Ho incominciato a leggere Vico molti anni fa su sollecitazione di Luigi Firpo: ma i primi a leggere i dattiloscritti che preparai sull’argomento furono in realtà Carlo Galli e Nicola Matteucci a Bologna, nonché Enrico De Mas nella sede del Dottorato di Ricerca in Filosofia politica che coordinava in Pisa il compianto Giuliano Marini (che era anche il mio tutor). Il Professor Matteucci non amava la microstoria, e influenzò molto il mio (e di altri) approccio metodologico in questo senso: mi indirizzò, fra l’altro, allo studio dell’interpretazione che di Vico offrì Eric Voegelin, e della presenza vichiana negli autori della cosiddetta Rehabilitierung der praktischen Philosophie, che Franco Volpi stava in quegli anni illustrando agli studiosi italiani[Gianfrancesco Zanetti, Vico pensatore antimoderno?, in "Bollettino del Centro di Studi Vichiani", XX, 1990, pp. 185-194; Ambigue persistenze aristoteliche nel De nostri temporis studiorum ratione di Giambattista Vico, in "Bollettino del Centro di Studi Vichiani", XXI, 1991, pp. 79-92. Al mio scritto su Vico e Voegelin ha risposto Stephan Otto in Nachwort, in Eric Voegelin, Giambattista Vico - La scienza nuova. A cura e con una prefazione di Peter J. Opitz. Tradotto dall'inglese da Nils Winkler e Anna E. Frazier. Muenchen, Fink, 2003, pp. 121-144. Ringrazio il Professor Opitz per la segnalazione.] Ma a Bologna insegnavano e insegnano anche studiosi vichiani per così dire professionali, e molto pazienti con le mie intemperanze, come Andrea Battistini e Riccardo Caporali[Di Caporali recensii il volume su Vico: A proposito di un recente libro su Giambattista Vico. Recensione di Riccardo Caporali, Heroes gentium. Sapienza e politica in Vico, Bologna, Il Mulino, 1992; in "Teoria politica", IX, 3, 1993, pp. 168-172. La recensione ripercorreva l'intervento con quale, insieme al Professor Battistini, discussi in una bella giornata il testo di Caporali, il 7 aprile 1993 presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena.]. Quando (diversi anni più tardi) fui invitato a tenere una conferenza su Vico e Hobbes dall’Università della California a Berkeley, mi rivolsi a loro per essere sicuro di non aver scritto cose troppo bislacche[Il testo di quella conferenza fu pubblicato da Carlo Galli sulle pagine di "Filosofia Politica": Il rosso e il bianco: una nota sul ruolo delle emozioni nella Scienza Nuova di Vico, in "Filosofia Politica", 2007, 3, pp. 477-487. I temi ivi elaborati sono rifluiti nel Capitolo II del presente testo].Negli ultimi dieci anni ho insegnato spesso la Summer Session a Hunter College, CUNY (New York), e la frequentazione degli ambienti di ricerca statunitensi ha ovviamente molto influenzato la stesura di questo testo, nei contenuti e nella forma; vorrei ringraziare, in particolar modo, Albert Ascoli, Ken Sherrill, Barbara Spackman, Kendall Thomas, e Joan Tronto per l’ospitalità accademica e intellettuale che ho ricevuto. Vorrei ringraziare, infine, Riccardo Caporali, Carlo Galli, Marco Geuna, per aver letto l’elaborato al computer; è appena il caso di puntualizzare che gli errori e le mancanze vanno imputati a me solo.

Vico eversivo