Il governo delle opinioni
Censura e formazione del consenso nella Toscana del Settecento

L'evoluzione della censura come spia di un diverso rapporto tra governo e sudditi e della nascita di un'opinione pubblica nell'Italia del Settecento: è attorno a questo tema di fondo che si articola la ricerca qui presentata. Per illustrare la propria tesi, l'autore si serve del caso circoscritto ma rilevante del Granducato di Toscana ed evidenzia come le riforme del XVIII secolo abbiano determinato la dissoluzione del sistema censorio di tipo confessionale dell'età medicea. Con la nuova censura assolutistica - e in particolare con la prassi delle stampe clandestine favorite o tollerate dai censori laici - si assiste, in un quadro di costanti conflitti e di compromessi con le autorità ecclesiastiche, al tentativo di formazione di un'opinione "illuminata" solidale con il potere politico, ma anche a un processo di rioccupazione di posizioni e di funzioni lasciate vacanti dal cedimento del sistema inquisitoriale. Attento ai percorsi individuali, il volume descrive le scelte di un vasto campionario di lettori e di censori, e non tralascia di esaminare il ruolo della massoneria nella nascita di un pubblico laico, nonché la persistenza, ancora nel Settecento inoltrato, di forme arcaiche di appropriazione del libro.
Questo libro è stato pubblicato con il contributo dell’Istituto Universitario Europeo.

è dottore in storia dell'Istituto Universitario Europeo, dove è stato inoltre research assistant. Attualmente è maître de conférences nell'Università di Bordeaux.

Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2011
Isbn edizione digitale: 9788815303813
DOI: 10.978.8815/303813

Pubblicazione a stampa: 2000
Isbn edizione a stampa: 9788815073808
Collana: Il Mulino/Ricerca
Pagine: 392

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