Sentieri interrotti della legalità
La decostruzione del diritto amministrativo
Questo lucido e provocatorio saggio si interroga sullo stato del principio di
legalità (quello che informa l’attività della pubblica amministrazione ed è il pilastro
del diritto amministrativo) nella vita del nostro ordinamento. L’autore individua alcuni
“attentati” a quel principio, in particolare nel rapporto fra potere legislativo e
potere esecutivo, dove il primo tende a sostituirsi al secondo. Alcuni esempi: dovendo
distribuire risorse rese scarse dai patti di stabilità comunitari, il Parlamento cede
spesso e volentieri alla tentazione delle leggi-provvedimento, destina cioè direttamente
le risorse saltando l’intermediazione della PA, venendo meno al principio della
imparzialità amministrativa. Ancora: costretto a privatizzare sempre per rispettare i
patti di stabilità, il Parlamento cerca di non perdere la “presa” su organizzazioni che,
almeno formalmente, ha privatizzato (è il caso delle fondazioni), inventandosi il
“diritto privato speciale”, una sorta di riserva di potere ancora pubblico, nascosto
sotto apparenti rinvii all’autonomia privata. Ulteriori attacchi alla legalità
amministrativa, e perciò alla garanzia del cittadino, vengono ormai – come evidenzia
l’autore – da più parti: oltre che dal legislatore, dagli interpreti che teorizzano
improponibili sistemi alternativi o che dissimulano dietro teorie “più avanzate” la
ricomparsa di poteri liberi, e perciò arbitrari, e anche da qualche giudice (con
particolare frequenza quello penale), che anziché ergersi a custode della legalità
preferisce sostituirla con una sua “legalità” alternativa.