Christoph Cornelissen, Gabriele D'Ottavio (a cura di)
La Repubblica di Weimar: democrazia e modernità
DOI: 10.1401/9788815370228/c10
Nella Repubblica di Weimar, invece, ancora non c’era un nesso interno tra sistema democratico e progetto europeo, e a lungo andare questo mancato legame finì per destabilizzare anche il sistema politico weimariano. La mancanza di una stretta relazione con la democrazia allontanò le idee sull’Europa del campo borghese-conservatore dal sistema politico vigente. Senza peraltro dimenticare che vi contribuì anche il fatto che dopo il 1919 le varie ipotesi sull’Europa e sul suo ordinamento poggiavano sul presupposto che si dovesse prima di tutto superare il sistema di «Versailles». Ma per il campo borghese-conservatore la revisione del Trattato di Versailles implicava anche la revisione dell’ordinamento statale weimariano, che esso considerava parte del «sistema di Versailles». Quindi il fatto che i propugnatori di questa o quella idea di Europa non volessero essere troppo strettamente associati alla Repubblica di Weimar non deve sorprendere, e spiega altresì il fallimento della politica di conciliazione sul piano della storia delle idee: molti di loro, il conte Kalergi come Wilhelm Heile, cercarono, è vero, di accreditarsi come precursori di iniziative sul terreno della politica estera come il piano «Briand». Ma nelle loro riflessioni in merito al futuro ordinamento europeo quasi non si trova traccia della Repubblica di Weimar, di cui
{p. 236}peraltro non disdegnavano, anzi, i finanziamenti. Certo, da un lato questo rifletteva solo le lacerazioni interne della società tedesca negli anni della Repubblica di Weimar, ma dall’altro il mancato legame con la democrazia avrebbe contribuito in modo decisivo a «traghettare» alcuni esponenti delle elite conservatrici verso l’ideologia sovranazionale del nazionalsocialismo. Dopo la «presa del potere», infatti, i nazisti seppero sfruttare nel migliore dei modi l’affinità ideale di concetti come «Abendland», «Reich» e «Mitteleuropa». In tal modo il regime riuscì a fornire alle elite conservatrici punti di connessione a livello discorsivo in relazione a concetti sovranazionali come «grande spazio», «Reich grande-tedesco» o «nuova Europa».
Tutto questo conferisce alle idee di Europa e ai movimenti che se ne fecero propugnatori negli anni della Repubblica di Weimar un volto contraddittorio. Da un lato l’orientamento verso l’Europa e i diversi tentativi volti a favorire un’intesa a livello europeo ebbero un carattere moderno e rivolto al futuro: non solo contribuirono in modo rilevante e su diversi piani soprattutto all’intesa tra la Germania e la Francia, ma grazie ad essi ne uscì rafforzata, oltre alla politica estera di Stresemann, anche la politica quotidiana della repubblica; dall’altro, però, nelle intenzioni dei gruppi alle prese con il tema «Europa» questo rafforzamento non mirava alla stabilizzazione del sistema politico weimariano. Sia che si prendesse decisamente posizione contro la repubblica, sia che la si tollerasse soltanto o semplicemente la si ignorasse, quel che è certo è che nella Repubblica di Weimar la democrazia non costituì il fondamento sui cui costruire l’Europa.
Note