Alessandro Sicora, Silvia Fargion (a cura di)
Costruzioni di genitorialità su terreni incerti
DOI: 10.1401/9788815411365/p1

Prefazione

Questo manuale nasce dagli esiti della ricerca di rilevante interesse nazionale del MIUR (PRIN 2017) sul tema Constructions of Parenting on Insecure Grounds: What Role for Social Work? (CoPInG), ovvero Costruzioni della genitorialità su terreni instabili: quale ruolo per il servizio sociale?, che dal 2019 al 2023 ha coinvolto ricercatori e docenti di quattro università: l’Università di Trento (coordinamento nazionale e locale: Silvia Fargion), l’Università della Calabria (coordinamento locale: Alessandro Sicora), l’Università di Trieste (coordinamento locale: Luigi Gui) e la Libera Università di Bolzano (coordinamento locale: Urban Nothdurfter).
L’esigenza di investigare sul rapporto tra genitorialità e servizio sociale nasce dalla constatazione che la società contemporanea è contraddistinta da cambiamenti significativi nella vita familiare e nei relativi modi di educare, nonché dalla contemporanea presenza di differenti modelli familiari in un contesto sociale instabile e in rapido cambiamento. Tutto questo impatta sulle forme assunte dalle politiche e dagli interventi sociali. La ricerca CoPInG si è posta l’obiettivo di contribuire a colmare il vuoto di conoscenza generato dalle recenti trasformazioni occorse in tale ambito confrontando la visione e le idee dei genitori sulla cura ed educazione dei loro figli, con il discorso sulla genitorialità che emerge nelle politiche sulla famiglia e quanto espresso da assistenti sociali che interagiscono con le famiglie. La ricerca si è concentrata sulla genitorialità in quattro particolari contesti: separazioni altamente conflittuali, povertà, migrazioni forzate, appartenenza a minoranze sessuali o di genere.
I risultati vengono qui presentati per contribuire allo sviluppo di una riflessione critica nel servizio sociale priva di connotazioni prescrittive, nonché alla costruzione di interventi e metodologie che tengano conto delle percezioni dei soggetti in campo e che siano in grado di supportare le strategie risolutive dei genitori stessi.
Molte sono le persone che hanno contribuito a diverso titolo e in diversi momenti alla realizzazione della ricerca oltre a coloro che hanno direttamente {p. 8}partecipato alla stesura di questo volume (Teresa Bertotti, Francesca Falcone, Silvia Fargion, Luigi Gui, Diletta Mauri, Salvatore Monaco, Antonio Samà, Mara Sanfelici, Alessandro Sicora, Urban Nothdurtfer). In primo luogo vogliamo ringraziare ricercatori e docenti, ulteriori a quelli già elencati, delle università coinvolte che hanno partecipato in forme e periodi diversi ai gruppi di ricerca, ovvero per l’Università di Trento: Maria Micaela Coppola, Francesca Decimo, Luca Fazzi e Giulia Moretto, per l’Università della Calabria: Anna Elia, Valentina Fedele, Franca Garreffa, Sabina Licursi, Giorgio Marcello e Giovanna Vingelli, per l’Università di Trieste: Elena Bettinelli, Elisabetta Kolar, Giorgio Porcelli e Anna Zennarolla e, infine, per la Libera Università di Bolzano: Andrea Nagy e Livia Taverna. Un ringraziamento particolare va poi al Consiglio nazionale dell’ordine degli assistenti sociali che ha sostenuto l’indagine e la realizzazione del Convegno Riconoscere la genitorialità su terreni incerti. Il contributo della ricerca di servizio sociale per nuovi interventi e competenze. Tale Convegno si è tenuto a Roma il 28 febbraio 2023 quale momento finale del progetto di ricerca CoPInG e, oltre che da tutti gli autori del presente volume, è stato arricchito dagli interventi di Elena Allegri, Francesca Cassottana, Edi Cicchi, Sara De Carli, Valeria Fedeli, Alessandra Gallone, Gianmario Gazzi, Silvana Mordeglia, Paolo Onelli, Barbara Rosina, Renato Sampogna, Caterina Satta, Simone Schinocca, Chiara Sità, Paola Milani e Enrico Montaperto. Esprimiamo un sentito ringraziamento per le osservazioni, i commenti e i contributi condivisi in tale occasione.
Last but not least, il nostro grato pensiero va ai genitori e agli assistenti sociali che hanno partecipato alla ricerca e hanno dato un contributo prezioso. Senza di loro nulla di quello che viene presentato nelle prossime pagine sarebbe potuto venire alla luce.
Infine, sentiamo la necessità di fare una precisazione che riteniamo importante. In questo volume viene utilizzato il «maschile non marcato» per dare fluidità al testo (evitando così numerose ripetizioni di termini analoghi connotanti generi diversi, come, ad esempio, nella frase «gli assistenti sociali e le assistenti sociali sono…»). Abbiamo preferito questa strada alla scelta del «femminile non marcato» per evitare il rischio di confermare una segregazione di genere nelle professioni sociali.
Silvia Fargion
Alessandro Sicora