Federico Batini (a cura di)
La lettura ad alta voce condivisa
DOI: 10.1401/9788815410238/p2
Per un lungo periodo le azioni, le riflessioni e la ricerca sulle attività di lettura ad alta voce si sono concentrate sulla fascia prescolare, riservando un’attenzione particolare, inoltre, alle pratiche familiari e dei contesti di provenienza (e mostrando così chiaramente, seppur non deliberatamente, come queste rischino di diventare una riproduzione se non un’amplificazione delle differenze in origine) e, in misura minore, ai servizi educativi per la prima infanzia e alla scuola dell’infanzia. Questa ricerca, nota da quasi cinquant’anni, ha rischiato di produrre alcuni equivoci, ipotizzando, in assoluta carenza di dati nelle età successive, secondo una logica on/off che solo l’esperienza di esposizione alla lettura nei primi anni di vita, specie nel contesto familiare, potesse produrre
{p. 14}vantaggi sull’immediato e a lungo termine. Pur riconoscendo l’importanza fondamentale di incoraggiare, motivare, rimuovere gli ostacoli affinché bambini e bambine possano fare questo tipo di esperienza già dalla nascita, all’interno del proprio contesto familiare è noto infatti come questo tipo di pratica, svolta con costanza e consapevolezza, sia assolutamente minoritaria e come sia poco realistico pensare di intervenire sui divari e le differenze a partire dai contesti di origine (che, pur senza colpa alcuna, sono quelli che determinano dette differenze). Persino nei contesti familiari più qualificati, inoltre, si tende a diminuire fortemente, sino a dismetterla, l’abitudine di leggere a bambini e bambine quando si avviano a impadronirsi dei primi rudimenti della lettura. La confusione che si fa a proposito dell’apprendimento della lettura integrato alla comprensione è, da questo punto di vista, notevole.
Ci sono, però, buone notizie.
La ricerca descrittiva e sperimentale effettuata nell’ultimo decennio in varie aree del mondo, in vari contesti e con differenti fasce di età, ha evidenziato al contempo la necessità assoluta di incentivare questa pratica e una straordinaria congerie di effetti con varie età e in vari contesti, alzando l’interesse attorno agli approcci, ai metodi e all’efficacia degli stessi.
Le buone notizie riguardano l’utilità, l’interesse, la praticabilità, la capacità di produrre effetti della lettura ad alta voce con tutte le età, in ogni contesto, indipendentemente dalle condizioni di partenza.
Il metodo della lettura ad alta voce condivisa, adottato in numerosi contesti, con particolare attenzione all’intero sistema educativo e di istruzione, si sta proponendo con forza come approccio in grado di potenziare i soggetti ai quali si rivolge in molti sensi e molti modi.
La lettura ad alta voce condivisa diventa, allora, una proposta forte specie in un paese come il nostro, gravemente affetto da problemi legati alla dispersione scolastica esplicita e implicita. La dispersione è, come è noto, predetta con buona approssimazione dalla provenienza socio-economico-culturale, occorre rimediare a questo stato di cose.{p. 15}
Il metodo della lettura ad alta voce condivisa, riuscendo ad agire sulle abilità di base, strategiche per il successo scolastico (abilità linguistiche, comprensione di ogni tipo, funzioni cognitive ed esecutive di base e persino dimensioni «cristallizzate» dell’intelligenza, capacità di relazione, assunzione del punto di vista, pensiero critico), mentre agisce anche sul sé, sulla costruzione identitaria, sulle prospettive di futuro e sulle capacità di prefigurarlo, può ardire di proporsi, come finalità di riferimento, quello della democrazia cognitiva.
L’equità delle opportunità si raggiunge quando la strumentazione per partecipare pienamente all’esperienza formativa è posseduta da tutte e tutti, più tardi quando da tutte e tutti sono posseduti gli strumenti di base che consentono di esercitare la cittadinanza, per questo crediamo che sia importante accogliere questa proposta.
Garantire le stesse opportunità significa, anche, fare un’azione di promozione sociale complessiva, di rinnovamento, di costruzione del futuro.
La lettura ad alta voce condivisa, recentemente, oltre a informare di sé progetti e politiche, è diventata oggetto di un master universitario di II livello e di un appuntamento internazionale e suscita attenzioni sempre maggiori. Crediamo e speriamo che questo volume possa fornire un contributo ulteriore in questa direzione.
In questo volume abbiamo raccolto i contributi di ricercatrici e ricercatori che da tempo, con sguardi differenti, lavorano attorno alla lettura e alla lettura ad alta voce e che hanno accettato, e di questo siamo loro grati, di confrontarsi con il metodo e con le ricerche attorno al metodo in modo non occasionale. Il loro sguardo, anche da prospettive disciplinari o di ricerca differenti, integra, unisce e completa il discorso sulla lettura ad alta voce condivisa: anziché sintetizzarne il contributo crediamo che valga l’invito alla loro lettura.
Mi interessano quei testi che riconoscono ai ragazzi il diritto di godersi storie ricche e complesse come quelle che l’autore adulto vorrebbe leggere per sé. E non sono solo classici: ogni anno spuntano nuove gemme. I bambini perdono la pazienza se {p. 16}chi scrive pontifica, fa il complicato, si compiace. La letteratura per ragazzi richiede invece di distillare: i romanzi migliori sanno rendere la speranza, la rabbia, la gioia, la paura nelle loro forme più pure e archetipiche. Pensate ai libri per ragazzi come alla vodka della letteratura [2]
.
Federico Batini
Note
[2] K. Rundell, Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio, Milano, Rizzoli, 2020, pp. 13-14 (ed. or. Why You Should Read Children’s Books, Even Though You Are So Old and Wise, London, Bloomsbury Publishing, 2019).