La tirannia delle emozioni

Una piena di sentimenti ed emozioni percorre la società d’oggi e investe anche l’arte e la riflessione sull’arte: installazioni e mostre menano vanto di essere immersive, quasi fosse un merito indurre lo spettatore a smarrire la distinzione tra ciò che vede e ciò che vive. Il monopolio della dimensione emozionale sull’esperienza estetica domina in larga parte della filosofia contemporanea. Come rimediare? Chiedendosi quale idea dell’arte stia dietro tali posizioni e distinguendo fra un’emozione e l’altra (la paura, la rabbia, la commozione, la gelosia, l’imbarazzo, la nostalgia), e tra forme diverse di espressione artistica, come il cinema, il teatro, la pittura o la musica. È un lavoro necessario, perché non riconoscere la differenza tra le emozioni ordinarie e quelle mediate dall’arte vuol dire vedere incrinarsi non solo il nostro rapporto con quest’ultima, ma anche il nostro modo di vivere.

è professore ordinario di Estetica all’Università Roma Tre. Per il Mulino ha pubblicato: "L’estetica del Romanticismo" (1997), "Estetismo" (2003), "Estetica e paesaggio" (2009) e "Le nevrosi di Manzoni" (2013).

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2020
Isbn edizione digitale: 9788815362674
DOI: 10.978.8815/362674

Pubblicazione a stampa: 2020
Isbn edizione a stampa: 9788815290472
Collana: Saggi
Pagine: 240

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