La fede armata
Cattolici e violenza politica nel Novecento

Nel corso del Novecento in diverse aree del mondo, dall’Irlanda del Nord ai Paesi Baschi, dalle Filippine alla Colombia, dal Messico al Ruanda, i cattolici hanno legittimato l’esercizio della violenza come forma organizzata di lotta a fini politici. Rappresentazioni simboliche, mistiche del sacrificio, fonti teologiche della tradizione cristiana hanno fornito a individui e gruppi repertori e motivazioni per giustificare il ricorso alla violenza insurrezionale, nella convinzione che la scelta armata fosse non solo legittima, ma obbligatoria: per difendere istituzioni e valori ritenuti irrinunciabili o per promuovere trasformazioni radicali della vita pubblica. Analizzando una pluralità di casi su scala globale – dai cristeros messicani ai preti guerriglieri, dalla rivolta ungherese del 1956 ai troubles, dagli anni del terrorismo alle lotte antiabortiste – Lucia Ceci indaga il rapporto culturale del cattolicesimo con l’esercizio della violenza in un’epoca caratterizzata da mutuazioni e ibridazioni tra registri religiosi e prospettive politiche.

insegna Storia contemporanea nell’Università di Roma Tor Vergata. Tra i suoi libri più recenti: "Il papa non deve parlare. Chiesa, fascismo e guerra d’Etiopia" (Laterza, 2010), "L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini" (Laterza, 20192, trad. in inglese).

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2022
Isbn edizione digitale: 9788815370556
DOI: 10.978.8815/370556

Pubblicazione a stampa: 2022
Isbn edizione a stampa: 9788815295156
Collana: Saggi
Pagine: 328

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