Elena dell'Agnese, Daniel Delatin Rodrigues (a cura di)
Re(l)-azioni
DOI: 10.1401/9788815410795/c4
Lis Aganis partecipando a questo progetto rafforza il senso di appartenenza al territorio dei membri dell’ecomuseo in un senso più ampio, nel contesto delle Dolomiti.
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6. Conclusioni

Alla luce di quanto detto è possibile affermare che l’Ecomuseo Lis Aganis è uno strumento capace di rafforzare il senso del luogo, ponendosi da interprete delle diverse prospettive in cui le persone intendono il territorio in cui vivono. Esso favorisce meccanismi di identificazione sia fra la comunità e i suoi luoghi, sia fra essa e il territorio, legando queste relazioni con l’empatia. Per Coplan e Goldie [2011], Decetye e Moriguichi [2007 cit. in Berardi et al. 2020] l’empatia è: «l’abilità di sentire l’emozione dell’altro facendo distinzione fra sé stessi e gli altri»; solo quando l’empatia diventa azione si possono costruire comunità resilienti per combattere le crisi [ibidem]. Nel caso Lis Aganis appare evidente che, grazie alla progettualità a grappolo e alle diverse azioni che coinvolgono una buona fetta della comunità locale, sia il senso del luogo, sia l’empatia vengono rafforzati. Infatti:
Gli ecomusei permettono alle popolazioni locali di attivare un processo inclusivo per salvare frammenti di patrimonio – come, ad esempio, un edificio vernacolare [...] o un patrimonio immateriale – dalla perdita o dalla distruzione, e in definitiva, portano allo sviluppo di un’espressione tangibile del loro senso del luogo, un mezzo per celebrare il loro patrimonio [Davis 2009, 2] [13]
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Lis Aganis è solo uno dei tanti esempi che dimostrano il ruolo degli ecomusei nel rafforzamento del senso del luogo: grazie alla ricerca condotta attraverso il progetto The Ecoheritage, è possibile affermare che la maggior parte degli ecomusei italiani coinvolti nella survey lavorano sul senso del luogo. Gli ecomusei rispondenti affermano infatti che il loro principale obiettivo è interpretare e gestire il patrimonio culturale, per la maggior parte in situ, identificandolo con l’aiuto della comunità locale e organizzandolo attraverso itinerari culturali. Inoltre, la maggioranza degli ecomusei ha programmi portati avanti con l’aiuto della popolazione locale. Tre quarti degli ecomusei supportano direttamente le azioni {p. 99}della comunità. Inoltre, le risposte raccolte sottolineano la necessità di avere capacità relazionale con gli attori locali, oltre alla protezione del patrimonio [Borrelli e Pigozzi 2021]. Attraverso il lavoro con la comunità, direttamente coinvolta nella gestione del patrimonio, gli ecomusei intessono il legame fra le persone e il loro territorio, rafforzandone il senso di appartenenza e l’identità, e sviluppando in esse il senso del luogo. Attraverso il questionario è stato inoltre possibile comprendere che il patrimonio più importante per gli ecomusei è inteso in senso olistico – include il paesaggio, l’artigianato, le tradizioni locali, la cultura. Tutti gli ecomusei affermano che il patrimonio locale è stato identificato dall’ecomuseo stesso con il supporto della comunità [ibidem]: sono direttamente le persone a «dare un senso ai loro luoghi». Il patrimonio è inoltre indicato come la tematica più importante delle azioni organizzate dagli ecomusei, seguito dalle risorse naturali, la formazione e la potenzialità delle persone [ibidem]: anche in questo caso le persone sono al centro dell’attenzione per gli ecomusei rispondenti, che si preoccupano della loro formazione.
In altre parole, gli ecomusei sono processi di gestione partecipata del patrimonio locale, che valorizzano il senso del luogo, favorendo le azioni empatiche fra i membri della propria comunità. Attraverso le attività, si rafforzano i legami fra gli attori del territorio. L’empatia, quando innescata, è un circolo virtuoso: favorisce la costruzione di comunità forti, le azioni collettive, sostenendo l’attaccamento ai luoghi e incoraggiando lo sviluppo di nuovi meccanismi empatici.
Rafforzando l’attaccamento ai luoghi, in un mondo che cambia in modo repentino, in una modernità liquida [Bauman 2011], le persone sono in grado di sentirsi ancorate, individuando dei punti saldi nella loro esistenza fluttuante. Questo è utile non solo per collocarsi nel locale, ma anche nel globale [Massey 1994]. Le pratiche ecomuseali forniscono un sistema di norme e valori che contribuiscono a formare l’habitus dove il senso del luogo si manifesta [Borrelli e Davis 2012].
Basato su una progettualità a grappolo, l’Ecomuseo Lis Aganis favorisce meccanismi empatici in varie direzioni:{p. 100}
– fra uomo e ambiente: attraverso il legame fra territori (ad esempio con il Dolomites Museum); empatia fra comunità e territorio (attraverso diverse attività e le cellule tematiche legate alle caratteristiche del territorio);
– empatia nelle relazioni umane. Attraverso il legame fra generazioni, ad esempio con la mostra LAMEmoria, i progetti con le scuole che innestano la valorizzazione del senso del luogo nei piccoli membri della comunità;
– empatia e senso del luogo fra ecomuseo, patrimonio, comunità e territorio.
L’ecomuseo, attivando scambi attivi e co-creativi con la comunità, che viene coinvolta sia nella proposta, sia nella progettazione delle attività, permette di rafforzare il senso del luogo, delle persone, che trovano, nei tavoli di lavoro e nelle cellule tematiche, membri in linea con i propri interessi. In questo modo si crea empatia fra la comunità e si potenzia il senso del luogo.
I progetti dell’ecomuseo sono legati trasversalmente a più attori del territorio della Regione Friuli-Venezia Giulia, Lis Aganis ha infatti la capacità di dialogare, mediante «toni» diversi con pubblici distinti; esso, ponendosi come facilitatore fra la comunità locale e le istituzioni, riesce a essere il megafono per le voci locali. Le persone, in questo modo, riescono a rafforzare un senso del luogo «globale». La comunità coinvolta nel progetto dell’ecomuseo crea meccanismi empatici che permettono di costruire un nuovo significato per il territorio in cui vive.
L’ecomuseo ha inoltre la capacità di coinvolgere persone di diversa età: dai più piccoli, con la didattica situata nella scuola elementare di Vivaro, ai più anziani, ad esempio attraverso la mostra LAMEmoria. In questo modo il senso del luogo viene coltivato nei più piccoli, germogliando poi nei membri più anziani dell’ecomuseo, creando un senso di continuità fra passato, presente e seminando le basi per il futuro.
Pertanto, l’Ecomuseo Lis Aganis si può considerare come un caso interessante per osservare in che modo gli ecomusei, attivando comunità empatiche, contribuiscono in maniera sostanziale a rafforzare il senso del luogo e quindi l’attaccamento ai luoghi.{p. 101}
Note
[13] Traduzione delle autrici.