Territori in bilico
DOI: 10.1401/9788815374240/c5
Tipicamente Milanese è invece il
settore delle attività scientifiche e tecniche (Ateco M), in virtù anche della presenza
di alcune tra le principali università e istituti di ricerca della regione, nonché del
Paese, ma anche di imprese dedite a R&D. Segue con un Ql di poco superiore alla
media il Pavese, anch’esso sede di uno storico ateneo e di conseguenza di attività di
trasferimento tecnologico nel territorio. Non è un caso infatti che anche per quanto
¶{p. 76}attiene al settore Ateco P (Istruzione) i territori più vocati
siano Pavia e Milano (con Ql > 1,3 per entrambi), seguiti, a importante distanza, da
Lecco e Varese, di poco superiori all’unità.
In parte ancora effetto della
concentrazione di attività di formazione di alto livello è la distribuzione di addetti
al settore Sanità e Assistenza Sociale (Ateco Q), per il quale svetta il Pavese con
valore del Ql tra i più alti in assoluto (Ql = 2,3), seguito a grande distanza da Lodi,
Nord Milano e Monza e Brianza.
Per quanto attiene ai servizi di
supporto alle imprese e affini (Ateco N) è ancora una volta Milano a fare da capofila
nel contesto metropolitano, seguito da Cremona, Nord Milano e, con un Ql di poco
inferiore a 1,2, Mantova. Lodi e Nord Ovest presentano valori significativi e superiori
a 1,1, ad indicare una sorta di asse Nord Ovest - Sud Est nel territorio.
Infine per quanto riguarda i
servizi alla persona e a più basso valore aggiunto si può notare una forte
rappresentazione dei contesti più periferici, come il Pavese, ma anche l’Alto Milanese,
seguiti dal Magentino e Abbiatense, Lodigiano, Nord Milano, Cremona, tutti con Ql >
1,5. Nord Ovest, Adda Martesana e Milano città si pongono invece al polo opposto.
Se si considera la classe
dimensionale delle imprese invece è possibile notare, al netto di una trasversale
prevalenza delle micro-imprese tipica del tessuto economico italiano nel suo complesso,
come queste si concentrino in particolar modo nel Pavese e Magentino-Abbiatense, dove i
valori superano di 10 e 8 punti percentuali la media regionale al 2019. Fanno eccezione
i territori di Bergamo, il Nord Ovest, Sud Ovest e Sud Est milanese, la città di Milano,
l’Adda Martesana e il contesto mantovano, che non casualmente sono, in maniera
speculare, i contesti di maggiore concentrazione di imprese medie e
grandi.¶{p. 77}
Box 5.1.
I distretti industriali
In tema di economia insediata e
specializzazione territoriale è fondamentale considerare la presenza e
caratteristiche dei distretti industriali.
I distretti industriali
rappresentano una componente importante del tessuto produttivo lombardo e sono al
centro degli indirizzi e delle strategie politiche per lo sviluppo dei territori.
Come visto, nel 2011, sono 29 i distretti industriali lombardi riconosciuti
dall’Istat (erano 38 nel 2001), ovvero il 20% del totale dei distretti italiani. In
Lombardia, sono impiegati 1.609.898 addetti, ossia il 33% dell’occupazione totale
distrettuale italiana. Tra le specializzazioni, a livello regionale spicca la
meccanica (11 distretti) e il comparto tessile e dell’abbigliamento (7 distretti).
All’interno dei confini dell’area metropolitana milanese, sono insediati 12
distretti, ovvero il 41% dei distretti della Lombardia riconosciuti da Istat. Tra le
specializzazioni: la produzione e lavorazione metalli (3 distretti: Lecchese, Valli
Bresciane, Valdarno); il Tessile (3 distretti: Lecchese, Serico Comasco,
Valseriana); il Meccano-Calzaturiero (Vigevanese); le Apparecchiature elettriche,
elettroniche e medicali (Est Milanese); gli Accessori per abbigliamento, mobili e
accessori (Bergamasca-Valcavallina-Oglio); il Mobile Arredo (Brianza); la Gomma e
plastica (Sebino); le Confezioni-abbigliamento (Gallaratese).
I distretti della Lombardia si
contraddistinguono per un’elevata multi-specializzazione produttiva. In Lombardia
sono presenti inoltre 5 aree distrettuali di Grande Impresa, sistemi locali
manifatturieri caratterizzati da unità locali di grandi dimensioni, ma in cui più
del 50% degli addetti dell’industria principale si trova in unità locali di micro,
piccole e medie dimensioni. In termini di sviluppo e competitività, l’analisi delle
dinamiche occupazionali mostra dei risultati decisamente più performanti per tale
modello rispetto ai distretti manifatturieri [Istat 2015].
Nel contesto attuale, le
traiettorie dei distretti assumono uno statuto incerto, in bilico. Un’incertezza che
è aumentata a causa degli impatti dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.
Nell’attuale contesto, infatti, tra i settori che soffrono di più si trovano ancora
quelli appartenenti al Sistema moda penalizzati dalla chiusura delle attività
ritenute non essenziali, dalle limitazioni alla vita sociale e dalla diffusione
dello smart working [Intesa Sanpaolo 2021]. Di segno opposto la performance della
filiera Metalmeccanica, dove si registra una crescita in tutti i distretti lombardi,
ad eccezione della Meccanica Strumentale di Milano e Monza.¶{p. 78}
Pop. residente
|
Pop. straniera
|
Indice Vecchiaia
|
Indice Dipendenza
Strutturale
|
Reddito
Irpef
per
Contribuente
|
|||
Territorio
|
2021
|
2011
|
Var.
%
|
2021
(%)
|
(euro)
|
||
Milano
|
1.374.582
|
1.239.973
|
10,9
|
9,1
|
167,0
|
57,2
|
24.250
|
Nord
Milano
|
267.495
|
259.267
|
3,2
|
9,0
|
157,4
|
56,6
|
23.309
|
Nord
Ovest
|
317.999
|
309.430
|
2,8
|
8,6
|
183,2
|
59,5
|
22.827
|
Alto
Milanese
|
256.676
|
251.335
|
2,1
|
7,9
|
172,6
|
56,8
|
22.214
|
Magentino
e
Abbiatense
|
206.698
|
197.745
|
4,5
|
8,3
|
180,6
|
59,0
|
23.922
|
Sud
Ovest
|
240.651
|
231.686
|
3,9
|
9,3
|
177,2
|
57,7
|
23.460
|
Sud
Est
|
169.175
|
160.911
|
5,1
|
9,6
|
175,4
|
57,4
|
23.879
|
Adda
Martesana
|
391.164
|
369.474
|
5,9
|
10,3
|
179,5
|
57,0
|
22.348
|
Monza
e
Brianza
|
870.113
|
840.801
|
3,5
|
19,5
|
128,3
|
49,7
|
20.910
|
Pavia
|
207.024
|
198.180
|
4,5
|
12,4
|
154,5
|
56,8
|
24.698
|
Varese
|
786.390
|
778.758
|
1,0
|
10,9
|
160,6
|
56,5
|
24.085
|
Como
|
526.258
|
514.708
|
2,2
|
11,6
|
147,6
|
54,2
|
22.441
|
Lecco
|
286.920
|
286.876
|
0,0
|
13,2
|
153,5
|
55,0
|
21.748
|
Bergamo
|
973.020
|
952.058
|
2,2
|
11,9
|
172,3
|
56,7
|
23.812
|
Brescia
|
917.851
|
893.727
|
2,7
|
11,9
|
150,7
|
53,6
|
23.198
|
Lodi
|
114.005
|
110.391
|
3,3
|
15,6
|
190,1
|
61,2
|
22.592
|
Cremona
|
117.767
|
117.170
|
0,5
|
12,7
|
179,9
|
56,2
|
23.584
|
Mantova
|
27.603
|
26.090
|
5,8
|
12,9
|
149,2
|
55,8
|
25.742
|
Lombardia
|
9.981.554
|
9.704.151
|
2,9
|
20,1
|
179,6
|
53,8
|
32.330
|
Redditi
Irpef
<
10.000 euro
|
Redditi
Irpef
>
75.000 euro
|
Numero
di addetti
|
Specializzazione
Ateco (Ql > 1,2)
|
Unità locali - Classe di addetti
(%)
|
|||
(%)
|
(%)
|
(media
2019)
|
2019
|
0-9
|
10-49
|
50-249
|
250 e
più
|
20,1
|
3,4
|
2.272.043
|
J
(informazione
e
comunicazione), K (finanza e assicuraz.), M (attività professionali,
scientifiche, tecniche), D (energia),
N (servizi
supporto
imprese), P (istruzione), R (attività artistiche,
sportive, di
intrattenimento
e
divertimento)
|
44,2
|
18,3
|
18,7
|
18,8
|
18,6
|
2,6
|
194.111
|
G
(commercio),
F
(costruzioni), N (servizi
supporto
imprese)
|
51,6
|
22,7
|
16,1
|
9,7
|
21,0
|
3,0
|
275.346
|
H (trasporto
e
magazzinaggio)
|
45,5
|
22,5
|
19,1
|
13,0
|
23,1
|
3,0
|
181.909
|
C
(manifattura)
|
55,9
|
23,6
|
15,3
|
5,2
|
20,0
|
3,4
|
129.701
|
C
(manifattura),
F
(costruzioni)
|
58,3
|
21,8
|
15,6
|
4,3
|
18,8
|
2,8
|
235.758
|
G
(commercio), J (informazione
e
comunicazione)
|
42,5
|
24,1
|
20,5
|
12,9
|
19,5
|
2,9
|
169.447
|
H (trasporto
e
magazzinaggio),
D (energia),
E (acqua), F (costruzioni)
|
35,6
|
19,1
|
19,5
|
25,8
|
20,2
|
2,6
|
346.188
|
H (trasporto
e
magazzinaggio), J (informazione
e
comunicazione)
|
41,4
|
20,5
|
24,4
|
13,7
|
22,8
|
2,2
|
703.338
|
C
(manifattura)
|
55,1
|
21,2
|
16,0
|
7,7
|
19,5
|
3,5
|
149.874
|
Q (sanità),
P
(istruzione),
E (acqua), S
(altre attività
di
servizi)
|
61,4
|
19,0
|
14,5
|
5,1
|
20,2
|
3,2
|
642.519
|
C
(manifattura)
|
52,5
|
21,9
|
16,1
|
9,5
|
21,5
|
2,8
|
423.355
|
C
(manifattura)
|
54,4
|
22,6
|
14,9
|
8,1
|
23,0
|
2,7
|
238.978
|
C
(manifattura)
|
52,2
|
24,5
|
19,2
|
4,2
|
22,3
|
3,6
|
882.635
|
C
(manifattura)
|
49,1
|
22,9
|
19,1
|
8,9
|
19,5
|
2,6
|
857.087
|
C
(manifattura),
E
(acqua)
|
51,2
|
24,5
|
16,7
|
7,6
|
21,1
|
2,4
|
81.465
|
D (energia),
H (trasporto
e
magazzinaggio),
K (finanza
e
assicurazioni)
|
51,0
|
18,5
|
21,2
|
9,2
|
21,4
|
3,9
|
88.586
|
C
(manifattura),
N (servizi
supporto
imprese)
|
53,8
|
19,8
|
18,9
|
7,5
|
19,4
|
3,9
|
30.018
|
H (trasporto
e
magazzinaggio),
C
(manifattura)
|
40,3
|
21,7
|
24,9
|
13,1
|
23,4
|
7,9
|
9.270.904
|
50,1
|
21,2
|
17,6
|
11,0
|
|
¶
2. La morfologia socio-territoriale dei territori metropolitani
2.1. Centralità e perifericità dei territori dell’arcipelago metropolitano lombardo
L’analisi della morfologia
territoriale dell’area metropolitana di Milano prosegue in questo paragrafo
rivolgendo l’attenzione ai livelli di centralità o perifericità del mosaico di
territori che compongono l’arcipelago metropolitano. In base alla classificazione
Snai, che valuta il livello di centralità o perifericità attraverso il grado di
accessibilità a una serie di servizi fondamentali
[4]
, 21 comuni sono dei poli (2,8% del totale dei comuni) e 15 (2,1%) dei
poli intercomunali, quindi territori caratterizzati da elevata centralità ed
attrattività. La stragrande maggioranza dei comuni (648, ovvero l’87,6%) sono invece
di cintura, mentre 43 (5,8%) sono quelli intermedi e solo 5 i periferici (0,7%).
La diversa centralità dei
territori metropolitani è confermata dall’analisi dei livelli di accessibilità
pedonale ai servizi
[5]
. Infatti, il 29% delle sezioni di censimento residenziali rientrano
nella classe con un livello di accessibilità pedonale ai punti di interesse basso,
il 18% rientra nella classe con una medio-bassa accessibilità, il 16% in quella con
medi livelli, il 18% delle sezioni hanno valori medio-alti e il 19% fa parte
¶{p. 81}della classe con una più alta accessibilità pedonale ai
punti di interesse considerati. In termini di popolazione, il 25% dei residenti vive
in un territorio con una bassa accessibilità, il 20% in aree con accessibilità
medio-bassa, il 16% abita in territori con medi livelli di accessibilità, il 18% in
aree con una medio-alta accessibilità e il 20% vive in territori ad alta
accessibilità pedonale ai servizi.
Note
[4] La classificazione Snai (Strategia Nazionale Aree Interne), promossa dal Ministero della Coesione Territoriale tra 2013 e 2014 e poi portata avanti dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, distingue i comuni in base al loro diverso grado di centralità, operativizzato nella rilevazione del livello di accessibilità (in distanza temporale t.) ad una serie di servizi fondamentali per la qualità della vita della popolazione (1. Servizi di istruzione secondaria; 2. Ospedali sedi di Dea di I livello; 3. Stazioni ferroviarie importanti (di livello Platinum, Gold o Silver). Ne consegue una classificazione dei comuni in 6 classi (A – Polo; B – Polo intercomunale; C – Cintura, t<20’; D – Intermedio, 20’<t<40’; E – Periferico, 40’<t<75’; F – Ultra-periferico, t>75’).
[5] Nell’analisi sono stati inclusi tutti i Points of Interest (Poi) e la valutazione dell’accessibilità è stata effettuata attraverso un indice che sintetizza la numerosità e diversità dei servizi raggiungibili entro una distanza di 800 metri. Per approfondire si rimanda all’appendice metodologica.