Chiesa, pace e guerra nel Novecento
Verso una delegittimazione religiosa dei conflitti

L'atteggiamento della chiesa verso la guerra è oggetto di interesse a vari livelli: dall'arena internazionale alla dimensione soggettiva e di coscienza. La categoria di "guerra giusta" è tuttora oggetto di un dibattito che si articola nella tensione tra il richiamo evangelico al rifiuto della violenza e la necessità di governare una società in cui l'ordine può essere imposto anche con le armi. Questo volume ricostruisce lo sviluppo delle posizioni cattoliche rispetto alla guerra nel corso del Novecento, a partire dalla proclamazione della Grande Guerra come "inutile strage" da parte di Benedetto XV fino alla condanna della giustificazione di ogni violenza bellica in nome di Dio da parte di Giovanni Paolo II. E' un percorso assai tormentato, dove la costante invocazione alla pace - sempre più pressante, man mano che aumenta il potere distruttivo degli ordigni bellici - si accompagna all'affermazione della liceità morale della guerra (almeno difensiva). L'autore nella sua attenta e approfondita analisi tocca diversi aspetti cruciali: dal pacifismo all'obiezione di coscienza, dalle discussioni sulla guerra coloniale e sulle guerre di liberazione alla condanna della guerra santa.

insegna Storia contemporanea nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue pubblicazioni: "Storia del cristianesimo" (curato con G. Filoramo, Laterza, 1997); "Sacro Cuore. Un culto tra devozione interiore e restaurazione cristiana della società" (Viella, 2002); "Una storiografia inattuale? Giovanni Miccoli e la funzione civile della storiografia" (con G. Battelli, Viella, 2005) e "Giovanni Paolo II. Una transizione incompiuta?" (Morcelliana, 2006).

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Editore: Il Mulino

Pubblicazione online: 2009
Isbn edizione digitale: 9788815140784
DOI: 10.978.8815/140784

Pubblicazione a stampa: 2008
Isbn edizione a stampa: 9788815121851
Collana: Saggi
Pagine: 336

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