It’s the economy, stupid
Votare in tempo di crisi

La crisi economica ha messo a dura prova la sopravvivenza dei governi nella maggior parte delle democrazie avanzate. Essa ha inoltre contribuito all’allontanamento dei cittadini dai processi di rappresentanza, alimentando la delegittimazione dei partiti tradizionali e favorendo la radicalizzazione della competizione politica così come il successo di nuove formazioni prive di un vero progetto politico. Le teorie del voto economico hanno da tempo documentato come i comportamenti elettorali siano influenzati dall’andamento dell’economia. Tuttavia, diversamente dagli effetti prodotti dai normali alti e bassi dei mercati, la Grande Recessione rischia di lasciare una pesante eredità ai regimi democratici, erodendo il funzionamento e la fiducia nel principale meccanismo della rappresentanza politica in modi che l’attuale ripresa fatica a mitigare.

è professore ordinario nell’Università degli Studi di Milano, dove insegna Comparative politics. Tra i suoi libri ricordiamo "La politica europea" (2006), "Governance e politiche nell’Unione europea" (curato con M. Ferrera, 2008) e "Politica in Italia. I fatti dell’anno e le interpretazioni" (curato con E. Jones, 2010), pubblicati dal Mulino.

studia Economics and Political Science presso l’Università degli Studi di Milano. Si occupa dei rapporti fra economia e comportamento elettorale, un tema su cui ha pubblicato recentemente sulla rivista "Party politics".

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2018
Isbn edizione digitale: 9788815338921
DOI: 10.978.8815/338921

Pubblicazione a stampa: 2018
Isbn edizione a stampa: 9788815274373
Collana: Studi e Ricerche
Pagine: 248

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