Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi, Giorgio Vittadini (a cura di)
Viaggio nelle character skills
DOI: 10.1401/9788815366962/c10

Capitolo decimo Educare alle competenze non cognitive in Provincia di Trento. Analisi delle pratiche delle scuole e sviluppo delle attività all’interno del progetto
di Francesco Pisanu, Maurizio Gentile, Giulia Poian e Laura Bisello

Notizie Autori
Francesco Pisanu Funzionario esperto per la sperimentazione in ambito educativo e formativo per la Provincia di Trento. È stato ricercatore in area educativa presso IPRASE del Trentino e direttore scientifico della rivista “RicercAzione”. Attualmente è responsabile dell’Ufficio per la Valutazione delle Politiche Scolastiche nel Dipartimento Istruzione e Cultura. È docente a contratto di Psicologia della formazione e dell’orientamento all’Università di Trento.
Notizie Autori
Maurizio Gentile Professore associato di Didattica generale e Pedagogia speciale alla LUMSA di Roma. Svolge e coordina attività di ricerca, empirica e teorica, e di intervento sui seguenti temi: “cooperative learning”, scuola inclusiva, valutazione formativa, strumenti e metodi di formazione dei docenti, apprendimento e didattica, competenze non cognitive. Su questi argomenti ha al suo attivo più di 100 pubblicazioni.
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Giulia Poian Docente in distacco presso il Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia di Trento nell’Ufficio per la Valutazione delle Politiche Scolastiche. Svolge attività di ricerca e supporto alle scuole sulle competenze non cognitive degli studenti e sulla cittadinanza attiva, con un focus particolare sulla Shoah.
Notizie Autori
Laura Bisello Funzionario nel Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia di Trento nell’Ufficio per la Valutazione delle Politiche Scolastiche. Si occupa, tra l’altro, di autovalutazione delle scuole, di valorizzazione del merito dei docenti e di competenze non cognitive degli studenti.
Il presente capitolo ha un duplice scopo: descrivere procedure ed esiti dell’analisi delle pratiche messe in atto dalle scuole fino al 2018 nell’ambito dello sviluppo delle competenze non cognitive dei propri studenti, per ottenere un doppio raggruppamento di scuole da confrontare in termini di maggiore o minore presenza di tali competenze e per testare i modelli causali di interesse nel progetto; descrivere la struttura e l’applicazione del modello di intervento con le scuole da parte dello staff di ricerca, che ha previsto la sperimentazione di un kit scuola, e di una serie di processi, a livello docente e studente, per l’implementazione di un approccio didattico, da realizzare in classe dai docenti, per lo sviluppo delle competenze non cognitive degli studenti al termine del primo ciclo di istruzione in Trentino.
Il capitolo è organizzato seguendo questa doppia ripartizione, con una coda finale di riflessione sull’ultimo anno di attività per il fronteggiamento dell’emergenza didattica causata dal Covid-19.

1. Le pratiche sviluppate dalle scuole

Nel primo anno di progetto, in parallelo alla raccolta dati a livello studente, è stata realizzata un’estesa analisi delle pratiche già messe in atto dalle scuole per lo sviluppo e il potenziamento delle competenze non cognitive. Tale analisi è stata necessaria inoltre per definire successivamente due {p. 244}gruppi di scuole e relativi studenti in base alle tipologie di attività attivate e all’intensità di tale attivazione.
Per raggiungere questo scopo sono stati raccolti e analizzati, per le scuole che hanno partecipato alla raccolta dati del maggio 2018, i seguenti documenti:
• i progetti di orientamento inviati dalle scuole per un precedente progetto di ricerca in Provincia di Trento:
• l’ultima versione dei Progetti di Istituto, l’equivalente del Piano triennale dell’offerta formativa nazionale, che in Trentino comprende una vasta sezione dedicata ai progetti speciali;
• eventuali progetti in atto sulle competenze non cognitive, dalle informazioni presenti nei siti web delle scuole;
• il Piano di miglioramento di tutte le scuole, che prevede un’apposita sezione, in Provincia di Trento, dedicata alle attività particolari, su studenti, docenti e famiglie, per la realizzazione degli obiettivi di risultato della scuola centrati sugli apprendimenti degli studenti.
Per completare le informazioni raccolte è stato inoltre proposto, alle scuole che hanno partecipato alla prima raccolta dati, un questionario, nella primavera del 2018, strutturato in maniera tale da intercettare una breve descrizione di tali pratiche, eventuali collegamenti con le competenze non cognitive proposte nel progetto (personalità e carattere, capitale psicologico e motivazione), le classi coinvolte, le metodologie didattiche utilizzate, incluse informazioni sulla valutazione.
Per quanto riguarda i progetti di orientamento, sono stati analizzati più di 100 documenti risalenti al periodo 2012-2015, di cui si è verificata però ancora l’attuale presenza all’interno della scuola (in molti dei casi). I progetti sono riconducibili a tre principali macrocategorie: orientamento informativo (ad es. le scuole aperte, fiere per l’orientamento, testimoni privilegiati, ecc.), orientamento formativo (ad es. il ruolo orientativo delle singole discipline-materie di studio, le esperienze di alternanza scuola-lavoro, ecc.), orientamento come counseling (tutte le attività, in genere gestite da esperti esterni alla scuola, per lo sviluppo di caratteristiche e competenze individuali utili per le scelte orientative) e {p. 245}progetti misti (combinazioni tra le tre modalità precedenti). Ad esempio i progetti per combattere il rischio disagio e dispersione scolastica frequentemente sono progetti misti in cui troviamo una parte informativa (i percorsi scolastici nel secondo ciclo), una parte di counseling (scoperta e rafforzamento delle identità degli studenti) e una parte formativa (ruolo attivo dei docenti delle discipline nel rafforzare le competenze e le caratteristiche individuali degli studenti per ridurre il rischio abbandono).
Per quanto riguarda i Progetti d’Istituto, sono stati analizzati i 72 documenti delle relative istituzioni scolastiche in Provincia di Trento. I documenti presentano, per l’ultimo triennio utile (2017-2020) non solo l’offerta formativa proposta dalla scuola, ma anche attività e progetti speciali per lo sviluppo degli studenti. Rientrano in queste tipologie ad esempio i progetti su macrotemi come la legalità e il civismo, oppure su temi più centrati su abitudini e comportamenti quotidiani (ad es. sostenibilità, riuso, raccolta differenziata). In genere si tratta di progetti che prevedono un qualche tipo di coinvolgimento con soggetti del territorio (ad es. per i progetti sulla legalità è di prassi il coinvolgimento delle forze dell’ordine; per la sostenibilità ambientale le aziende municipalizzate locali che si occupano della gestione del ciclo dei rifiuti), che vengono frequentemente realizzati anche al di fuori della scuola (ad es. non è infrequente la realizzazione di visite anche di media durata, si pensi alle visite ai territori confiscati alla mafia in Sicilia) e che non sempre hanno un collegamento diretto con l’ecosistema degli apprendimenti degli studenti.
Per quanto riguarda i siti web delle scuole, è stata fatta una scansione del materiale disponibile (tutte le scuole hanno ovviamente un proprio sito web) nell’anno scolastico 2017-2018, soprattutto nelle sezioni che in parte sono un prolungamento digitale dei documenti dei Progetti d’Istituto, che hanno però un periodo di aggiornamento non triennale, ma decisamente più frequente (ad es. trimestrale, semestrale). I progetti identificati sono spesso composti da attività sviluppate dalla scuola in periodi successivi al rilascio del Progetto di Istituto, ma di importanza equiparabile a {p. 246}tali documenti. In molti casi si tratta di attività proposte dall’esterno e con un coinvolgimento solo superficiale delle scuole (il fatto che non siano rientrati all’interno del Progetto d’Istituto significa che non sono il frutto di una pianificazione sul lungo termine all’interno della scuola, ma di procedure di coinvolgimento più immediate e esogene; ad esempio il progetto sulle competenze non cognitive presentato in questo volume rientra all’interno di queste tipologie). Si tratta però frequentemente di attività molto solide dal punto di vista scientifico e organizzativo e dunque spesso non secondarie nella vita delle istituzioni scolastiche e formative. Esempi di tali progetti sono l’applicazione locale del modello delle life skills dell’OMS che è stato applicato in alcune scuole superiori; oppure progetti per lo sviluppo della resilienza negli studenti nel primo ciclo di istruzione (ad es. il progetto Horizon 2020-UPRIGHT della Fondazione Bruno Kessler di Trento), o di sviluppo del capitale psicologico degli studenti (ad es. il progetto #Fuoricentro - coltiviamo le periferie, della Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale finanziato dalla Fondazione per il Sud-Associazione con i Bambini, che ha un focus specifico sullo sviluppo della comunità educante nei territori di montagna).
Per quanto riguarda il Piano di miglioramento, in questo caso sono stati analizzati i documenti prodotti nel periodo d’interesse, che non hanno intercettato tutte le scuole, ma solo una parte (nel periodo di scansione e analisi il Piano di miglioramento, all’interno del sistema provinciale di valutazione trentino, non era ancora obbligatorio per tutte le scuole, ma in fase sperimentale). Il Piano di miglioramento può contenere una serie di informazioni, seppure in formato sintetico, legate allo svolgimento di attività e progetti connessi con gli obiettivi di apprendimento degli studenti (INVALSI, rendimenti scolastici, certificazioni di competenze, carriere scolastiche post primo ciclo, e post diploma). Si tratta dunque di un ultimo filtro nel quale possono rientrare attività che non sono state precedentemente tracciate nei Progetti di Istituto, nei siti web o in altri contenitori di progetto specifici. Si tratta frequentemente di attività che coinvolgono i docenti (formazione, sviluppo professionale, {p. 247}sperimentazione di pratiche educative) per avere un impatto successivo sugli studenti e sui loro apprendimenti. Ad esempio molte attività gestite in collaborazione con IPRASE (di tipo formativo) rientrano in questa tipologia, e possono riguardare metodologie didattiche attive (apprendimento cooperativo, pratiche di inclusione, uso delle ICT in classe, ecc.), oppure temi più generali di organizzazione della didattica e dell’innovazione.
Per quanto riguarda il questionario proposto alle scuole, sono state analizzate circa 20 risposte, per complessive 45 pratiche e progetti descritti. Queste attività sono state descritte dai rispondenti come legate in prevalenza a tratti di personalità come la gradevolezza, a componenti del capitale psicologico come l’autoefficacia, e alla motivazione allo studio. Esempi di progetti centrati sulla gradevolezza riguardano la promozione di una didattica positiva volta alla collaborazione, alla creazione di relazioni serene, alla riflessione su azioni che si possono attuare per migliorare l’ambiente in cui si vive con uno sguardo solidale verso coloro che possono essere in temporanea difficoltà. Esempi di progetti centrati sull’autoefficacia riguardano, ad esempio la promozione di sani stili di vita e in particolar modo, una partecipazione consapevole e attiva dei giovani del territorio di appartenenza. Infine, esempi di progetti sulla motivazione allo studio, riguardano l’utilizzo di strategie legate all’apprendimento informale (in attività nell’ambiente naturale esterno alla scuola), in cui sviluppare oltre alle dimensioni cognitive, anche quelle affettive, curando interessi, attitudini e motivazioni degli alunni.
Il materiale raccolto nella primavera del 2018 è stato inserito all’interno di un unico database di analisi, con una serie di campi appositamente dedicati al contenuto e descrizione dei progetti e delle attività. Due ricercatori hanno in contemporanea realizzato un’analisi del contenuto di tale database, partendo da un primo protocollo di analisi centrato sui seguenti punti:
• presenza di riferimenti diretti e/o indiretti all’ecosistema concettuale delle competenze non cognitive proposto all’interno del progetto (Big Five, capitale psicologico, motivazione), in base al tema principale trattato;
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Note