Il sublime e il modernismo
Eliot, Joyce, Woolf

Il sublime è tradizionalmente legato a una concezione dell’uomo che viene profondamente messa in discussione nel Novecento, tanto da spingere alcuni autori a constatarne la morte. Non sembra esserci più posto per il sublime egotistico alla Wordsworth o per l’esaltazione eroica della grandezza dell’uomo che, pur nella sua limitatezza, sfida i misteri dell’universo rivolgendo gli occhi alle stelle. Se il sublime eroico di stampo romantico ha esaurito il suo tempo, quello religioso viene messo in crisi dal rifiuto del divino, mentre si allontana anche la possibilità del sublime naturale, basato sull’armonia tra l’essere umano e il mondo esterno. Attraverso lo studio di tre testi cardine della letteratura novecentesca – La terra desolata di T. S. Eliot, Mrs. Dalloway di Virginia Woolf e Ulisse di James Joyce – il libro analizza le forme assunte dall’esperienza sublime nel modernismo, arrivando ad affermare che non solo il sublime è vivo nel Novecento, ma che esso rimane come una tensione potente, in grado di influenzare tutti gli aspetti principali della creazione letteraria, modificandone i meccanismi e coinvolgendo l’autore, il testo e il lettore.
Il volume è stato pubblicato con il contributo della Fondazione Internazionale Balzan Premio Piero Boitani, e tramite Fondazione Lorenzo Valla Progetto “Il Sublime”

─ dottore di ricerca in Letterature comparate alla Sapienza Università di Roma, si occupa di letteratura del Novecento, con studi dedicati in particolare a intertestualità, influenza letteraria e riscrittura. È membro della T. S. Eliot Society e della International Virginia Woolf Society. Dal 2008, lavora nella segreteria editoriale della Donzelli editore.

Editore: Carocci

Pubblicazione online: 2021
Isbn edizione digitale: 9788829008582
DOI: 10.978.8829/008582

Pubblicazione a stampa: 2017
Isbn edizione a stampa: 9788843088997
Collana: Lingue e letterature Carocci
Pagine: 208

  • Trova nel catalogo di Worldcat