Damiano Previtali
La scuola mediterranea
DOI: 10.1401/9788815371102/c2
4. Proprio nei contesti più svantaggiati abbiamo bisogno di più autonomia per corrispondere ai bisogni formativi ed educativi degli studenti con proposte innovative.
{p. 89}

3.2. La responsabilità delle scelte e dei risultati

a) Analisi
La responsabilità è inscindibile dall’autonomia, anzi si potrebbe sostenere che è la sua variabile dipendente. Infatti senza autonomia non vi è assunzione di responsabilità e solo una maggior autonomia porta a una maggiore responsabilità. Invece oggi assistiamo a una refrattarietà verso la responsabilità in quanto le scuole non hanno mai avuto una vera autonomia [25]
. Possiamo chiedere alle persone così come alle organizzazioni di essere effettivamente responsabili solo nel momento in cui sono veramente autonome, altrimenti i risultati saranno determinati da altre variabili indipendenti dalle loro scelte e dalle loro azioni. Qualunque argomentazione sulla responsabilità, in quanto valore costitutivo alla base di tutti i servizi pubblici, è comunque significativa, ma questo valore può essere moltiplicato o mortificato in relazione alla maggior o minor autonomia.
Per norma [26]
i servizi pubblici sono ritenuti responsabili della qualità del loro servizio e la rendicontazione è lo strumento per darne evidenza pubblica, documentando i risultati raggiunti. Così è anche nella scuola, tant’è che il procedimento di valutazione, introdotto dal d.p.r. 80/2013, all’articolo 6 prevede che le istituzioni scolastiche svolgano la rendicontazione sociale, attraverso: «la pubblicazione, diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una {p. 90}dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza».
Nella stessa scuola vi è poca autonomia nelle scelte e vi è molta responsabilità sulle implicazioni delle scelte, in sostanza la scuola si assume molte responsabilità su scelte fatte da altri.
In generale, dobbiamo considerare che la responsabilità dei soli risultati appartiene a un’idea centralista, non instaura fiducia e non promuove un sano senso di responsabilità negli operatori dei servizi, mentre la responsabilità delle scelte e dei risultati conseguiti con le proprie autonome determinazioni appartiene a un’idea dinamica di miglioramento. Queste considerazioni sono il punto di partenza per intraprendere un discorso sul miglioramento e soprattutto sono la condizione imprescindibile per promuovere il miglioramento dei risultati in contesti svantaggiati, in quanto:
– il miglioramento parte dalle scelte che si sentono proprie;
– il miglioramento parte dalle scelte che sono significative per il proprio contesto.
È questa la premessa necessaria per la responsabilità delle scelte e, solo di conseguenza, dei risultati.
b) Nel Meridione
Uno dei problemi riportati quotidianamente dalla narrativa sul Meridione è l’indebita e inveterata fuga dalle proprie responsabilità che corrisponde regolarmente al richiamo delle irrisolte responsabilità dello Stato. In sostanza, una facile autoassoluzione.
In realtà, le scuole, e in particolare le scuole in situazioni socioambientali problematiche, potrebbero riportare le continue domande di supporto senza corrispondenza, ma non per questo si sentono e sono meno responsabili. Anzi le scuole, non potendo sottrarsi al proprio impegno istituzionale e dovendo comunque garantire il servizio, assommano alle proprie responsabilità le irresponsabilità degli altri. L’assenza di responsabilità nei contesti problematici si {p. 91}traduce in spazi aperti alle presenze devianti e allo stesso tempo rappresenta un ulteriore problema per il compito educativo della scuola.
Lo Stato, a livello centrale e periferico, per sopperire alle carenze sociali ha pensato di incrementare i finanziamenti alle scuole in contesti problematici [27]
accrescendo in tal modo i problemi. Infatti, la grande disponibilità di risorse economiche è un’attrazione fatale a cui è difficile sottrarsi, ma in contesti disorganizzati diviene un problema aggiunto. In particolare, nel momento in cui la capacità progettuale è limitata e la richiesta burocratica è complicata, abbiamo un disorientamento in quanto l’attenzione è inevitabilmente portata sulle procedure e sulla spesa anziché sulle finalità della scuola e sui risultati degli studenti. Semplificando potremmo sostenere che i grandi piani di investimento nelle scuole meridionali di sicuro hanno contribuito a incrementare il mercato dell’educazione ma non sempre a migliorare i risultati degli studenti. Tant’è che al consistente aumento della spesa non abbiamo avuto un corrispettivo miglioramento dei risultati. Nulla di nuovo, se pensiamo ai grandi piani di investimento industriale che di sicuro hanno alimentato alcuni settori economici (non necessariamente sani) ma non hanno sviluppato l’industria nel Meridione.
Se vogliamo supportare il miglioramento le risorse economiche sono necessarie ma non sufficienti, anzi in alcune situazioni diventano parte del problema, mentre fondamentali sono le risorse professionali competenti all’interno del progetto scuola.
Quando nella scuola parliamo di risorse professionali si apre un mondo di competenze (incontenibili) che i docenti dovrebbero assumere ed esercitare. Come a dire che alla complessità e molteplicità del sociale i docenti dovrebbero corrispondere con la moltiplicazione e la complicazione delle competenze professionali. Lo stesso errore in corso per le conoscenze degli studenti, che si accumulano a dismisura e senza un disegno, è realizzato per i docenti, a cui viene {p. 92}affidato il compito impossibile di insegnare di tutto, anche le regole e i valori sociali, con approfondite competenze. Invece sappiamo che fondamentali per il futuro saranno alcuni saperi essenziali, i nuclei fondanti, l’epistème di ogni disciplina e soprattutto un metodo di lavoro sia per gli studenti sia per i docenti [28]
.
Le competenze professionali del singolo docente assumono poi il valore di progetto solo nel momento in cui si inseriscono all’interno di una comunità professionale educante e si incardinano all’interno di un progetto con un proprio carattere e una propria identità. Realizzare un progetto, corrispondente ai bisogni formativi degli studenti, è un’impresa complessa. Con il Sistema nazionale di valutazione abbiamo un metodo e degli strumenti. Stiamo parlando degli strumenti strategici che scandiscono, e nello stesso tempo strutturano, alcuni passaggi ineludibili per il governo della complessità scolastica: Rapporto di autovalutazione, Piano di miglioramento, Piano triennale dell’offerta formativa e Rendicontazione sociale. Sono definiti documenti strategici in quanto costituiscono l’architrave della progettazione: dall’analisi del contesto, alla pianificazione del miglioramento, alla progettazione dell’offerta formativa, per concludersi con la rendicontazione dei risultati.
La definizione della sequenza logica fra i documenti, a ben vedere, riporta al metodo di lavoro. In particolare pone l’attenzione sulla necessità di: saper analizzare; saper pianificare; saper organizzare; saper rendicontare. Solo con il loro utilizzo consapevole, dentro la specificità dei contesti, abbiamo la valorizzazione effettiva dell’autonomia scolastica e della libera intraprendenza delle comunità professionali.
c) Per questi motivi
Nel momento in cui alla scuola si chiede sempre più di partecipare alla costruzione del sociale, formando competenze e rafforzando valori, la stessa scuola deve innanzitutto {p. 93}avere chiarezza della propria missione e assumersi la responsabilità di rendere conto dei risultati ottenuti.
L’autovalutazione permette di fare delle scelte legate al contesto al fine di regolare al meglio la propria offerta formativa; la rendicontazione permette di dare conto dei risultati ottenuti con le proprie scelte. Con l’autovalutazione abbiamo la valorizzazione dell’autonomia scolastica, con la rendicontazione la valorizzazione della responsabilità sociale. Per l’individuazione delle scelte e per la rendicontazione dei risultati abbiamo bisogno di strumenti e metodologie sia per facilitare il processo sia per avere un quadro comune di riferimento. In definitiva è questo il compito che ha assunto nel tempo il Sistema nazionale di valutazione [29]
.
Abbiamo bisogno di passare da una teoria della responsabilità, con definizioni di principi facilmente condivisibili, a delle prassi diffuse con strumenti di documentazione e partecipazione. La scuola ha già definito strumenti e metodologie con il Sistema nazionale di valutazione, ora si tratta di promuoverli e valorizzarli con maggior consapevolezza, in particolare nelle scuole del Meridione che devono rafforzare le scelte autonome e la responsabilità dei risultati.
Anche in questo caso, come nell’ampliamento dell’autonomia a normativa vigente, si tratta di valorizzare quanto abbiamo già a sistema. Questo approccio è realizzabile e nello stesso tempo plausibile in quanto non azzera le esperienze in atto, come avviene a ogni grande riforma, bensì le riconosce e le valorizza.
d) Alcune consapevolezze
1. Non vi è correlazione fra spesa e miglioramento, anzi i consistenti stanziamenti economici nei contesti problematici diventano una parte dei problemi da risolvere.
2. Non vi è responsabilità senza autonomia, maggiore è l’autonomia delle scelte e maggiore è la responsabilità dei risultati.
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Note
[25] Vedi School Autonomy, in Eurydice, Equity in School Education in Europe: Structures, Policies and Student Performance, Luxembourg, Publications Office of the European Union, 2020, p. 151.
[26] A tale riguardo basterà citare il d.lgs. 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni), che all’articolo 4 prevede il «ciclo di gestione della performance» con le varie fasi fra cui, al comma 2, lett. f): «Rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politico-amministrativo, ai vertici delle amministrazioni, nonché ai competenti organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai destinatari dei servizi».
[27] Il Programma operativo nazionale (PON) 2014-2020 ha investito in particolare nelle scuole del Meridione 2,73 miliardi.
[28] Questi passaggi sono trattati e sviluppati nel capitolo terzo, Un progetto per la scuola mediterranea.
[29] D. Previtali, Il sistema nazionale di valutazione in Italia, Novara, Utet, 2018.