di approccio positivo alle attività di studio e apprendimento è importante per alimentare l’assetto motivazionale degli studenti.

2.2. Formazione docenti e strategie di apprendimento per gli studenti

Accanto alle risorse e agli strumenti, il progetto ha proposto l’applicazione di due processi fondamentali. Il primo legato alla formazione e al supporto dei docenti nel potenziamento della propria attività didattica, il secondo legato allo sviluppo delle competenze non cognitive degli studenti. È necessario ricordare che la diffusione del kit scuola e le attività formative e di accompagnamento dei docenti nella sperimentazione iniziano nello stesso periodo (in genere in autunno) dell’anno scolastico, e che quindi al primo seminario i partecipanti sono già consapevoli dell’esistenza del kit, che di fatto possono iniziare a usare già al termine del primo seminario.
Il coinvolgimento dei docenti è stato inquadrato all’interno dello schema di uno dei più noti e efficaci modelli di formazione e sviluppo professionale dei docenti, chiamato Input-Practice-Reflection [17]
. Il modello è semplice nella struttura, ma complesso nella gestione. Prevede una prima parte di attività di condivisione dei contenuti formativi con i docenti, frequentemente all’interno di format seminariali o di workshop, una successiva sperimentazione in classe {p. 266}dei contenuti, supportata da attività di coaching da parte di esperti, e una attività di riflessione per il miglioramento sulle pratiche sperimentate, per preparare nuove applicazioni. Il modello, infatti, prevede l’applicazione ciclica delle varie fasi di input, di pratica e di riflessione, per supportare lo sviluppo di nuove competenze professionali dei docenti. È stato sperimentato in questi ultimi decenni in diversi contesti culturali e in diversi percorsi formativi e di sviluppo professionale dei docenti [18]
con elevati livelli di efficacia, soprattutto nell’introduzione di innovazioni educative e didattiche in contesti più tradizionali.
All’interno del progetto il supporto ai docenti, nel secondo e terzo anno, ha previsto questo adattamento del modello Input-Practice-Reflection:
• Per la parte di Input, la realizzazione di tre seminari tematici sulle tre competenze cognitive affrontate nel progetto: uno per personalità e carattere, uno sul capitale psicologico e uno sulla motivazione. I seminari, della durata di quattro ore ciascuno, sono stati pensati con una struttura su due tempi: un primo tempo da dedicare esclusivamente all’approfondimento di contenuto, con l’intervento di formatori esperti del tema; un secondo tempo con formato laboratoriale da dedicare, con il supporto di un esperto di didattica, e con l’ausilio delle guide operative, a una prima serie di esperienze e prove sulle pratiche di insegnamento delle competenze non cogntive. La tabella 3 sintetizza i contenuti trattati nella prima parte dei seminari. Nella seconda parte di ciascun seminario si approfondiscono i concetti di {p. 267}strategie di apprendimento e di attività, e vengono presentati gli esempi delle guide operative con i seguenti contenuti: le strategie di apprendimento come strumento di sviluppo delle competenze non cognitive in classe; come si progetta e pianifica una strategia di apprendimento; l’integrazione tra competenze non cognitive e contenuti disciplinari all’interno di una strategia di apprendimento; la sperimentazione di una strategia di apprendimento in classe: osservazione e feedback; la valutazione formativa delle strategie di apprendimento; esempi pratici di strategie di apprendimento per il potenziamento delle competenze non cognitive tra il primo e secondo ciclo di istruzione.
Tab. 3. Contenuti dei seminari tematici proposti per la formazione dei docenti
Titolo del seminario
Contenuti trattati
Personalità e carattere
Cosa sono la personalità e le character skills; come si sviluppano; i modelli principali di descrizione della personalità; il Big Five; basi neuro-psicologiche della personalità; quali caratteristiche cognitive per ciascun tratto di personalità; quali schemi comportamentali caratterizzano i tratti di personalità; personalità e apprendimento
Capitale psicologico
Cos’è il capitale psicologico; psicologia positiva e capitale psicologico; come si sviluppa il capitale psicologico; i modelli teorici principali di capitale psicologico; il modello a quattro componenti HERO: speranza, ottimismo, resilienza, autoefficacia; quali caratteristiche cognitive per ciascuna componente del capitale psicologico; quali schemi comportamentali caratterizzano le componenti; capitale psicologico, esperienza scolastica e apprendimento
Motivazione
Cos’è la motivazione all’apprendimento; come si sviluppa la motivazione; i modelli principali di descrizione della motivazione; la Self Determination Theory; motivazione, personalità e risorse cognitive e psicosociali; quali schemi comportamentali caratterizzano differenti set motivazionali; la motivazione a scuola e fuori dalla scuola
 
 
• Per la parte di Pratica, che, di fatto, inizia già nella seconda parte dei seminari, i docenti hanno a disposizione un supporto dello staff di ricerca per preparare e realizzare la sperimentazione in classe di ciò che è stato presentato nella fase di Input. Dopo i seminari, dunque, i docenti
{p. 268}possono richiedere uno o più incontri per condividere ciò che è emerso dai dati del questionario studente, e dalla loro applicazione delle rubriche di valutazione formativa alla classe, e soprattutto, secondo questi dati, per progettare e pianificare l’applicazione delle pratiche didattiche in classe. Dopo due o tre incontri di supporto i docenti iniziano a sperimentare in classe, e possono contare, se lo ritengono opportuno, anche su strumenti ulteriori di supporto, come l’osservazione in classe dello staff di ricerca o di altri colleghi, per preparare la terza fase del modello, cioè la Riflessione.
Note
[11] J. Hattie e H. Timperley, The Power of Feedback, in «Review of Educational Research», 77, 1, 2007, pp. 81-112.
[12] M.P. Cavanaugh e C. Warwick, Questioning Is An Art, in «Language Arts Journal of Michigan», 17, 2, 2001, pp. 35-38.
[13] M.A. Runco, Creativity. Theories and Themes: Research, Development, and Practice, Cambridge, MA, Elsevier Academic Press, 2014.
[14] M. Seligman, Imparare l’ottimismo, Milano, Giunti, 2009; A. Duckworth, Grit: The Power of Passion and Perseverance, Toronto, CA, Harper Collins, 2016.
[15] E.L. Deci e R.M. Ryan, The «What» and «Why» of Goal Pursuits: Human Needs and the Self-determination of Behaviour, in «Psychological Inquiry», 11, 2000, pp. 227-268.
[16] C.S. Dweck, Essays in Social Psychology. Self-theories: Their Role in Motivation, Personality, and Development, Philadelphia, Psychology Press, 1999.
[17] F. Lipowsky e D. Rzejak, Key Features of Effective Professional Development Programmes for Teachers, cit., pp. 27-51.
[18] L. Van den Bergh, A. Ros e D. Beijaard, Improving Teacher Feedback during Active Learning: Effects of a Professional Development Program, in «American Educational Research Journal», 51, 4, 2014, pp. 772-809; V. Piwowar, F. Thiel e D. Ophardt, Training Inservice Teachers’ Competencies in Classroom Management. A Quasi-experimental Study with Teachers of Secondary Schools, in «Teaching and Teacher Education», 30, 2013, pp. 1-12; C. Fernandez, Learning from Japanese Approaches to Professional Development: The Case of Lesson Study, in «Journal of Teacher Education», 53, 5, 2002, pp. 393-405; C. Lewis, Lesson Study: A Handbook of Teacher-led Instructional Change, Philadelphia, Research for Better Schools, 2002.