Umberto Romagnoli
Contrattazione e partecipazione
DOI: 10.1401/9788815374950/p4

Prefazione

Questa è, o pretende d’essere, la ricostruzione storica di una esperienza di relazioni industriali, partendo dall’analisi delle sue origini e seguendola lungo l’arco del suo sviluppo nel tempo.
L’argomento specifico della ricerca è rappresentato da un esperimento di partecipazione e consultazione mista tra direzione, lavoratori e sindacati, cominciato nel 1958 presso l’industria tessile Bassetti di Milano.
Il materiale d’indagine è costituito da interviste e colloqui esplorativi con dirigenti aziendali e operatori sindacali. In massima parte, però, esso è costituito dalla copiosa documentazione esistente negli archivi e negli uffici della Bassetti, una azienda la cui organizzazione possiede una lodevole, sorprendente «memoria scritta» di fatti e avvenimenti anche lontani.
La massa delle informazioni e dei dati raccolti è stata selezionata, principalmente, in funzione dell’esigenza di assegnare il necessario rilievo ai fattori di natura storica, politica e sociologica ‒ in breve, ai fattori extranormativi ‒ nel momento dell’interpretazione sistematica di un vasto complesso di regole di comportamento poste in essere dall’autonomia negoziale dei privati, per poter gettare luce sugli interessi di cui gli «accordi di consultazione mista» sono espressione e sui conflitti che essi compongono sul piano formale.
Per cogliere nella maniera più genuina possibile il processo di sviluppo dell’esperienza si è preferito «dare la parola», ovunque le circostanze lo consentissero, ai suoi diretti protagonisti (il che contribuisce a spiegare perché la bibliografia sia intenzionalmente ridotta all’essenziale). Se l’autore è frequentemente intervenuto con valutazioni e giudizi di carattere soggettivo, ciò è dovuto{p. 30} alla determinazione metodologica, pressoché obbligata in sede di studi di storia contemporanea, di confrontare lo sviluppo reale della vicenda con un modello teorico di riferimento.
Come il lettore avrà occasione di costatare, le valutazioni e i giudizi sono formulati, il più delle volte, con riguardo ad atteggiamenti e prese di posizione di singoli o di gruppi (formali e informali) che hanno svolto un ruolo anche trascurabile, ma in ogni caso significativo, nella conduzione politica dell’esperimento di partecipazione e consultazione mista. Il dato fattuale è, in genere, riportato a scopo di esemplificazione o di conferma delle «tesi» o interpretazioni prospettate.
Probabilmente, questa è stata la scelta metodologica più difficile e delicata che l’autore abbia dovuto compiere. Ad essa l’autore è giunto dopo aver maturato il convincimento che l’esperienza sottoposta ad esame, per le par­ticolarità del suo andamento, si prestava ottimamente ad essere indagata come uno «spaccato» dell’evoluzione della ideologia e della pratica sindacale in atto nel nostro paese, piuttosto che come storia di accadimenti circoscritti all’àmbito di un’impresa. In conseguenza, la dimensione istituzionale tende a superare la dimensione meramente aziendale; dalla descrizione dell’effettiva meccanica del fenomeno la prospettiva dell’indagine spesso si allarga sino ad includere l’intero sistema di relazioni industriali.
Anche la tecnica espositiva impiegata corrisponde ad un’esigenza di metodo.
Il volume è suddiviso in due parti distinte, benché strettamente connesse e interdipendenti. Nella prima parte, è analizzata l’esperienza di partecipazione e consul­tazione mista dal 1958 al 1967 isolandone le componenti e le tendenze nel contesto evolutivo delle strutture e delle politiche dell’impresa. Nella seconda parte, invece, l’indagine è prevalentemente incentrata sulla ricerca delle interazioni che, nel medesimo periodo di tempo, si sono determinate tra la consultazione mista e l’azione contrattuale-sindacale nel quadro dell’evoluzione complessiva delle relazioni industriali.{p. 31}
Il filo conduttore che le unisce è rappresentato dal tentativo di conciliare, dopo averle separate allo scopo di precisarne i contorni e le autonome motivazioni, la logica manageriale della consultazione mista con la logica schiettamente sindacale ad essa giustapposta, controllandone in sintesi finale, per quanto provvisoria, il grado di convergenza e il rapporto di reciproca non-integrazione.
Il rischio corso può essere stato quello di formulare valutazioni e giudizi frastagliati, ma si tratta di un rischio calcolato e accettato per conservare, in queste pagine, fedele a se stessa l’immagine che la realtà si è data: una realtà continuamente percorsa da tensioni e contraddizioni e sempre alla ricerca di una difficile coesione interna attraverso equilibri instabili.
U. R.