Semioetica
Lingua, libertà, istituzioni

Sin da Aristotele, non tanto il linguaggio, quanto il nesso di etica, politica e linguaggio è stato considerato come il “salto”, la “novità categoriale” che rende l’uomo unico rispetto alle altre specie animali. Più di recente, un pensatore come Gramsci ha rilevato che compito della politica è di perseguire non il potere, ma la reciprocità tra governanti e governati quale condizione per lo sviluppo integrale della cognizione umana. Alla luce di tali principi, in questo sintetico volume si illustrano schemi e teorie volti ad arricchire l’etica della comunicazione, intesa, come ai suoi esordi, non come etica applicata ma come riflessione pratica, e si riconsiderano strumenti d’azione come i partiti, la cui decadenza ha accresciuto le diseguaglianze di potere, che possono essere colmate battendo non solo il populismo rabbioso ma anche le élite arroganti.

insegna Filosofia morale ed Etica della comunicazione all’Università degli Studi di Messina. È autore di saggi su Pareto e Piaget e dei volumi Introduzione alla semioetica (Roma 2007) e Ricerche semioetiche (Roma 2013). Fra i suoi ultimi lavori, Tra Dugin e Huntington. Epistemologia dello scontro di civiltà (in “Politeia”, XXXI, 119, 2015) e Il sintomo Heidegger. A proposito dei Quaderni neri (in “Critica marxista”, 1, 2016).

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Editore: Carocci

Pubblicazione online: 2021
Isbn edizione digitale: 9788829006519
DOI: 10.978.8829/006519

Pubblicazione a stampa: 2016
Isbn edizione a stampa: 9788843086023
Collana: Biblioteca di testi e studi
Pagine: 104

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