Espatriati ed esuli
nella storia della conoscenza, 1500-2000

A partire da una straordinaria messe di casi rintracciati in un arco storico che va dal XV secolo all’epoca contemporanea, il libro documenta gli effetti positivi che il fenomeno dell’espatrio produce dal punto di vista del progresso intellettuale. Mettendo a contatto la loro cultura di partenza con quella del paese di arrivo, espatriati ed esuli contribuiscono infatti all’avanzare e al diffondersi della conoscenza: informazioni nuove e stili di pensiero differenti circolano, si ibridano, aprono le menti e sprovincializzano la cultura. Nel bilancio della vita culturale l’espatrio (volontario o subìto) è dunque un guadagno più che una perdita. Una lezione da tenere presente, quando si facciano avanti tentazioni autarchiche.

– professore emerito nell’Università di Cambridge – con il Mulino ha pubblicato diversi libri, tra cui: "Storia sociale della conoscenza" (2002), "La storia culturale" (nuova ed. 2019), "Lingue e comunità nell’Europa moderna" (2006), "Storia sociale dei media" (con A. Briggs, nuova ed. 2010) e "Dall’Encylopédie a Wikipedia" (2013).

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2019
Isbn edizione digitale: 9788815353849
DOI: 10.978.8815/353849

Pubblicazione a stampa: 2019
Isbn edizione a stampa: 9788815284266
Collana: Saggi
Pagine: 296

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