Sulla linguistica dell'Ottocento

Sono qui raccolti per la prima volta in volume, con la presentazione di G.C. Lepschy, alcuni contributi che Timpanaro ha dedicato alla storia della linguistica sette-ottocentesca. Tali interventi si impongono non solo per originalità ed erudizione ma anche per il grande senso di impegno civile e culturale che li anima. Ai due saggi introduttivi sugli inizi della linguistica indoeuropea in Germania e sul contrasto tra i fratelli Schlegel e Franz Bopp seguono alcuni profili di studiosi noti e celebrati come Ascoli, o trascurati e persino dimenticati quali Giacomo Lignana o Enea Piccolomini. Che indaghino il complesso rapporto fra atteggiamenti illuministici e romantici o discutano del rapporto fra linguistica e scienze naturali; che affrontino la concezione del linguaggio come creazione collettiva (e quindi il carattere nazionale delle lingue) o l'alternativa fra ipotesi monogenetica e ipotesi poligenetica nella spiegazione dell'origine delle razze umane e delle lingue, gli studi proposti continuano a fornire altrettante occasioni di approfondimento e riflessione.

Della vastissima produzione di Sebastiano Timpanaro (1923-2000), filologo e latinista di fama mondiale, ricordiamo: "La filologia di Giacomo Leopardi" (1955, poi Laterza, 1997); "La genesi del metodo di Lachmann" (1963, poi Utet, 2004); "Classicismo e illuminismo nell'Ottocento italiano" (Nistri-Lischi, 1965; 1988); "Sul materialismo" (1970, poi Unicopli, 1997, III ed.); "Il lapsus freudiano. Psicanalisi e critica testuale" (1974, poi Bollati Boringhieri, 2002); "Virgilianisti antichi e tradizione indiretta" (Olschki, 2001).

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2009
Isbn edizione digitale: 9788815142290
DOI: 10.978.8815/142290

Pubblicazione a stampa: 2005
Isbn edizione a stampa: 9788815107756
Collana: Collezione di testi e di studi
Pagine: 344

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