Umberto Romagnoli
Contrattazione e partecipazione
DOI: 10.1401/9788815374950/a5

5. Accordo aziendale del 20 dicembre 1965 sul programma di attività della consultazione mista

Premessa

In questa fase della situazione economico-produttiva le relazioni azienda-sindacati hanno incontrato e incontrano obiettive difficoltà (applicazione restrittiva degli accordi, insicurezza del posto di lavoro, riduzione dell’area rivendicativa, riduzione del premio, riduzione dello spazio contrattuale per cottimi, assegnazioni di macchinario, ecc.).
Esse si aggiungono (come ostacoli psicologici rilevanti e come elemento di contraddizione di una politica di consultazione e partecipazione) a talune difficoltà interne alla vita dell’organismo della Consultazione Mista (come la riluttanza della direzione ad anticipare informazioni e accettare condi­zionamenti, la discontinuità di presenza e di stimolo del sindacato esterno, il livello di preparazione socio-culturale delle maestranze).
Di fronte a queste difficoltà (in parte contingenti ed in parte permanenti) possono prefigurarsi due indirizzi alternativi:
a) ripiegare su attività ed interessi marginali (irrilevanti e diversivi rispetto alle finalità della Consultazione Mista) che consentano la sopravvivenza formale dell’istituto. (Es.: ricerca estemporanea di suggerimenti produttivistici, canalizzazione delle lagnanze, discesa di informazioni settorializzate).
b) rilanciare la politica e l’attività della Consultazione Mista sulla base di una riconsiderazione dei principi e dei contenuti che giustificano e sostanziano l’istituto, e sulla base di una precisa responsabilizzazione delle parti per l’attuazione di un concreto programma, politicamente qualificato e prati­camente realizzabile.
In effetti l’istituto della Consultazione Mista era nato sulla premessa della continua espansione dello sviluppo della azienda tale da consentire insieme alla sicurezza del posto di lavoro, quei crescenti aumenti di produttività alla cui determinazione i dipendenti erano chiamati a collaborare.{p. 170}
L’evoluzione della realtà (e la congiuntura) ha messo in crisi la consistenza di tali premesse.
Ma l’esperienza raccolta in questi anni di attività ci rende convinti che, al di là delle premesse produttivistiche e delle manchevolezze sul piano operativo, il principio ed il metodo della consultazione costituiscono un valore in sé.
Questa convinzione trova sostegno sul piano ideologico e sul piano della evoluzione storica degli interessi e delle funzioni del sindacato ad ogni livello, ed anche sul piano della evoluzione democratica dei rapporti in una società plurali­stica, in cui le forze sindacali sono chiamate a partecipare alle scelte economiche (es. programmazione).
In questa visione, il problema della Consultazione Mista si pone soltanto in termini di trovare una base più solida, contenuti più attuali e impegni operativi più precisi.
Per giungere ad una conclusione, si tratta di non limitare la consultazione ai fatti «produttivistici» (come del resto è esplicitamente acquisito con la partecipazione al «valore aggiunto») ma di investire, almeno come direzione di lavoro, tutto il fatto produttivo: cioè, oltre ai problemi di efficienza, i problemi di organizzazione, di produzione, di programmazione dell’attività aziendale. Si tratta, in sostanza, di introdurre, in prospettiva, il discorso del piano.
A questo fine occorre che:
- La direzione sia convinta ed omogeneamente impegnata a fornire le informazioni indispensabili per alimentare fatti consultivi, ed a consentire la discussione su tale materia.
- Il personale (e particolarmente vaste élites) sia preparato ed avviato (con fatti informativi e formativi) ad accostare temi più impegnativi.
- Il sindacato si dia strumenti e strutture per realizzare una presenza continua ed attiva a livello aziendale.
 

Programma di attività

Comitati di stabilimento
  1. La direzione fornirà ai comitati le seguenti informazioni:
  2. Mensilmente sull’andamento globale di stabilimento e specifico dei reparti (dati relativi ai costi rispetto al budget),{p. 171} nonché altri dati (relativi al budget, alla produttività, al volume di produzione, al costo orario, ai consumi) che risultassero necessari per esaminare e comprendere fenomeni e variazioni.
  3. Periodicamente dati, generali o di reparto, relativi agli andamenti di: rese, qualità, sprechi, cottimi, assenteismo, infortuni.
  4. Preventivamente sulle decisioni o innovazioni tecniche-organizzative-produttive, previste o in via di attuazione, in quanto abbiano riflessi sul comportamento e sul lavoro delle persone.
d) Mensilmente notizie e comunicati (statistiche sul personale, assunzioni, allontanamenti, variazioni di responsabilità, formazione, trasferimenti), per le pubblicazioni dei comitati.
e) Mensilmente l’andamento progressivo del valore aggiunto aziendale (secondo le indicazioni della formula del premio) sia in assoluto che traguardato rispetto ad un obiettivo annuale.
  1. I comitati sulla base di tali informazioni:
  2. Discuteranno i problemi ed i fenomeni che le parti riterranno significativi, sulle materie di cui ai precedenti punti a), b), c).
  3. Promuoveranno riunioni di reparto per dare informazioni ed esaminare problemi di cui ai precedenti punti a), b), c).
  4. Cureranno la sistematica esposizione di dati sintetici di cui ai punti a) ed e), su appositi tabelloni nei reparti.
  5. Cureranno la pubblicazione di fogli informativi di stabilimento riportanti i dati e le notizie fornite dalla direzione, fatte salve giustificate esigenze di riservatezza; e inoltre notizie delle attività locali dei comitati, della Cl, delle SAS, dei sindacati, del Fondo di Solidarietà, ecc.
  6. I comitati studieranno un programma di incentivazione di suggerimenti da parte del personale, e ne gestiranno l’attuazione.
  7. I comitati affronteranno i problemi di lavoro, di ambiente, di rapporti, che ciascuna delle parti mettesse all’o.d.g., in relazione ai compiti istituzionali definiti dagli accordi.{p. 172}
 
Comitato di sede
  1. La direzione fornirà al comitato le seguenti informazioni:
  2. sul piano d’azienda in generale e sui principali impegni operativi delle direzioni;
  3. trimestralmente sullo stato di avanzamento del piano;
  4. preventivamente sulle innovazioni strutturali, organizzative, su iniziative della direzione del personale;
  5. mensilmente notizie e comunicati (come per i comitati di stabilimento).
  6. Il comitato sulla base di tali informazioni:
  7. Discuterà gli aspetti che le parti riterranno significativi sulle materie di cui ai punti a), b), c).
  8. Organizzerà gli incontri trimestrali del personale col direttore generale e col direttore del personale.
Strumenti informativi
  1. Fogli informativi di stabilimento. Pubblicazione informativa a multilith (a cura dei comitati) da distribuire a tutti i dipendenti del rispettivo stabilimento. Periodicità mensile in forma di circolare di numero di pagine variabile secondo la quantità delle notizie da riportare.
  2. Produttività alla Bassetti. Organo del comitato aziendale, affidato al comitato di redazione composto dai rappre­sentanti delle parti firmatarie e dalla segreteria.
Ha la funzione di unico organo di dimensioni aziendali di informazione, formazione, dibattito, rappresentanza all’in­terno e di proiezione all’esterno.
Il terreno di interesse del giornale è costituito da:
  1. Attività dei comitati e problemi della Consultazione Mista;
  2. Realtà e problemi generali dell’azione, della vita economica nazionale e di settore, del sindacato e della contrattazione nazionale e aziendale, dei fatti legislativi, previdenziali e culturali che interessano dipendenti e impresa.
  3. Attività degli organismi associativi e rappresentativi aziendali (CI - SAS - Fondo Solidarietà, ecc.);
  4. Cronache aziendali, comunicati, notizie e dati (anche{p. 173} riprendendo, in termini più generali, quanto pubblicato sui fogli informativi) che costituiscono materia di interesse reciproco per i dipendenti delle diverse sedi di lavoro.
  5. Tabelloni di reparto. Affissi, a cura dei comitati, per l’esposizione dei dati più significativi relativi all’andamento dei singoli reparti.
  6. Pubblicazioni varie. Depliants, opuscoli, volumetti della collana Accordi - Statuti - Regolamenti (editi a cura della segreteria).
Formazione
‒ Corsi produttivistici e sindacali di base ‒ residenziali e no ‒ gestiti dai sindacati (in collaborazione con la segreteria.
‒ Corsi di formazione per attivisti e membri di comitato ‒ residenziali e no ‒ gestiti dai sindacati (in collaborazione con la segreteria).
‒ Corsi di base e specializzati di formazione socio-economica (informazioni aziendali e generali) gestiti dalla segreteria, (in azienda, a cavallo dell’ultima ora di lavoro; fuori azienda durante il tempo libero) con i sindacati.
‒ Partecipazione (in permesso sindacale) di 2-3 dipendenti per ogni stabilimento a scuole sindacali, al fine di avere in azienda quadri sindacali preparati.
‒ Organizzazione di tavole rotonde (a livello sindacale-culturale, ed a livello di esperienze aziendali consimili) sui problemi della consultazione, della partecipazione, e della presenza sindacale in azienda.
Incentivazione
La funzione di incentivare la ricerca produttivistica, la circolazione delle informazioni ed i fatti consultivi, è affidata fondamentalmente (al di là della funzione incentivante della formula e della forma del premio di produttività):
  1. Alla conoscenza dei dati di reparto e di stabilimento e dei relativi confronti, alla conoscenza preventiva dei fatti organizzativi, ed all’animazione nella ricerca delle cause e riconoscimento di responsabilità;
  2. Alla effettiva incidenza operativa e rispetto delle sca
    {p. 174}denze, delle decisioni convenute in sede di Consultazione Mista;
  3. A un sistema di suggerimenti, con riconoscimenti di ordine morale ed economico.