Animare la vita
Disciplina della nascita tra medicina e morale nell'Ottocento

Quando comincia la vita? L'embrione è un essere vivente? Ha un'anima? Questi interrogativi - ora al centro del dibattito sulla biopolitica - hanno occupato per secoli la riflessione di medici, teologi e giuristi. In questo volume l'autore ricostruisce un momento determinante del lungo conflitto tra saperi maschili per il controllo della procreazione e la definizione del valore e del significato della vita. Nell'800 le nuove frontiere della scienza spostano più avanti l'incerto confine dell'intervento sul corpo delle donne incinte. La scena del parto - un tempo interamente femminile - si anima di nuovi soggetti ed entra attivamente in campo la scienza. L'aborto è un reato e un peccato. Ma cosa fare quando è in gioco la vita della madre, o di entrambi, la madre e il nascituro? Le istituzioni della medicina sanciscono che l'aborto terapeutico è non solo un diritto, ma un dovere del medico di fronte a determinate patologie. Intanto i progressi della scienza consentono interventi mai effettuati prima, e pongono realisticamente la scelta tra il feto e la donna. Ne discutono i giuristi e i teologi. Alla fine del secolo, la Chiesa, per secoli possibilista, interviene, ad opera dell'Inquisizione romana, a mettere ordine nella propria dottrina sul governo della vita, fornendo ai cattolici strumenti e principi più nitidi per fronteggiare i saperi della scienza.

dopo aver conseguito il dottorato all'Istituto Universitario Europeo, ha insegnato Storia contemporanea nella Facoltà di Scienze umanistiche dell'Università di Roma "La Sapienza", dove è ora assegnista di ricerca.

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2009
Isbn edizione digitale: 9788815140012
DOI: 10.978.8815/140012

Pubblicazione a stampa: 2006
Isbn edizione a stampa: 9788815108807
Collana: Il Mulino/Ricerca
Pagine: 384

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