Andrea M. Maccarini (a cura di)
Character skills e didattica digitale
DOI: 10.1401/9788815374615/c3
Mi trovo bene, molto bene, la mia stanza non è la mia cella, ma è un luogo nel quale mi rifugio per ascoltare nuova musica,
{p. 78}leggere e passare il tempo che se no avrei perso nelle strade della città. Ritrovo com’era stare da sola, faccio poche videochiamate e, a differenza di altri, sono felice. Sto rispondendo a parecchie domande che mi ritrovo in testa da mesi. In quasi quattro settimane riesco a leggere tre libri, per il mio piacere personale, non per la scuola, e questo mi fa rivivere (scuola Blu, numero di registro 9, femmina).
In tutte le narrazioni, insomma, il potere strutturante del tempo si rende evidente. Un tempo anomalo, in cui passato, presente e futuro si mescolano ma in modi diversi rispetto a quanto sarebbe accaduto senza la pandemia, senza la DAD, senza lo stravolgimento delle abitudini e della linearità della vita. L’elemento nuovo del tempo ai tempi del Covid-19 è il suo cristallizzarsi e consegnare le vite a una sorta di presente assoluto.
Effettivamente, due anni fa per me esistevano solo Ieri e Domani, mai Oggi. Vivevo in questi due mondi che mi portavano a perdere attimi fondamentali, quelli più piccoli e semplici. Durante il primo lockdown però, non avevo un Ieri, perché era infelice e senza ricordi a cui aggrapparsi, ma soprattutto non avevo un Domani, perché niente era più certo. E così anche ora. La mia mente cancella i sogni, perché è meglio non sognare che vedere le tue aspettative irrimediabilmente infrante. Sicuramente, i giorni che si ripetono tutti uguali, come un tunnel senza fine, intrisi da una routine continua e ripetitiva, non aiutano. Sempre la stessa solfa, lo stesso vortice di banalità infinito. Domani in tutto ciò si perde, è spazzato via e cancellato dai pensieri. Ma anche il domani di ogni giorno, non so cosa farò o dove mi porterà. La vita così è estenuante e massacrante, rivoglio i miei sogni. Tra poco sarà anche estate, il momento della libertà della mente e del corpo, ma non so cosa farò o dove sarò o con chi la passerò. E in un batter d’occhio sarà settembre e inizierò il liceo. E in men che non si dica sarà finito anche quello, ed ho paura che ha causa dei sogni, delle aspettative, dei desideri mancati, sarà poi un problema affrontare Domani quando sarà Oggi. Chissà se la mia generazione senza sogni, sarà migliore delle altre. Chissà se io, ragazza senza sogni, sarò in grado di affrontare Domani, non in duello, ma insieme, a braccetto, come due vecchi amici ritrovati dopo tanto tempo. Chissà se riscoprirò la gioia adolescenziale di vivere un po’ ora e un po’ dopo, un po’ tra i momenti e un {p. 79}po’ tra i desideri. Chissà se Domani sarà diverso, ed io con lui (scuola Blu, numero di registro 13, femmina).
Quanto appunto al «domani», è preliminare chiarire quali siano gli obiettivi che stanno a cuore agli adolescenti intervistati: essi spaziano dai progetti per il futuro prossimo (andare in vacanza, terminare l’anno scolastico ed essere promossi, abbandonare finalmente la mascherina, poter stare in classe tutti insieme) ai progetti a medio e lungo termine: che cosa farò dopo la scuola superiore, quale occupazione vorrei svolgere, quale famiglia vorrei costruire. Quindi, si tratta in sostanza delle transizioni attese: dalla scuola al lavoro, dalla famiglia di origine a una nuova, propria, costruita da sé. Molti di questi discorsi sono densi di senso comune, non sempre è il realismo a impregnare le narrazioni, ma comunque la volontà di impegnarsi in vista di un futuro che si desidera è alta. Questo tratto sarà ripreso in seguito. Per ora osserviamo che si segnala già una discrasia interessante: come abbiamo notato sopra, gli insegnanti coltivano una prevalente impressione di «disimpegno» degli alunni, come se la giovane età – sono soltanto in seconda superiore – li abbia allontanati ancora da progetti, scelte e decisioni future. Gli alunni mostrano, invece, una riflessività più intensa da questo punto di vista. Che poi questa sia più o meno realistica, o più fatta di ansia che di progettualità, e così via, è un’altra questione. Ma non è facile ignorare il dato che mostra dei giovani più attenti al proprio futuro di quanto molti educatori immaginino.
La riflessività personale, colta attraverso l’«operatore» della conversazione interiore, prende forma anche attraverso l’interazione e la relazione con ciò che sta fuori da sé, sia che si tratti di Alter (nel senso di altri attori sociali) sia che si tratti di oggetti (nel senso di realtà naturale e artefatti umani) o di pratiche. Ci siamo soffermati, dunque, sul cambiamento indotto dalle relazioni con altri/con altro, ossia sul cambiamento causato dal succedersi, cioè dalla sequenza temporale di tali eventi e dalla persistenza o aleatorietà degli eventi (in riferimento alla loro durata). In sostanza, assumiamo che il tempo abbia un potere strutturante e/o condizionante sulla {p. 80}riflessività quando questa è rivolta a comprendere la portata di eventi e relazioni fuori di sé.
Un altro motivo di riflessione sono quindi le relazioni: la convivenza forzata o il distanziamento hanno causato una trasformazione delle relazioni, che si traduce o in una maggiore disponibilità di tempo insieme o viceversa nella mancanza di contatti con amici e altri soggetti, coetanei o adulti. Il punto più qualificante, al di là di questo, è stata la selezione tra coloro con cui si condividevano tempo, spazio, obiettivi.
Oltre a essere cambiata la mia vita, credo di essere cambiato anche io, credo di essere maturato, non completamente, ma penso di essere migliorato molto sotto ogni aspetto del mio carattere. Nonostante tutte le avversità e come la mia vita sia cambiata drasticamente, a me il periodo del coronavirus è piaciuto; ho avuto un sacco di tempo per stare con mia sorella e la mia famiglia facendo attività che non avrei mai fatto senza il lockdown (scuola Blu, numero di registro 2, maschio).
Penso che siano cambiate tante cose oltre a me, il mio giro di amicizie è stato sfoltito e il mio spendermi per gli altri ora è più contenuto. La quarantena o separa definitivamente o avvicina come non mai, esattamente come la lontananza, come se si vivesse in due città diverse, e sono dell’idea che è meglio lasciare andare chi vuole andare in modo tale da impreziosire chi è accanto a te (scuola Blu, numero di registro 21, femmina).
La quarantena è come un colino delle amicizie: le più importanti restano e diventano più importanti di prima; le altre se ne vanno naturalmente. Tutto si mette a posto in un modo o nell’altro (scuola Gialla, numero di registro 9, femmina).
L’unico punto fermo che ho al momento è la mia famiglia, che mi sostiene da tutti i punti di vista, cercando anche di colmare le numerose carenze del mondo di fuori (scuola Rossa, numero di registro 17, maschio).
Abbiamo notato, sotto questo profilo, che la famiglia allargata – per esempio con i nonni – è stata menzionata più spesso e positivamente. I genitori spesso «lavorano fino a tardi», mentre la risorsa della famiglia estesa emerge con {p. 81}un ruolo importante. La tabella 3.1 offre una sintesi del tema che stiamo affrontando.
Sotto questo profilo, le narrazioni degli adolescenti hanno evidenziato in modo concorde che amici e famiglia sono i riferimenti insostituibili nelle loro biografie. La famiglia in particolare, come appena osservato, è da considerarsi nella sua accezione più ampia rispetto alla famiglia nucleare. Sono frequenti infatti i riferimenti soprattutto ai nonni, ai cugini, agli zii. La centralità riconosciuta alla famiglia mostra andamenti eterogenei soprattutto attraverso il tempo, a indicare che essa ha acquisito centralità assoluta durante il lockdown e nel momento di massimo smarrimento degli adolescenti di fronte all’irrompere della pandemia e allo stravolgimento della loro quotidianità; successivamente, pur restando centrale, ha diminuito questo suo ruolo totalizzante. Altra categoria che riscuote grande consenso da parte degli adolescenti è quella delle amicizie. All’interno della categoria degli amici si collocano sia i compagni di classe, sia gli amici esterni alla scuola; l’amicizia è l’elemento insostituibile della vita degli adolescenti, è rimasta tale anche in tempi di distanziamento sociale, grazie a tre elementi: il ricorso ai social e alle modalità di interazione a distanza; la violazione delle regole (dallo storytelling emerge come molti adolescenti abbiano escogitato stratagemmi per poter vedere gli amici), e infine la condivisione di esperienze esterne comunque consentite (come alcune attività sportive).
L’informazione emersa relativamente alla categoria Altro (nella quale convergono informazioni miste: dalle attività sportive alle attività di volontariato, dall’associazionismo alle attività musicali e artistiche) mostra una ripresa con l’ultimo tema, che raccoglie ben il 30% delle risposte: possiamo ipotizzare che soprattutto nella narrazione orientata al futuro riprendano vita le relazioni meno prossime al nucleo familiare, che proiettano verso contesti relazionali, affettivi, formativi e occupazionali. Veniamo infine all’ultimo aspetto, ossia l’intersezione tra la dimensione di genere e ciò a cui si riconosce rilevanza. In tabella 3.2 vediamo questi risultati.
Il quadro che emerge indica una maggiore importanza riconosciuta alla scuola da parte delle femmine rispetto ai {p. 82}coetanei maschi. Inoltre, le studentesse si mostrano maggiormente selettive nei confronti delle amicizie e colgono l’occasione della pandemia per operare una selezione tra le amicizie; e infine le studentesse incorrono meno frequentemente nell’essere catalogate come non classificabili, le loro narrazioni sono maggiormente ricchi di spunti, di riflessioni e di capacità critiche.
Tab. 3.1. Persone ed esperienze rilevanti nei tre temi, per scuola
Scuola
Famiglia
Amici
Altro
Non classificabile
Totale
Primo «storytelling»
Scuola Azzurra
0,0%
35,3%
52,9%
5,9%
5,9%
100,0%
Scuola Bianca
0,0%
20,0%
50,0%
20,0%
10,0%
100,0%
Scuola Blu
6,9%
55,2%
13,8%
24,1%
0,0%
100,0%
Scuola Gialla
0,0%
15,4%
69,2%
7,7%
7,7%
100,0%
Scuola Rossa
0,0%
32,1%
57,1%
10,7%
0,0%
100,0%
Scuola Verde
0,0%
28,6%
57,1%
4,8%
9,5%
100,0%
Secondo «storytelling»
Scuola Azzurra
0,0%
7,1%
42,9%
14,3%
35,7%
100,0%
Scuola Bianca
0,0%
25,0%
37,5%
12,5%
25,0%
100,0%
Scuola Blu
3,4%
31,0%
51,7%
13,8%
0,0%
100,0%
Scuola Gialla
10,0%
5,0%
45,0%
40,0%
0,0%
100,0%
Scuola Rossa
28,6%
17,9%
39,3%
10,7%
3,6%
100,0%
Scuola Verde
7,1%
0,0%
57,1%
0,0%
35,7%
100,0%
Terzo «storytelling»
Scuola Azzurra
0,0%
40,0%
10,0%
30,0%
20,0%
100,0%
Scuola Bianca
0,0%
33,3%
0,0%
11,1%
55,6%
100,0%
Scuola Blu
6,9%
6,9%
6,9%
72,4%
6,9%
100,0%
Scuola Gialla
17,6%
0,0%
47,1%
23,5%
11,8%
100,0%
Scuola Rossa
14,3%
14,3%
28,6%
35,7%
7,1%
100,0%
Scuola Verde
0,0%
8,3%
33,3%
25,0%
33,3%
100,0%
 
 
 
 
 
 
 
Tab. 3.2. Persone ed esperienze rilevanti per genere
Scuola
Famiglia
Amici
Altro
Non
classificabile
{p. 83}
Totale
Femmina
Primo «storytelling»
3,0%
33,3%
51,5%
9,1%
3,0%
100,0%
Maschio
0,0%
36,5%
40,4%
17,3%
5,8%
100,0%
Femmina
Secondo «storytelling»
11,7%
15,0%
46,7%
16,7%
10,0%
100,0%
Maschio
9,4%
17,0%
45,3%
15,1%
13,2%
100,0%
Femmina
Terzo «storytelling»
8,9%
14,3%
19,6%
48,2%
8,9%
100,0%
Maschio
8,6%
13,3%
21,9%
40,0%
16,2%
100,0%
 
 
 
 
 
 
 
 
Note