Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi, Giorgio Vittadini (a cura di)
Viaggio nelle character skills
DOI: 10.1401/9788815366962/c10
Un secondo esempio [25]
arriva sempre da un altro Istituto comprensivo di una valle trentina e riguarda il tema della resilienza applicato a un’intera comunità, in forma di analogia rispetto alla situazione attuale, cioè la comunità ebraica in Trentino dal 1400 ad oggi. Si tratta di un’attività proposta nell’ambito dell’insegnamento di storia e ha lo scopo di far identificare agli studenti, attraverso un lavoro in piccoli gruppi mediato dalle nuove tecnologie (video lezioni, e-mail, lavoro in gruppo virtuale supportato dal docente) le pratiche di resilienza che la comunità ebraica trentina ha sviluppato nel corso dei secoli per fronteggiare le continue persecuzioni e i rischi della marginalità legate a queste. Nell’ottica dello sviluppo delle competenze non cognitive si tratta delle conoscenze legate alla resilienza. Il docente, attraverso un lavoro di circa un mese, guida gli studenti nel raccogliere evidenze e tassonomie sui comportamenti adottati dalla comunità per garantirsi una sopravvivenza nel tempo (ad es. rinforzare i legami di supporto al proprio interno, dotarsi di attività professionali differenti per garantire un accesso alle risorse economiche, avere un ruolo positivo all’interno della società con attività filantropiche e di supporto civile, ecc.). Si tratta del cosiddetto «fare» nello sviluppo delle competenze non cognitive, verso cui gli studenti sono stati spinti per riflettere sulla situazione attuale: quali di queste strategie possono essere utilizzate e adattate per affrontare le attuali sfide poste dal Covid-19? Il progetto si conclude con la pianificazione di attività, riconducibili all’educazione civica e alla cittadinanza, da parte degli studenti, su come organizzare un eventuale ritorno alla didattica a distanza
{p. 278}nel prossimo anno scolastico, in modo tale da non compromettere le capacità di resilienza della comunità di studenti e delle proprie famiglie.
Questi due esempi molto semplici ci fanno capire come è possibile adattare le proposte del progetto trentino anche in una situazione di mancata presenza fisica in classe degli studenti. Il kit scuola ad esempio può essere facilmente digitalizzato e reso disponibile su più canali (ad es. sito della scuola, registro elettronico, piattaforma di condivisione dei materiali didattici, canali social della scuola, ecc.). Gli stessi processi proposti, sia lato docente con i seminari e le attività di progettazione assistita e di coaching, sia lato studenti con le strategie e attività di apprendimento, possono essere agevolmente adattati, seppur in via temporanea, in un contesto di didattica a distanza, per fare in modo che nonostante le difficoltà e l’ambiente di apprendimento cambiato, le competenze non cognitive possano continuare a ricevere la giusta attenzione.
Note
[25] L’attività è stata proposta dal prof. Giovanni Casadoro dell’IC Fondo-Revò.