Indice
- Epigrafe
- Dedica
- Premessa
- Capitolo primo La monarchia costituzionale della ‘gloriosa’ Rivoluzione inglese
- 1. La genesi contrattuale del «Bill of rights»
- 2. Il vincolo costituzionale del consenso parlamentare all’imposizione fiscale
- 3. L’approvazione annuale della spesa pubblica da parte dei Comuni, eletti col «patronage» di Lords e Corona
- 4. L’uso promiscuo di ministri «tories» e «whigs» per il controllo di Guglielmo III sul Parlamento
- 5. L’incompatibilità fra servizio del re e seggio ai Comuni disposta dall’«Act of settlement» e abrogata prima dell’applicazione
- 6. La base parlamentare mutevole dei vertici scelti dalla regina Anna per la finanza e la guerra
- 7. La coincidenza di interessi fra Giorgio I e aristocrazia «whig», infine affidatisi a Walpole, primo lord della Tesoreria e cancelliere dello Scacchiere
- 8. La gestione monocratica ventennale di Walpole, «leader» ai Comuni
- 9. La rinuncia politica individuale del ‘primo’ dei ministri, non suscettibile di estromissione per voto di presunta ‘sfiducia’
- 10. Le «premierships» contrastate e invertite in perdurante prerogativa regia, non esercitata da Giorgio II
- 11. Il ‘ministro’ via via sostituito, poi conservato, di Giorgio III ministro di se stesso
- 12. La censura dei Comuni al ministro come diretta opposizione alla politica del re
- 13. La prima volta di un ministero imposto al re dai Comuni e dal re revocato contro la maggioranza senza contestuale scioglimento
- 14. La sussistenza di «prime minister» e «cabinet» prima dell’obbligo convenzionale di dimissioni per voto parlamentare contrario
- Capitolo secondo La repubblica non parlamentare della Rivoluzione americana
- 1. Il dettato, la forma e l’efficacia giuridica delle costituzioni degli Stati ex colonie
- 2. L’autogoverno dei primi insediamenti inglesi
- 3. I rapporti fra assemblee elettive, governatori e prerogativa regia
- 4. La versione coloniale del principio costituzionale «no taxation without representation»
- 5. La riaffermazione del potere legislativo e fiscale del regno su tutto l’impero attraverso il «Declaratory Act»
- 6. L’argomentazione legale di una nuova soggettività politica
- 7. Il rifiuto del potere legislativo del Parlamento britannico in perdurante accettazione della prerogativa regia
- 8. La sovranità simultanea e unanime di tredici Stati
- 9. L’origine rivoluzionaria delle prime costituzioni statali
- 10. L’impulso della democrazia locale alla prima effettiva convenzione costituzionale statale
- 11. La preminenza assoluta del legislativo elettivo e la separazione dei poteri come divieto di cumulo delle cariche e come incompatibilità personale
- 12. Lo stabile ordinamento delle relazioni fra gli Stati fissato dagli «Articles of Confederation and Perpetual Union»
- 13. Il trasferimento della decisione politica a una dimensione territoriale e demografica superiore agli Stati
- 14. Le soluzioni costituzionali adottate dalla Convenzione di Filadelfia, variabili dipendenti dell’equilibrio fra gli Stati
- 15. La reiezione del veto del parlamento dell’Unione sulle leggi degli Stati
- 16. La presenza degli Stati nel Congresso secondo i numeri del «Connecticut Compromise»
- 17. Gli interessi coinvolti nel generale «Compromise of 1787»: nord-sud, est-ovest, bianchi-neri
- 18. L’opzione per l’esecutivo ‘singolo’, eletto ogni sette anni dal legislativo bicamerale, rieleggibile e, salvo «impeachment», mai revocabile
- 19. La elezione dell’esecutivo in relazione alla rappresentanza degli Stati nel legislativo
- 20. La incidenza delle incompatibilità parlamentari, dichiarate e omesse, sulla organizzazione costituzionale complessiva
- 21. La rilevanza degli Stati nella definizione dei rapporti fra presidente e Congresso
- 22. L’elezione del presidente, non diretta, né parlamentare, né popolare
- 23. La separazione delle istituzioni senza la separazione dei poteri
- 24. La sofferta ratifica di una Costituzione restrittiva della rappresentatività della rappresentanza
- 25. Il primo bipartitismo: federalisti e antifederalisti
- Capitolo terzo La monarchia costituzionale della Rivoluzione francese
- 1. Le costituzioni e gli atti costituenti del decennio
- 2. La crisi finanziaria e costituzionale della monarchia assoluta
- 3. La convocazione degli Stati generali e la trasformazione in Assemblea nazionale
- 4. L’Assemblea nazionale come Assemblea costituente
- 5. La preliminare rinuncia a un percorso di monarchia parlamentare
- 6. La preminenza della legge, atto del legislatore rappresentativo, delegato della «sovranità della nazione», secondo la «Déclaration des droits»
- 7. La monarchia dei «monarchiens» ‘anglomani’: bicameralismo e veto reale assoluto
- 8. Il veto sospensivo reiterabile nella legislatura successiva
- 9. L’uso dialettico delle istituzioni inglesi e americane coeve
- 10. Gli atti legislativi e costituzionali dell’Assemblea fra resistenza del re e azione popolare parigina
- 11. L’esclusione dei ministri del re dal parlamento e il diniego di qualsiasi loro estrazione parlamentare
- 12. L’uguaglianza politica alla prova: cittadinanza passiva e attiva, suffragio ed eleggibilità di primo grado e secondo
- 13. La sottrazione al re della nomina dei giudici e la subordinazione al parlamento del diritto di guerra e di pace
- 14. La incompatibilità protratta oltre il mandato parlamentare e la responsabilità ministeriale circoscritta alla responsabilità penale
- 15. La caduta del presupposto politico della Costituzione monarchica, la legittimazione del re
- 16. Le prerogative conservate a Luigi XVI nel testo costituzionale definitivo da lui condiviso
- 17. L’opposizione del veto alla legislazione rivoluzionaria, la crisi conseguente, la via d’uscita della guerra
- 18. I poteri del re e dell’Assemblea esercitati contestualmente in contrapposizione politica
- 19. L’avvento della forma di Stato democratica, non declino del potere esecutivo, né ossequio alla separazione dei poteri
- Capitolo quarto La repubblica non parlamentare della Rivoluzione francese
- 1. L’instaurazione della repubblica e di un esecutivo collegiale provvisorio
- 2. L’estensione del suffragio e la composizione politica della Convenzione
- 3. Il governo cosiddetto di assemblea, né diretto, né parlamentare, e la pressione del movimento popolare parigino
- 4. Il progetto costituzionale di Condorcet intercettato e compromesso dall’azione parlamentare ed extra parlamentare contro i girondini
- 5. La struttura della Costituzione girondina e il rifiuto giacobino di circoscrizioni elettorali meno favorevoli a Parigi
- 6. La legittimazione costituzionale delle singole sezioni del popolo sovrano
- 8. L’esecutivo collegiale, paritario, elettivo, privo di funzioni legislative, non revocabile prima della scadenza
- 9. La conservazione della egemonia politica non legittimata «versus» l’attuazione della prima Costituzione repubblicana approvata dal popolo
- 10. Il comitato di salute pubblica, organo interno di parlamento monocamerale e sovrastante come tale i ministri
- 11. Il ruolo di governo repressivo e autoritario, per la Convenzione e sulla Convenzione, del comitato parlamentare in conduzione politica infine monocratica
- 12. La rettifica istantanea del lascito organizzativo del Terrore: sedici comitati parlamentari paritari sovrapposti alle commissioni esecutive
- 13. La resistenza della maggioranza termidoriana alla concentrazione del perdurante ‘governo provvisorio’ in unico organo, pur parlamentare
- 14. L’iniziativa costituente fra nuovo assetto del parlamento e ultima ondata insurrezionale
- 16. La esclusione della democrazia diretta e la restrizione in senso censitario della rappresentativa
- 17. La divisione dei poteri nella Costituzione repubblicana destinata a effettiva attuazione
- 18. Il bicameralismo funzionale alla integrità ed esclusività del potere legislativo del parlamento
- 19. L’esecutivo collegiale paritario a elezione parlamentare individuale, sovraordinato ai ministri
- 20. Il Direttorio quale governo a permanenza in carica non dipendente dal parlamento
- 21. La responsabilità penale dei singoli componenti dell’esecutivo per ‘inesecuzione’ della legge
- 22. La imposizione «ex lege» della maggior parte dei convenzionali nel nuovo parlamento in contrasto di principio con la Costituzione contemporaneamente approvata
- 23. L’atto di forza di un potere esecutivo delegittimato contro un potere legislativo appena legittimato
- Capitolo quinto Esiti (1989)
- 1. L’invarianza delle forme di governo
- 2. L’estensione della forma di Stato democratica
- 3. L’oggetto di scienza giuridica, scienza politica e storiografia
- 4. Le classificazioni costituzionali e politologiche
- 5. La griglia interpretativa
- 6. Il modello immaginario
- Indice dei nomi