Giuseppe Antonelli, Giacomo Micheletti, Anna Stella Poli (a cura di)
Verso il museo multimediale della lingua italiana
DOI: 10.1401/9788815410283/c13

Giuseppe Antonelli Il museo della lingua italiana: le molte facce di un’idea

Notizie Autori
Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Pavia, collabora con «7» e «la Lettura» del «Corriere della Sera»; da molti anni racconta storie di parole su Rai 3 e Rai Radio 3. Con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell’italiano scritto in sei volumi (2014-21; Premio Cesare Pavese per la saggistica); con la collaborazione di Giovanni Battista Boccardo e di Federico Milone, è stato curatore scientifico della mostra Dante. Un’epopea pop (Museo d’Arte della città di Ravenna). Tra i suoi ultimi libri: Volgare eloquenza (Laterza, 2017); Il museo della lingua italiana (Mondadori, 2018); Il mondo visto dalle parole (Solferino, 2020); Il piacere del significante (Franco Cesati, 2022) e Il Dante di tutti. Un’icona pop (Einaudi, 2022).
Abstract
Questo volume testimonia, attraverso una serie di contributi specifici, il percorso che il MULTI – Museo multimediale della lingua italiana ha fatto dalla sua ideazione alla sua realizzazione. La prima fase della ricerca si è concentrata prevalentemente sul versante teorico legato alla musealizzazione di un patrimonio culturale immateriale come la lingua in un contesto virtuale come quello della rete. La seconda fase è stata dedicata alla concreta costruzione di un museo multimediale che potesse rappresentare l’applicazione pratica di quanto emerso dalla riflessione teorica, coinvolgendo visitatori e visitatrici di tutto il mondo in un’affascinante esperienza immersiva. Il percorso del MULTI si inserisce in quello molto più lungo che ha già fatto e continuerà a fare l’idea di un grande museo della lingua italiana. Nel frattempo, prendendo spunto dall’inaugurazione del museo di Firenze, Rai 5 ha prodotto le prime due puntate di un documentario intitolato Etimo – Per il museo della lingua italiana. Un viaggio pensato per mostrare e raccontare quegli oggetti che hanno fatto la storia della lingua italiana ma non potranno far parte della collezione permanente del MUNDI, perché più o meno indissolubilmente legati ai luoghi in cui sono conservati. nuova sfida è ora quella della convergenza fra tutte le declinazioni di quest’unica idea, per dar vita a un unico complesso museale integrato in cui queste varie realizzazioni diventino le facce di un unico progetto poliedrico.

1. MULTI – Museo multimediale della lingua italiana

Questo volume testimonia, attraverso una serie di contributi specifici, il percorso che il MULTI – Museo multimediale della lingua italiana ha fatto dalla sua ideazione alla sua realizzazione. Presentato nel giugno 2019, questo progetto biennale è stato finanziato nel novembre 2020 dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del FISR (Fondo integrativo speciale per la ricerca) e ha preso le mosse nell’aprile del 2021.
La prima fase della ricerca si è concentrata prevalentemente sul versante teorico legato alla musealizzazione di un patrimonio culturale immateriale come la lingua in un contesto virtuale come quello della rete. Dunque sullo studio dei musei della lingua o delle lingue già esistenti, sul censimento delle risorse online utili per questo tipo di progetto e soprattutto sulle diverse possibilità di impostazione dell’allestimento. Vale a dire aspetti come l’individuazione degli obiettivi di disseminazione del sapere e del pubblico di riferimento; la selezione dei contenuti da privilegiare perché più adatti a questa; la scelta delle tecniche di racconto ed esposizione multimediale più efficaci. Un passaggio decisivo è stato, in questa fase, il seminario del 28 maggio 2021 da cui provengono molti dei contributi di questo volume.
La seconda fase è stata dedicata alla concreta costruzione di un museo multimediale che potesse rappresentare l’applicazione pratica di quanto emerso dalla riflessione teorica, coinvolgendo visitatori e visitatrici di tutto il mondo in un’affascinante esperienza immersiva. Individuati i partner tecnici a cui affidare l’infrastruttura informatica, il lavoro coordinato delle tre unità di ricerca (quella dell’Università di Pavia, dell’Università di Napoli L’Orientale e dell’Università {p. 124}della Tuscia) ha prima concepito il disegno complessivo del museo, poi campito via via gli spazi destinati ai diversi tipi di testo (introduzioni, didascalie, approfondimenti, giochi interattivi) e ai diversi tipi di oggetto espositivo (documenti, immagini, video, audio, animazioni). Il risultato di questa fase della ricerca è l’impianto descritto e spiegato in questo volume dal contributo di Mirko Volpi. L’esito finale di questi due anni di lavoro collettivo è proprio il Museo multimediale della lingua italiana, incardinato nel Sistema museale d’ateneo dell’Università di Pavia e integralmente disponibile al pubblico dal primo giugno 2023.

2. MUNDI – Museo nazionale dell’italiano

Il percorso del MULTI si inserisce in quello molto più lungo che ha già fatto e continuerà a fare l’idea di un grande museo della lingua italiana. Una storia che, come ricorda qui il contributo di Lucilla Pizzoli, comincia più di vent’anni fa. Da Dante a Totò: la lingua italiana avrà un museo titolava il «Corriere della Sera» in un articolo del 4 gennaio 2002. Il riferimento era alla mostra Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua, che – organizzata dalla Società Dante Alighieri con la curatela scientifica di Luca Serianni – si sarebbe tenuta a Firenze nella Galleria degli Uffizi dal 13 marzo 2003 al 6 gennaio 2004 e sarebbe stata poi replicata presso il Museo nazionale svizzero di Zurigo (La dolce lingua. L’italiano nella storia, nell’arte, nella musica, 16 febbraio-29 maggio 2005) e in forma ridotta in molte altre sedi in giro per il mondo. In questi vent’anni l’idea è sempre rimasta viva: rilanciata da articoli, libri, conferenze, dibattiti, incontri nei grandi festival culturali; anche da un appello su Change.org a cui hanno aderito migliaia di persone.
«Desidero fare mia l’istanza di un gruppo di studiosi che, interpellando il ministro Franceschini (che si è dimostrato molto sensibile a questa richiesta), domandano da qualche tempo la creazione di un museo della lingua italiana grande, ricco, tecnologico». Queste le parole pronunciate il 21 gennaio 2020 dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe {p. 125}Conte durante l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Firenze. E in effetti nell’agosto di quell’anno il ministro della Cultura Franceschini annunciava l’assegnazione di un considerevole finanziamento per la realizzazione a Firenze di un museo nazionale dell’italiano. Il gruppo di lavoro, in realtà, era stato nominato da quel ministero già nel novembre 2019. Coordinato da Luca Serianni, aveva al suo interno rappresentanti di tutte le massime istituzioni che si occupano di lingua italiana: l’Accademia dei Lincei, l’Accademia della Crusca, la Dante Alighieri, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, l’Associazione per la storia della lingua italiana. Le prime due sale del MUNDI – Museo nazionale dell’italiano sono state inaugurate a Firenze, nel complesso di Santa Maria Novella, il 6 luglio 2022: poco prima della tragica scomparsa di Luca Serianni. Il gruppo di lavoro sta continuando la sua opera con l’intento di arrivare ad aprire al pubblico l’intero museo entro la primavera del 2024.

3. Etimo – Per il museo della lingua italiana

Nel frattempo, prendendo spunto dall’inaugurazione del museo di Firenze, Rai 5 ha prodotto le prime due puntate di un documentario intitolato Etimo – Per il museo della lingua italiana. Un viaggio pensato per mostrare e raccontare quegli oggetti che hanno fatto la storia della lingua italiana ma non potranno far parte della collezione permanente del MUNDI, perché più o meno indissolubilmente legati ai luoghi in cui sono conservati. Le tappe della prima puntata hanno ricostruito le origini della nostra lingua, visitando l’abbazia di Montecassino dove è conservato il Placito di Capua; la basilica inferiore di San Clemente a Roma, con le didascalie in volgare sull’affresco che raffigura il miracolo del santo, e poi Ravenna, per rendere omaggio – nel settecentesimo anniversario della sua morte – alla tomba di Dante. Quelle della seconda sono state dedicate alla codificazione della norma, passando dalla Biblioteca Marciana di Venezia per il «petrarchino» curato da Pietro Bembo e pubblicato da {p. 126}Aldo Manuzio; da Firenze, per la sede dell’Accademia della Crusca; da Milano, per Casa Manzoni e la Sala manzoniana della Biblioteca Braidense; infine dal Centro manoscritti fondato a Pavia da Maria Corti, per gli autografi della grande letteratura italiana del Novecento e gli avantesti digitali della letteratura del Duemila. Altre due puntate – dedicate rispettivamente alla conquista dell’italiano e al passaggio dall’italiano all’e-taliano – sono attualmente in lavorazione e saranno trasmesse nel prossimo settembre.

4. Conclusioni

Quel museo della lingua italiana che ancora pochi anni fa sembrava un sogno quasi impossibile è oggi una realtà che ha preso forma in tanti modi diversi. La nuova sfida è ora quella della convergenza fra tutte le declinazioni di quest’unica idea, per dar vita a un unico complesso museale integrato in cui queste varie realizzazioni diventino le facce di un unico progetto poliedrico. Un insieme che a quel punto potrà risultare una straordinaria risorsa strategica per la promozione della lingua e della cultura italiana in Italia e nel mondo. È questo il percorso che resta ancora da fare: è questo il futuro di un’idea che viene da lontano.