Dalla crisi dell'Irpef alla flat tax
Prospettive per una riforma dell'imposta sul reddito

Scopo dell’imposta personale sul reddito era realizzare i principi di universalità e progressione, aggravare i redditi fondati, esentare quelli minimi. Si è invece verificato l’opposto e l’Irpef si è trasformata in un tributo frammentario e selettivo, dove la progressività è ormai confinata ai soli redditi di lavoro, con ribaltamento dei postulati di partenza e una discriminazione qualitativa contronatura. Dietro alla facciata dell’imposta generale sul reddito complessivo, si sono infatti moltiplicati in modo caotico regimi sostitutivi e norme d’eccezione, senza alcuna riconoscibile idea di tax design. Quale può essere la soluzione a questo stato di cose? L’applicazione di aliquote progressive ai redditi oggi tassati in via sostitutiva e proporzionale implicherebbe la rinuncia a collaudati meccanismi cedolari e maggiorazioni d’imposta difficilmente sostenibili. Va dunque esplorata, più pragmaticamente, la possibilità di aggregare il consenso intorno a una diversa ipotesi: lo sgravio su lavoratori e classi produttrici, nonché il ripristino dell’equità orizzontale, potrebbero trovare realizzazione a patto di superare il dogma delle aliquote graduate, a favore di una ragionevole progressività per deduzione, ottenuta grazie alla flat tax: un’imposta ad aliquota piatta con esenzione generalizzata dei redditi di sussistenza.

è professore ordinario di Diritto tributario all’Università di Trieste e avvocato cassazionista. Con il Mulino ha pubblicato “La giustificazione sociale dell’imposta” (2014).

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2017
Isbn edizione digitale: 9788815332554
DOI: 10.978.8815/332554

Pubblicazione a stampa: 2017
Isbn edizione a stampa: 9788815267177
Collana: Percorsi
Pagine: 216

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