Sulla poesia moderna

“mancava, non solo in Italia, un quadro d’insieme, uno studio storico e teorico del genere lirico. Lo offre ora, sintetico e brillante, Guido Mazzoni”. Pierluigi Pellini
Fra la metà del Settecento e la metà del Novecento la poesia occidentale si trasforma. I poeti acquistano una libertà senza precedenti: possono scrivere in modo oscuro, infrangere le regole del metro e della sintassi, rinnovare il lessico, eliminare ogni mediazione fra la propria persona biografica e il personaggio che nei testi dice “io”. La poesia diventa così il genere più egocentrico della letteratura moderna. Analizzando alcuni testi esemplari l’autore ricostruisce le tappe di questa metamorfosi e le interpreta come il sintomo di mutazioni storiche profonde.

insegna Teoria della letteratura all’Università di Siena. Fra i suoi libri: “Forma e solitudine. Un’idea della poesia contemporanea” (Marcos y Marcos, 2002) e “I destini generali” (Laterza, 2015). Con il Mulino ha pubblicato anche “Teoria del romanzo” (2011).

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2015
Isbn edizione digitale: 9788815326034
DOI: 10.978.8815/326034

Pubblicazione a stampa: 2015
Isbn edizione a stampa: 9788815259509
Collana: Biblioteca paperbacks
Pagine: 256

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